Lo Zalgiris non sa più vincere e sbatte contro il muro dell`Alba Berlino

Eurodevotion

Quinta sconfitta consecutiva per lo Zalgiris contro l`Alba, in una sfida tra grandi allenatori e talenti emergenti.

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Decisamente non è stata una serata appagante per i puristi del gioco quella vissuta osservando le azioni dei giocatori Alba Berlino e Zalgiris Kaunas alla MercedesBenz Arena durante la sfida facente parte dell`undicesima giornata di Turkish Airlines Euroleague.

Le due compagini hanno confermato tutte le difficoltà che hanno contraddistinto il loro rispettivo terzo iniziale di stagione regolare, dimostrando che la posizione di bassa classifica trova ampiamente riscontro dal parquet, almeno secondo il parere di chi scrive.

Ad avere ragione al termine dei 40 minuti sono tuttavia i padroni di casa, che con il 6962 finale centrano il terzo successo nelle ultime quattro partite e impongono il quinto stop consecutivo a uno Zalgiris irriconoscibile rispetto al sorprendente passato recente dei lituani.

La sfida porta con sé alcuni temi interessanti, che sviluppiamo attraverso i 5 punti di #eurodevotion:

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Il dato nel tiro da tre punti per gli ospiti dopo il primo quarto: lo Zalgiris si presentava come terz`ultima squadra del torneo per efficacia sul perimetro con il 33,8 medio di realizzazioni dai 6,75. Dato in netta controtendenza con le precedenti due stagioni: nel 2018-2019, infatti, la squadra allenata da Sarunas Jasikevicius ha chiuso nella top 5 di questa specifica graduatoria mentre nel 2017-18 è risultata leader assoluta nel fondamentale, una delle chiavi principali alla luce di una Final Four raggiunta e, in seguito, la qualificazione ai quarti dello scorso anno.

L`incubo lituano è proseguito in terra tedesca: per vedere la prima tripla ospite è stato necessario attendere lo squillo di Zach LeDay al 14′, nonostante i verdi fossero riusciti a costruire diverse conclusioni aperte e apparentemente in ritmo nei primi minuti della sfida, grazie a un efficace gioco di penetra e scarica. Semplicemente i tiri non volevano entrare, con lo Zalgiris che pare aver perso la chiave per aprire la serratura di quella scatola dei desideri che tanto cambia le partite, soprattutto nella pallacanestro attuale.

Al termine il tabellino reciterà un poco onorevole 2/23 complessivo, che non ha fatto altro che agevolare la piena riuscita del game plan di coach Aito Garcia Reneses, concentrato ad assemblare una difesa in grado di vincere la battaglia dentro le due aree, come vedremo meglio nel prossimo punto.

Alba-Zalgiris è anche confronto generazione tra due grandi allenatori

Da una parte Aito Garcia Reneses, mente creativa del primo tabellone elettronico in Europa e maestro del gioco che ha saputo rimanere sulla cresta dell`onda attraverso le numerose evoluzioni del gioco negli ultimi decenni, di fronte il miglior talento emergente della panchina senza dubbio alcuno, quel Jasikevicius allenato dal primo al Barcellona per due anni a inizio secolo, con una Liga e una Copa del Rey conquistate insieme.

Due cultori del gioco, anche se la partita di ieri sera è del tutto fuorviante, due professionisti in grado di lavorare e rifinire ogni piccolo dettaglio per tirare fuori il meglio dal proprio gruppo, portandolo più in alto della soglia che la somma del talento dei singoli giocatori lascerebbe desiderare e immaginare. Ciò che è riuscito al lituano nelle ultime due stagioni, quanto si inizia a vedere da parte tedesca nelle ultime settimane.

Personalmente, trovo sia affascinante constatare come i giocatori pendano dalle labbra delle proprie guide tecniche e non solo, a tratti quasi incantati durante i time-out, momenti nei quali vengono dispensate consegne precise a ogni singolo giocatore, con estrema chiarezza comunicativa, che raggiunge picchi di evidenza unici dalla parte lituana del campo.

Questa volta emerge chiaramente vincitore il maestro spagnolo e sconfitto l`allievo, che pur ha fatto di tutto per sbloccare i suoi ragazzi, in balia dei propri demoni in questo momento. Bravo Aito ad approfittare delle attuali debolezze altrui, concedendo di più laddove sapeva che poteva farsi meno male e aspettando il nemico nella zona in cui si sente più forte, quindi organizzando una difesa pronta a collassare vicino a canestro per non concedere punti facili al ferro e avere sostegno a rimbalzo, altro punto di forza degli ospiti. Se si eccettuano due incursioni di Milaknis e Rivers negli ultimi minuti, missione pienamente compiuta.

Hermannsson-LeDay: il futuro è tutto per loro

In una partita certamente non indimenticabile, due luci illuminano la scena. Sono quelle di due talenti emergenti che rappresentano le migliori “nuove proposte” del Torneo, insieme a quel Tonye Jekiri che sta portando sulle sue spalle l`ASVEL Villeurbanne ai confini della zona playoff.

Il playmaker islandese classe 1994, rookie della competizione, non ha dato via gli 11 assist visti a casa dell`Efes alla seconda giornata e non ha neppure segnato i 20 punti del memorabile successo di OAKA, ma impressiona positivamente per il suo essere così spesso in controllo del suo corpo e in visione rispetto alla posizione dei compagni di squadra in ogni momento della azione.

Permangono degli ampi margini di miglioramento nella capacità di mantenere sempre vivo il palleggio e di inventare in situazioni di gioco rotto e con il cronometro che corre, momento in cui tende ancora ad abbassare troppo la testa e a disimpegnarsi in penetrazioni troppo leggibili che originano sanguinose palle perse.

L`ex ala-centro in maglia Olympiacos, alla seconda stagione in Eurolega, appare ulteriormente cresciuto in personalità e movimenti, plasmato dalle sapienti mani di coach Jasikevicius. È il leader tecnico di uno Zalgiris in difficoltà, seppur uscente dalla panchina, e questo vale doppio. Tiro sempre più solido, anche dalla lunga distanza, sta aggiungendo al proprio arsenale delle partenze in palleggio con ball-handling da esterno puro, che gli garantirebbero una doppia dimensione difficilmente arrestabile, fusa con la sua naturale propensione al rimbalzo e alla lotta in area.

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Le occasioni in cui la difesa dell`Alba è riuscita a tenere la squadra avversaria sotto gli 80 punti. Facile intuire che sia arrivata la vittoria in entrambi i casi. Zalgiris obbligato a una prestazione da 62 punti, 42,4% da 2, 24,1 da 3 e 18 palloni persi. Non male per chi subiva 91 punti a partita (peggior dato tra le partecipanti) e concedeva il 40,9% dal perimetro.

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Questo l`impressionante numero di giocatori già alternati nel quintetto iniziale da Jasikevicius, a testimonianza di come la leggenda lituana sia ancora alla ricerca di un equilibrio soddisfacente e, soprattutto, sufficientemente competitivo per cercare di risollevarsi dal pantano del fondo classifica, zona che non appartiene a una società che sa lavorare bene come pochissime.

Ultimo starter in ordine cronologico KC Rivers, al debutto europeo con il suo nuovo club dopo quello assoluto di domenica nella LKL contro il modesto Krepsinio alla Zalgirio Arena. Giocatore di spessore, ex di Real Madrid e Panathinaikos tra le altre, è recente aggiunta che possa portare pericolosità sul perimetro principalmente. Non ci è riuscito alla prima opportunita’, ma gli effetti della sua presenza saranno da verificare nelle prossime settimane, una volta che avrà interiorizzato il basket fatto di automatismi e letture dello Zalgiris, che richiedono un pizzico di attesa.

La squadra lituana fa fatica a ingranare e la rimonta playoff si complica sempre di più, ma i ragazzi in verde ci hanno abituato a esaltarsi al cospetto di sfide apparentemente impossibili per cui mai dare per morto lo Zalgiris Kaunas. Tuttavia, il tempo dei passi falsi stringe e il CSKA Mosca incombe: serve una reazione forte, da uomini veri. Da giocatori di Sarunas Jasikevicius.

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