Olympiacos d’annata, Olimpia asfaltata

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Olympiacos in grande spolvero, Olimpia pressochè ai minimi termini: 91-70 !

La sfida del Pireo dura esattamente 16’47”. Dal canestro di Rodriguez che sancisce il 30-35 a 3’13” del secondo quarto non si hanno più notizie dell’Olimpia, che subisce di lì in poi un pesantissimo 61-35.

Brutta caduta quella dei biancorossi milanesi, più nella sostanza che nella forma, perché questo turno, così come l’intera stagione sinora, sta dimostrando che alcuni scarti notevoli siano fatti quotidiani. Ed il risultato rispecchia alla perfezione il momento delle due squadre dal punto di vista del rapporto tra W ed L : 3-1 i greci nelle ultime quattro, 1-3 gli italiani.

Strada ancora lunga per i padroni di casa, se si vuole tornare a provarci in ottica Playoff, ed un derby ad Oaka che si preannuncia, se possibile, ancora più significativo di quanto vissuto nei tempi recenti.

Nessun dramma in casa milanese, ma solo alcuni campanelli d’allarme che è corretto ascoltare prima che diventino sirene.

I 5 punti di #eurodevotion, per provare a leggere tra le righe di una gara già di suo sufficientemente chiara.

 

  • Milano dipende dall’arco? Sì. Perché?

48,12% da tre nelle vittorie e 34,34% nelle sconfitte: i numeri parlano chiaro e non mentono. Chiaro che se fai canestro è più facile vincere, tuttavia una certa dipendenza è evidente. Perché? Se manca la doppia dimensione della pericolosità interna associata a quella sul perimetro, i tiri scagliati da oltre l’arco perdono di qualità e di conseguenza scende la percentuale. Se Biligha, Scola, Brooks e Tarczewski combinano per un misero 5/12 contro una squadra che ha un solo, seppur eccellente, centro, la frittata è servita.

E questa dipendenza assume maggior importanza se guardiamo al dato da due punti: 48,26%  nelle W, mentre si scende al 44,51%  nelle L. Differenza molto minore.

La statistica, in questo caso, accerta la qualità.

 

  • Nikola Milutinov

Prevedere che fosse determinante era abbastanza scontato, viste le recenti prove dei centri che giocano contro MIlano, tuttavia che banchettasse in questo modo è parso un po’ eccessivo. Il centro serbo è uno dei migliori nel ruolo in questa lega e lo ha dimostrato con una prova che è un misto di classe, fisicità, tecnica ed impatto, anche silente, sulla gara. Certo, il tutto va valutato nell’ottica di chi ti trovi di fronte, laddove Tarczewski e Biligha non sono certo stati un test significativo. Se all’ex Cremona e Venezia si può dire poco, perché la stazza purtroppo è quella che è ed impedisce di competere contro certi totem, per l’americano il discorso è ben più ampio e ci torniamo tra pochissimo, anche in relazione a Scola e… Gudaitis.

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  • Nessun dramma, la Turkish Airlines Euroleague è così

Bisogna guardare avanti in casa milanese, ben consapevoli dei perché di una sconfitta simile, ma essendolo altrettanto riguardo allo scarto, vera e propria asfaltata. Il Round 11 ha dimostrato che tali punteggi sono all’ordine del giorno e sono diretta conseguenza di un calendario assai fitto che porta ad un meccanismo mentale molto semplice: ci provo fino ad un certo punto, poi se le cose “vanno a sud”, più o meno volontariamente mollo, perché tra 48-72 ore sarò ancora in campo. I risultati di Barcellona, Atene casa Pana ed Istanbul sponda Efes lo spiegano chiaramente.

Certo è che bisogna essere capaci di tirare una riga sopra l’accaduto in termini psicologici, mentre ciò che ha portato sino a lì tecnicamente deve essere sottolineato con forza ed analizzato con precisione. Dimenticare di avere vinto o perso, ma mai dimenticare come lo si è fatto. E’ la chiave della gestione di un Coach e diremmo che Ettore Messina sia tra i migliori in questo, anche per l’esperienza maturata in NBA, dove di queste situazioni se ne vivono a decine in stagione.

 

  • Quanto vale questo Olympiacos?

La squadra vista ieri sera ha giocato vero e lo ha fatto secondo dettami semplici svelati da… Ergin Ataman la scorsa settimana al Forum. Metti tanti bei corpaccioni in area e l’attacco dell’Olimpia ristagna notevolmente. Kostas Papanikolaou ha dominato la gara con Milutinov, fornendo una prestazione che non si vedeva da tempo.  L’Oly ha concesso poco ed ha saputo uscire da una carestia realizzativa importante ad inizio gara, quando la retina non veniva mai accarezzata. Certo è che questa pochezza realizzativa non è novità dei primi minuti di ieri, ma dura da inizio stagione. E’ abbastanza evidente come si tratti di una squadra che ha bisogno di controllare le plance in modo assai incisivo per vincere, tuttavia ci pare che la situazione più deficitaria sia legata alla  mancanza di una guardia moderna, in affiancamento a Spanoulis, che abbia punti nelle mani e creatività per gli altri. Brandon Paul lo è stato a tratti, straordinario a Mosca ad esempio, ma ci vuole molto di più se si vuole provarci per i Playoff. Cherry e Punter paiono francamente poca cosa per questo torneo, mentre da Wade Baldwin è lecito attendersi molto, molto di più. Lo darà? E’ tema chiave.

 

  • Tarczewski e Gudaitis, con Scola da preservare

Il tema del centro è fondamentale a Milano: lo dice il “Peace and Friendship” e lo dicono quasi tutte le gare della stagione, con poche eccezioni. E non si può non fare il nome di Kaleb Tarczewski. Dopo l’infortunio di Gudaitis, nella serie Olimpia da 1/3, ha tirato 10/14 da due, che non è male come percentuale, se non fossero solo 3,5 tiri a partita (la maggior parte schiacciate su assist) e se non lo avessero portato in lunetta solo 9 volte. Molto più pesante la situazione rimbalzi: 9 carambole in 4 gare, 7 difensive e 2 offensive in 68’05” sul terreno di gioco, dove ha raccolto 7 fischi a favore  e 13 contro. da notare che a livello di falli fischiati è secondo in assoluto nella lega, a media 3,1 (con Kyle Hines e dietro a Paul Zipser a 3,18), mentre con 1,5 fischi a favore è 22mo tra i soli centri.

Con Gudaitis in campo l’Olimpia è 4-0 ed il lituano, sebbene reduce da otto mesi di inattività, ha reso per 7,5 punti e 5 rimbalzi, subendo 3,3 falli a serata, che lo collocherebbero al terzo posto tra i centri.

Escludendo che gli arbitri abbiano deciso di punire l’americano e privilegiare il lituano (farebbe abbastanza ridere sostenerlo), è evidente che c’è un problema di comprensione del gioco e di gestione del proprio corpo molto importante. E’ la sfida numero uno di Messina e sarebbe un reale capolavoro vincerla in una situazione di ingenuità totale come quella del centro milanese. Pleiss, Bilan e Milutinov in 8 giorni hanno tolto il coperchio ad un pentolone che borbottava da tempo.

Nel frattempo, in settimana scadono le 4 settimane dall’infortunio “coperto da privacy” di Arturas Gudaitis: questa Olimpia ne ha bisogno come il pane perché pensare di avere giocate di pallacanestro vera dal solo Luis Scola nel ruolo vorrebbe dire automaticamente privarsi del reale impatto che si può e deve chiedere al campione argentino.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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