Derby per la storia : ad Istanbul ora comanda l’Efes

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Difficilmente si era vissuta una tale attesa per una partita: negli anni recenti è storia della pallacanestro turca ma soprattutto europea. Dietro c’è una leggendaria rivalità tra due squadre ma soprattutto tra un ambiente di tifosi ed Ergin Ataman, cosa che la folla della Ulker Arena non ha mancato di ricordare al coach attraverso l’ormai celeberrimo coro “Mola, mola, mola Ergin Ataman”, che si traduce in un “Chiedi timeout Ergin”. E’ retaggio di una vecchia gara contro il Galatasaray in cui il diabolico coach chiese un “minuto” ritenuto irrispettoso poiché il traguardo pareva ormai raggiunto dalla sua squadra.

Non si perdona nulla qui, e nulla si è perdonato in questa sfida cui le due squadre arrivavano con situazioni profondamente diverse. L’Efes da dominatore, con l’MVP attuale della lega (Larkin), il Fenerbahçe di rincorsa, dopo un inizio da incubo.

Era questione di confermare definitivamente la superiorità della sponda europea su quella asiatica piuttosto che ristabilire equilibri che dicevano gialloblu da tanti anni, prima della primavera scorsa, quella che ha ribaltato tutto ad Istanbul ed in Europa.

Ha vinto l’Efes ed il verdetto è stato chiarissimo e decisamente oltre il punteggio finale: oggi la squadra di Ataman è la migliore di Eurolega insieme al Real Madrid ed al Barcellona ed è nettamente superiore a quella di Obradovic.

 

  • Assenti veri e presenti che non c’erano

L’equilibrio reale tra queste due squadre si potrà scoprire più avanti e soltanto con la presenza dei tre illustri assenti: Moerman, Dunston e Vesely sono troppa roba per pensare che non possano spostare. ma a parte chi non era della partita, c’è stato qualcun altro che per lunghi tratti è parso più lontano dal parquet di chi lo era fisicamente. Diventa quasi noioso, ma ogni volta che l’asticella si alza non si può non notare come il gioco del Fenerbahçe ristagni terribilmente quando sono in campo contemporaneamente Sloukas e De Colo. Abbiamo scritto e detto già tutto sul problema dell’abuso dei palleggi e di possessi in cui i due terzi del tempo vengono sprecati in operazioni poco offensive. La palla è nelle mani di Obradovic e dei due campioni (perché lo sono): un passo indietro individuale per farne due avanti di squadra, altrimenti la vallata resta oscura.

  • La difesa sul duo delle meraviglie

Chiave doveva essere e tale è stata. Obradovic ha fermato con un sistema quasi perfetto i due fenomeni Larkin e Miciic nel primo tempo. Quasi, appunto, perché la spettacolare pressione e reattività sul perimetro e sul primo aiuto ha messo in grande difficoltà entrambi, ma le rotazioni ulteriori sono andate in sofferenza e gente come Simon, Sanli e Pleiss si è trovata a poter sfruttare il grande vantaggio creato dai due giocatori. I quali, anche nell’impossibilità di chiudere in proprio, hanno saputo non forzare e coinvolgere tutta la squadra. Larkin a 0 punti e 38 pari a metà gara: ma era tutto finito.

A proposito di Sertac Sanli va detto che i miglioramenti di questi atleta sono notevolissimi. Non era questo giocatore ed ha letture molto efficaci ed intelligenti che molti centri più famosi di Turkish Airlines Euroleague dovrebbero invidiargli. In pratica, con mezzi non straordinari, sa giocare a pallacanestro. A 28 anni, e solo alla terza stagione nell’Europa che conta, si può essere importanti tramite il lavoro. E’ un messaggio che dovrebbe essere trasmesso a tanti giocatori italiani…

sanli.jpg

  • Controllo emozionale completo

E’ la forza di questo Efes e fa enormemente paura. Non accade nulla sul campo che possa scalfire l’organizzazione ed il senso del voler applicare il proprio piano partita dei ragazzi di Ataman. E’ un sistema semplice, moderno ed efficace. Sfruttare il  vantaggio creato attraverso letture logiche e senza tanti fronzoli: se c’è qualcosa di spettacolare questo viene lasciato ai due tenori, mentre gli altri non fanno che giocare nel modo più lineare, trovandosi al posto giusto nel momento giusto. Ed allora passano in secondo piano due assenze terribili come quelle di Dunston e Moorman, che al rientro daranno una dimensione ulteriore ad una macchina oggi perfetta.

  • Obradovic e Vesely: tempo di scelte di mercato?

Si parla in questi giorni di un problema tibiale da stress per il centro ed è una faccenda assai complicata. E’ chiaro che Lauvergne non sia un centro e con Duverioglu e Stimac non sei da piani alti della competizione. E’ un’assenza che pesa in modo clamoroso, un po’ come quella di Milano con Gudaitis: dietro non c’è copertura e spostare i 4 nel ruolo di 5 vale per qualche possesso, per qualche gara, ma poi i conti non tornano. Se l’infortunio dovesse confermarsi molto grave un ricorso al mercato parrebbe scontato. Perché parte del già citato problema dell’eccesso di palleggi delle guardie deriva anche dal fatto che sul “p&r” non vi è quasi mai una “rollata” efficace che causi cambi difensivi da sfruttare se non soluzioni già dirette. Ed anche i famosi “post” di Datome e Kalinic, arma devastante nel recente passato, perdono di impatto se c’è un lungo che permette al proprio difensore di aiutare senza rendersi pericoloso.

  • Kruno Simon, il terzo violino

«Se vuoi fare bene in Eurolega non puoi certo partire con Simon come prima o seconda opzione offensiva». Parole e musica di un vecchio protagonista di questo torneo arrivateci ai tempi della Milano di Repesa. Verità importante.

Kruno Simon è un buon giocatore di pallacanestro con alcuni “alti” notevolissimi ed alcuni “bassi” che gli impediscono di essere tra i grandi assoluti. Sa fare tantissime cose in maniera eccelsa ed in questo Efes si trova a meraviglia, tanto da vederlo perfino tenere una penetrazione di Sloukas, cosa improbabile nel suo normale repertorio. La  conoscenza del gioco e la vastità del repertorio di cui dispone si adattano perfettamente ad un tipo di gioco che lo esalta poiché trova i ritmi migliori laddove le difese avversarie sono principalmente concentrate su Larkin e Micic. Assist al bacio ed un senso della posizione a rimbalzo che non ha eguali, viste le caratteristiche fisiche, completano un quadro che ne fa l’uomo giusto la posto giusto. 

Tutto ciò, considerato nella sua globalità, lo rende oggi uno dei due, tre terzi violini migliori del torneo, soprattutto in questi mesi di assenza di Moerman. E la gara di ieri è capolavoro e testimonianza allo stesso tempo.

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(Photo : anadoluefessk.org )

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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