L’inno al gioco di Efes e Cska: questo Mike James è di un altro pianeta

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I nuovi padroni di Istanbul contro i trionfatori di Vitoria. La rivincita di una finale di altissimo livello che a maggio incoronò quella che da troppi, a torto, non viene riconosciuta come una delle squadre più forti di sempre in Turkish Airlines Euroleague.

L’eccitazione, per chi ama il giochino, era palpabile sin dalle prime ore della giornata.

Ataman contro Itoudis, Larkin contro James: si può chiedere di più oggi ad una partita di pallacanestro nel vecchio continente? Ok, sull’asse Madrid- Barcellona hanno, non a torto, parecchio da dire, ma per una volta ci perdoneranno se pensiamo che le ragioni di attrattiva superassero abbondantemente la rivalità e la caratura tecnica del “clasico”.

Sinan Erdem Dome in cui non ci sta nemmeno uno spillo, un popolo che fa sua l’elettricità che gli trasmettono un comandante come Ergin ed un leader come Shane: sono le 2030 precise ad Istanbul quando Robert Lottermoser alza la palla a due. Di lì in poi, per due ore, sarà solo e soltanto grande basket.

Vince meritatamente il Cska, come sarebbe stato meritato un successo Efes: è la pallacanestro, che ai massimi livelli diventa dettagli, di tutti, e magìe, riservate ai campionissimi, ma che non deve relegare in secondo piano il viaggio, che resta sempre e comunque più significativo dell’approdo. Ed il viaggio di queste due squadre, sinora, ma anche la scorsa stagione, per differenti ragioni resta di altissimo livello.

Ce ne vorrebbero 55 di punti di analisi, ma sappiamo che il nostro spazio, come il tempo , è tiranno ed allora eccoci a distinguerne gli abituali 5.

  • “Bench to bench”: Ergin e Dima, i nuovi dominatori

Nel momento di maggior difficoltà dal 2011 di Zele, il più grande di tutti, c’è una sorta di vuoto da colmare, sia a livello tecnico che di personaggi. E se questa è, e caspita se lo è, la lega degli allenatori, pochi sono paragonabili ad Ataman ed Itoudis. Laso appartiene a questa elìte, ma ha la fortuna/sfortuna di allenare in un club che, per quanto tu possa essere grande, sarà sempre più grande di te.

Ataman prova a scompaginare il tutto con Balbay su James, che è mossa che tutti attendevamo, ma forse più tardi. “For the ages” la faccia del nativo di Portland quando la malcapitata intervistatrice di Euroleague, a fine gara, gli chiede «è stata dura con la difesa di Balbay, come la giudichi?» . «Sono una buona squadra difensiva, ho preso i tiri giusti, ne ho ricavato vantaggio…». Serve commento?

Itoudis l’ha preparata per aprire il campo alle soluzioni di James, per sfruttare tutti i 28 metri entrando nei possessi sempre ad alto ritmo e soprattutto sfruttando tutto l’arco d’attacco per costringere la difesa turca a dover coprire su 9-10 metri da un lato all’altro del campo. Il risultato sono una serie di combinazioni in cui il vantaggio sempre creato dal palleggiatore trova situazioni sfruttabili subito o attraverso extra pass ed una circolazione di palla che ha coinvolto al 100% i due lunghi, sia nella versione più interna (alto-basso) che nel caso di schieramento con 4 più perimetrale (Voigtmann chirurgico). Se poi ti dimostri prontissimo anche su tutti i dettagli (7 stoppate a 0), è chiaro che si tratta di una partita perfetta. Un’altra dopo Barcellona.

  • Shane e Mike: what else?

E’ “il duello”. Oggi di meglio non c’è e non ha tradito le attese. Due talenti straordinari, due fenomeni che si sono dati battaglia, spesso direttamente, per oltre 30 minuti.

shane vs mike

Quando li vedi uno contro l’altro ti chiedi chi sarà a prevalere, chi andrà oltre l’immarcabilità dell’altro ed alcune volte li abbiamo perfino visti applicarsi con grande attenzione in difesa. I campioni si nutrono degli stimoli che derivano dall’affrontare altri campioni ed il gioco, questo gioco, si nutre del talento di quei campioni, quello che fa sognare i bambini e che non può non farti saltare sul divano.

C’è un attimo che è tutta questa sfida, 11 secondi che ci descrivono tutto. 71-68 Efes, 4’52” da giocare, Larkin mette una tripla notevole dopo uno “switch” difensivo neanche male tra James e Voigtmann, si va di là, solita entrata rapida nei giochi, Hines porta un blocco che prevede un attacco verso il centro del suo palleggiatore. Magìa di ball handling andando verso il lato sinistro, Larkin è battuto, Pleiss deve ancora capire cosa sta succedendo, canestro (complicato…) e fallo. Se non è straordinario quanto accaduto in questi 11 secondi non sappiamo cosa lo possa essere.

mike vs shane

Vince il Cska con un tiro quasi impossibile, per gli umani…, di MJ, perde l’Efes con un altrettanto impossibile conclusione di Larkin che si spegne sul primo ferro. Vuol dire tutto ma non vuol dire niente. Avremmo voluto che entrasse quella palla di Larkin, e poi avremmo voluto vederne un altro di là, poi un altro di qua, e così via, per ore ed ore.

Il telecronista urla «Mike James doing Mike James things!». E’ così, poteva esserci Larkin al posto di James, non sarebbe cambiato nulla. Non c’è niente di più bello della pallacanestro.

  • “Intangibles” e difesa? Un nome su tutti, Daniel Lorenzo Hackett

E’ stato il fattore determinante e vincente nella cavalcata che dopo i giorni bui di Podgorica ha portato al trionfo di Vitoria ed oggi si conferma pedina più che fondamentale nello scacchiere di Itoudis. Daniel Hackett fa solo e soltanto tutte quelle cose che fanno la differenza tra vincere e perdere.

daniel

Guardi il tabellino e pensi che non vi sia proprio nulla da celebrare, ma se guardi la gara scopri almeno una decina di situazioni decisive, che hanno indirizzato la sfida in un modo piuttosto che in un altro. Si può essere decisivi con 0 punti in 18’31” (6 assist…)? Sì, se fai quello che ha fatto il campione italiano ad esempio nel terzo quarto, momento chiave in cui l’Efes ha fatto il massimo sforzo e pareva potersene andare, più volte sul +9.

Un paio di difese su Larkin da manuale, un paio di rotazioni che hanno tolto il respiro ai possessi avversari, una presenza costante nella propria metà campo ed una capacità, senza segnare, di tenere alto il ritmo secondo i dettami del Coach in attacco.

  • Il pittore Kruno e tutto il roster di Mosca

Il terzo quarto, ma non solo, del croato è un’altra significativa parte di una grandissima serata di basket. Talento e pulizia, con una certa propensione  a far male all’avversario quando conta di più. Le sue conclusioni sono spesso qualcosa che nell’universo cestistisco sono parecchio singolari, perciò ancora più esclusive di un club cui appartengono in pochi. Kruno sembra un pittore e quando il suo pennello abbandona la staticità per regalare emozioni, il quadro che ne emerge trasmette tutto.

Per altre ragioni, certamente più tattiche che di talento, è necessario sottolineare la compattezza del roster russo, in cui tutti, nessuno escluso, portano un mattoncino che costruisce il successo finale. Hackett, Antonov, Hines, Bolomboy, Voigtmann, Strelnieks, Hilliard, ma anche Vorontsevich e Kurbanov. Mosca cresce come squadra e lo fa perché consapevole di dover colmare il gap di talento clamoroso che la separa dalla propria edizione 18/19.

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  • Il timeout che vale un squadra, Coach Itoudis ed il pianeta Ataman

37″ sul cronometro, Efes avanti di 1, timeout. Itoudis disegna il set offensivo, chiama Strelnieks per Antonov. Probabilmente, ma non ne possiamo avere evidenza dalle immagini (lo chiederemo al Coach alla prima occasione) James è scelto per portare palla. E si sceglie di partire da sotto canestro, per avere i 24″. Mike interviene e dice qualcosa ad Itoudis che riflette un istante e conferma: «Yes». Il 5 dice a Strelnieks di portare palla, lui farà un blocco e si cercherà di forzare il cambio difensivo Efes, per provare a togliere di mezzo Balbay, uno che difende davvero. Strelnieks annuisce, tutto eseguito benissimo, quello “switch” non ci sarà perché anche di là mica scherzano a livello tattico, Balbay difende alla perfezione, non basta comunque.

Si chiama squadra, si chiama coinvolgimento di tutti, si chiama leadership, in campo ed in panchina. 

E’ mezzanotte passata ormai, breve scambio di messaggi con Coach Itoudis… «Un’altra grande prova di squadra, dopo Barcellona, contro una rivale di primissimo livello, complimenti Coach». «Grazie, stiamo lavorando duro proprio su quello, per costruire qualcosa di importante, anche senza Will».

In sala stampa, dove eravamo presenti con la nostra Deniz Aksoy, arriva un Ataman estremamente contrariato.

«Mike James ha giocato una grandissima partita, eccellente, il Cska ha giocato in modo intelligente. Abbiamo perso all’ultimo tiro, è la pallacanestro, nonostante il grande sforzo dei miei giocatori, che erano comunque stanchi. Però devo dire che stasera sono molto contrariato perché è stata un gara allenata molto male, non so perché, ma mi prendo ogni responsabilità per tutto ciò. Non ho intenzione di rispondere ad altre domande».

Micic? Mah.

Una volta di più, benvenuti nel pianeta di Ergin Ataman. Gli abitanti? Uno solo, lui.

(Photo: cskabasket.com)

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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