Regime totalitario Maccabi: Asvel alza bandiera bianca

Secondo tempo trascinante del Maccabi che torna alla vittoria e ne fa 93 all’Asvel Villeurbanne in una delle vittorie più nette di questo inizio turno.

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Vincere e convincere. Per il Maccabi Tel-Aviv, l’obiettivo post-disfatta della scorsa settimana al Palau Blaugrana, era vincere tra le mura amiche contro la mina vagante Asvel Villeurbanne. La compagine di coach Ioannis Sfairopoulos, dopo aver sofferto nel primo tempo di gioco la prorompente fisicità della compagine francese, ha tolto ogni dubbio sul risultato finale della contesa.

Successo netto, chiaro e limpido quello della compagine israeliana, che nel secondo tempo di gioco mostra il suo basket. Quello difensivo e rapido in transizione. Fisico ed energico sotto le plance e guidato dalle sortite offensive di Wilbekin ormai ammirabile ai livelli di eccellenza in Turkish Airlines Euroleague. Eurodevotion, come sempre, entra nel dettaglio della contesa della Menora Mivtachim Arena, con la sua consueta analisi in 5 punti di una sfida apparentemente senza storia come recitato dal 93-62 finale.

  • Concentrazione. Ecco L’essenzialità del gioco del Maccabi. Oltre i numeri, oltre quanto visto nel secondo tempo, quello che appare al termine della contesa contro la compagine francese è che il Maccabi, se sul pezzo anche nei momenti da non sottovalutare, è decisamente infermabile. Il cambio repentino di scelte e mentalità nel secondo tempo sono da grande squadra, quella un gradino sopra alle altre possibili avversarie di oggi.
  • Il ritorno di Angelo Caloiaro; energia ed impatto al servizio di Sfai. Welcome Back Caloiaro! Dopo tante vicissitudini riguardanti mercato e voci lontane dal campo gioca una partita fondamentale per morale e gambe. Lotta, difende ed è il primo a correre in transizione. Energia allo stato puro.
  • 15% da tre: Asvel martoriato dagli switch difensivi del Maccabi. La squadra di coach Mitrovic ha tanto da recriminare. La difesa del Maccabi sale di livello ad inizio terzo quarto e la squadra francese non è capace di contrastare con buone soluzioni. In difesa, la pallacanestro estremamente tecnica ed esperta degli israeliani, mette alle corde i transalpini e la partita va diretta su un binario ben preciso.
  • Jake Cohen: l’uomo copertina di un Maccabi solido. Oggi potevamo sperperare ancora una volta lodi su un Wolters fondamentale in cabina di regia, di un Zoosman sempre sul pezzo, ma Jake Cohen è l’uomo della svolta nel match contro l’Asvel. Dà fiato ad Hunter e Black e domina la partita nel pitturato. 16 punti, 5 rimbalzi e 19 di PIR lo rendono (impopolarmente e parere per chi scrive) il migliore in campo.
  • Regime Maccabi: divertimento e spazio per tutti quando c’è entusiasmo. Concentrazione, entusiasmo, voglia di emergere. Dallo scorso anno a questo inizio di regular season a Tel-Aviv si è cambiato registro. Correre, difendere, mostrare un’identità ormai sono il diktat per tornare ai piani alti del Vecchio Continente. Il regime totalitario Sfairopoulos sta funzionando. Occhi aperti sugli israeliani, specie quando conterà per davvero…

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