Buscaglia : Messina, Rodriguez e Teodosic sono un treno che la LBA non può perdere

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La solita mattinata piovosa, fa perfino un freddo cane davanti ad un Forum sonnecchiante, che attende di scaldarsi nel tardo pomeriggio per l’arrivo di Reggio Emilia: qualche anno fa era rivalità vera.

Rivalità vera che per l’Olimpia c’è stata più di recente proprio con Maurizio Buscaglia, Coach che tanti, troppi, dimenticano aver compiuto una serie di imprese mica da ridere: possono bastare due finali scudetto allenando Trento? Nel caso ci sarebbe pure una finale di Eurocup svanita per un soffio e tanta, tanta altra ottima pallacanestro.

Maurizio, oltre che notevole allenatore, è persona di grandissima disponibilità ed educazione, nonché amico di #eurodevotion, e quindi una breve chiacchierata su alcuni temi attuali del basket italiano non poteva mancare, a poche ore da quella gara che poi lo ha visto sconfitto contro l’Olimpia.

– Maurizio, innanzitutto fa un po’ di effetto non vederti con la tuta di Trento: era una sorta di simbiosi…

Storia importante,  finita. Molto bello il ricordo che ho dei tifosi e straordinario l’affetto che mi hanno dimostrato nei giorni del mio “trasloco”.

– Anche l’ultimo anno ci sono state difficoltà iniziali ma poi lo spirito di quella squadra è venuto fuori come sempre. Qual è stato il vostro segreto?

Ci hanno dati per morti mille volte, ma quelli sono giocatori che hanno dentro qualcosa di speciale. Anche nel momento nero abbiamo sempre lavorato dandocele di santa ragione in allenamento, certi che ne saremmo usciti. Come abbiamo sempre fatto. In qualsiasi condizione si lavorava solo per dare il massimo.

– Arriva Reggio, sfida importante. Cosa ti porta a scegliere questa squadra?

La straordinaria passione di una città che, vinci o perdi, ti sta sempre dietro e ti mette la giusta pressione. Senti che si tratta di gente che vive di questo sport, è molto bello.

– A che punto è il lavoro?

Siamo dove dovevamo essere per ora. Vinciamo con chi dobbiamo vincere ma facciamo ancora un po’ di fatica a giocare con chi è più forte di noi. Ma ci arriveremo.

– Un reale obiettivo ce lo puoi indicare?

Entrare nelle otto e provare a qualificarci per le Coppe, una cosa che mi manca quest’anno e che serve a tutto l’ambiente per crescere.

– Da diverse parti si sente dire che non avere quelle coppe sarebbe un vantaggio perché puoi allenarti per una settimana. Qual è la tua opinione?

Dissento totalmente. Ormai siamo in un’era del gioco in cui tutti i giocatori sono abituati a tre partite in 8 giorni. E’ difficilissimo tornare alle abitudini di una volta, perché gli stessi atleti non hanno più nelle loro corde il programma settimanale di una volta. Pretendere tre allenamenti duri in settimana è difficilissimo, perché la realtà di adesso è differente e va vissuta per il tempo che è: quindi ben vengano le coppe, con le loro difficoltà, ma anche con i tantissimi valori aggiunti che portano.

– Una curiosità che riguarda David Vojvoda: atipico vedere un cestista ungherese in Italia. Personalmente sostengo che in momento di grande difficoltà economica, investire nello scouting, proprio nei paesi meno noti, potrebbe portare vantaggi importanti nel medio termine. Penso all’affermazione di un giocatore che poi diventa oggetto di importante “buyout” con relativi benefici. Non sarebbe meglio lavorare così invece che telefonare soltanto agli agenti senza fare reale scouting?

Certo che sì. E’ purtroppo un lavoro in cui credono in pochi, per tante ragioni. Ma noi a Reggio siamo molto attenti da questo punto di vista.

– Torniamo proprio a quel momento difficile, soprattutto finanziariamente, per tante realtà italiane. Cosa ne pensi?

E’ realtà  è tutto vero, però sarebbe bello sottolineare anche le tante cose positive che stanno venendo fuori giorno dopo giorno.

– Nel dettaglio a cosa ti riferisci?

Ad esempio al fatto che in un momento che è difficile, una realtà come Brescia organizza un charter per andare a Kazan. Tendiamo sempre a dare voce al brutto, ma c’è anche molto altro.

– Puoi proseguire con la tua lista del “bello”?

Certo, ad esempio l’arrivo di personaggi come Messina, Teodosic e Rodriguez. Se non sappiamo valorizzarli oggi perdiamo un’occasione fondamentale. 

C’è una società che vuole costruire un palazzo per fare l’Eurolega, che avrà possibilmente una wild card che sarà un bene per tutto il nostro movimento, che sta organizzando, insieme all’altra grande la possibilità che venga trasmessa la loro sfida di fine dicembre su Rai 2. La pressione, quella di cui si parla tanto, dovrebbe sentirla chi è incaricato di dare il giusto valore a queste cose, che sono importantissime.

– A proposito di Turkish Airlines Euroleague, mi pare che il livello sia salito di molto. Concordi?

Certamente sì. Bellissima e durissima. 

– La sfida di Milano come la vedi?

Ettore la porterà in alto, ha iniziato un lavoro notevole ed uno come lui lo completerà. Bisogna dargli il giusto tempo.

– Molti vedono una squadra  troppo dipendente da Rodriguez e Scola, un po’ in là con gli anni: che opinione hai?

Il lavoro di Messina sta coinvolgendo tutti. Vedrai che al momento giusto, quando ci sarà bisogno, i giocatori saranno pronti perché preparati a dovere.

Il torpedone biancorosso è pronto a riportare in albergo la squadra, lo “shootaround” è finito. Resta giusto un attimo per ricordare, in modo molto amichevole, quella stoppata di Goudelock, che non può non tornare in mente ogni volta che il Coach si ripresenta  al Forum.

Il volto è sincero, l’espressione è bellissima e non ha bisogno di parole. Non possono che farci tornare alla mente, una volta di più, le parole di Valerio Bianchini: «Spesso ho meritato di più quando ho perso di quando ho vinto. E’ la qualità del tuo lavoro su tutta la carriera quella che conta…»

Grazie Coach, come sempre.

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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