Breve riflessione sulle parole di Messina

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«Io e la squadra ci siamo giocati il bonus di credibilità che ci era stato riconosciuto all’inizio della stagione. Io sono il primo responsabile».

Non ci pare tempo di processi ma di sole valutazioni, anche perché non si può vivere di quei processi in una stagione che può superare le 70-80 partite e che quindi propone scenari diversi ogni due-tre giorni.

Tralasciamo la situazione risultati di Milano, sicuramente discutibile, per certi versi allarmante, tuttavia sempre parte di una ricostruzione dalle macerie di un decennio di nefandezze gestionali che non si riconducono alla normalità in pochi mesi.

Quello su cui vogliamo brevemente riflettere sono le parole del presidente-coach milanese ed il valore che possono avere di fronte all’opinione pubblica e, soprattutto, a chi prova ad analizzare il gioco ed i risultati quotidianamente, come ad esempio noi facciamo in questo sito principalmente per quanto riguarda la Turkish Airlines Euroleague.

Ed è quel concetto di bonus di credibilità che non ci convince per nulla.

Messina è un grandissimo Coach? Sì. Qualcosa di più per chi scrive. Messina è l’uomo per costruire per la prima volta un’organizzazione solida prima che vincente a Milano? Sì. Qualcosa di più per chi scrive. Messina è al di sopra di ogni critica e non può essere giudicato per quel che vediamo in questa stagione in virtù di un passato glorioso? No, mai e poi mai, perché sarebbe scorretto e poco onesto per chi ha fatto il suo lavoro in precedenza ed ancor di più per lui stesso che lo svolge oggi.

Il tifo, sacro perché senza quello non esisterebbe il gioco, la passione ed ancor meno i nostri tentativi di analisi, vive di amore, di umoralità e di emozione che sale e scende. E’ normale che sia così ed è quindi normale che ad ogni progetto nuovo venga concessa, anche sulla base delle idee di chi segue, una sorta di apertura di credito che può essere maggiore o minore in base al curriculum di chi deve gestire questa nuova avventura.

Giusto che un grandissimo personaggio della storia della pallacanestro europea come il coach di Catania abbia ottenuto grande consenso al suo arrivo, tanto grande quanto le aspettative che sono legate proprio al suo nome.

Poi però c’è il campo, giudice supremo ed inappellabile (e lasciamo stare quanto invece appellabile per vicende recenti che hanno riguardato più i tribunali che il parquet…) ed allora se si prova a capire ad analizzare, a valutare quel che si vede, è giusto che la critica sia diretta, dura ed anche feroce, quando la situazione ne crei i presupposti.

Se Milano gioca tre gare di una pochezza incredibile in sette giorni, come quelle tra Bologna, Zenit e Cantù, è giusto che venga attribuito il valore dovuto a queste prove, ovvero meno del minimo accettabile ed il passato non deve avere nulla a che fare con quanto si vede e si prova a giudicare. Se poi di gare come quelle ce ne sono ben altre, pensando a Stella Rossa, Olympiacos e Pesaro ad esempio, non vediamo come si debba ricorrere alle glorie passate per giustificarle.

Ettore Messina prima che grande Coach è persona di onestà e chiarezza intellettuale di primissimo piano. Il suo prendersi ogni responsabilità, come fatto ieri, evento assai raro nel panorama sportivo e non solo, è dimostrazione palese di tutto ciò.

Ma tornando al punto iniziale non vi è nessuna ragione per cui non si debba o non si possa esercitare un corretto diritto di critica di fronte ad un rendimento che in tante recenti situazioni è stato molto al di sotto di quanto auspicabile, come ammesso dal Coach stesso.

Ettore Messina può e deve essere criticato, come chiunque faccia il suo mestiere. Non è un reato ed è una situazione che, come non deve avere pregiudizi, non deve neanche concedere alcun “bonus di credibilità” in relazione al passato.

L’Olimpia deve credere in un progetto a lungo termine, così come avrebbe dovuto farlo, se vi fosse stata una struttura societaria valida, in passato con tanti altri Coach. La rivoluzione estiva merita fiducia e quella fiducia si esprime anche attraverso un onesto e corretto diritto di critica in base a ciò che si vede. Altrimenti si vive di ricordi, cosa che non ha mai portato vantaggio ad alcuna realtà.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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