Site icon Eurodevotion

Real perfetto: il Cska si interroga

Annunci

Quando si incontrano due assoluti fenomeni della panchina come Dimitris Itoudis e Pablo Laso lo spettacolo tecnico è assicurato.

I due Coach affrontavano questa gara un po’ come tutta questa stagione. Da un parte lo spagnolo, con un solo obiettivo ben dichiarato : tornare  sul tetto della competizione. Dall’altro Coach Dima, con l’altrettanto prestigioso ed ambizioso obiettivo di costruire la sua terza generazione vincente a Mosca, magari presenziando già alle Final 4 di Colonia.

La sfida del Wizink Center ha detto nettamente che il Real è più forte ed anche più avanti tecnicamente. 97-81 è punizione severa, ma la differenza c’è ed è chiarissima oggi.

 

Quali le 5 situazioni più incisive emerse dal venerdì’ madrileno? I 5 punti, classici, di #eurodevotion.

Non ci aveva tratto in inganno la breve serie di tre sconfitte, anche nette, principalmente dovute ad una mancanza di concentrazione sui 40 minuti. Questo Real è uno squadrone e se mette in campo difesa ed attenzione mentale per almeno 30 minuti diventa una montagna difficilmente scalabile per chiunque. E’ tale l’abbondanza di talento, la perizia tecnica di una guida come Laso e la capacità dei giocatori di crescere con l’importanza della gara da giustificare un ovvio e meritato ruolo da favorita. Barcellona, Khimki  e Cska, tre test di alto livello, sebbene e tutti affrontati tra le mura amiche, hanno detto che ad oggi la “casa blanca” ha un discreto vantaggio sul resto della truppa europea, dove forse solo l’Efes oggi regge il confronto. 54 punti di scarto rifilati agli avversari in queste tre gare non sono tutto, ma sono tanto.

Ciò che impressiona maggiormente ella squadra di Laso è proprio l’essere… squadra. Guardi i tabellini, spesso oppio di chi analizza, e ti accorgi che in fondo non dovresti sceglierne nessuno per i riconoscimenti individuali del turno. Poi riguardi la partita e capisci che in realtà ce ne sarebbero 6 o 7 da selezionare sempre. 5 in doppia cifra ed un sesto che la sfiora, quando sono stati 5 anche col Khimki (e due a quota 9): è proprio l’insieme e la varietà di soluzioni che dà un’idea di attuale superiorità. Ovviamente non si può non menzionare Facundo Campazzo, uno che ogni volta che lo vedi ti stupisce sempre di più per quello che riesce a creare, quando lo ritenevi impossibile. Laso è magistrale nella gestione dei minutaggi, proponendo quintetti che cambiano forma rendendo pressoché impossibile la lettura da parte degli avversari, che finiscono per perdere il controllo delle operazioni tecniche.

Che il talento a disposizione di Itoudis fosse molto inferiore a quello dello scorso anno lo sapevano tutti sin da fine mercato. La firma di Mike James aveva limato il gap con la formazione campione, ma “quei tre” (Higgins, De Colo e Rodriguez) non si sostituiscono in un’estate, nemmeno con la bacchetta magica.

La conduzione tecnica è tra le 3-4 migliori possibili, come dimostrano carriera e risultati nel caso di Itoudis, ma è chiaro che anche per lui quel concetto di “bacchetta magica” è assai complicato. Qualsiasi squadra che voglia competere oggi ad alto livello in Turkish Airlines Euroleague necessita di due guardie che attacchino in proprio e che creino per gli altri: qui c’è solo Mike James e non è un caso che appena sia sceso il rendimento del giocatore di Portland siano fioccate le sconfitte. Daniel Hackett garantisce un rendimento altissimo sempre, in piena sintonia con il coach e con quanto serve alla squadra, ma è altro tipo di giocatore. Strelnieks, altro che sa giocare,  è nel mezzo, seppur in crescita ed importante. Poi c’è, o meglio non c’è… , Will Clyburn. Regalare l’MVP di Vitoria (e forse anche delle prime tre gare, le uniche giocate) agli avversari che si trovano oggi è troppo, anche per un gruppo solido come quello moscovita.

Quel gap di talento poteva e doveva essere limato della presenza di due profili differenti rispetto al passato come Johannes Voigtmann e Kosta Koufos, ma il primo sta iniziando a comprendere solo ora i dettami tecnici di Itoudis, mentre il secondo pare ancora lontano dalla condizione fisica necessaria. Tempo di domande, ma soprattutto di assoluta necessità di un… Clyburn: si troverà sul mercato un profilo almeno simile?

Scommettere sul 24enne nativo di Anatuya era la classica “win-win situation”. Ovunque si guardi, a qualunque livello, quello che contraddistingue i giocatori provenienti dall’Argentina è il continuo miglioramento in carriera. Non si sa dove potranno arrivare, ma tutti raggiungono il massimo possibile e molti vanno anche oltre. Lavoro, voglia di emergere, amore per il gioco: forse tutto insieme sia chiama “garra”, non lo sappiamo, ma di certo è uno spettacolo.

Nel magico mondo “madridista” in cui si sa gestire l’inserimento di Doncic come quello di Garuba in presenza di leggende come Reyes, Rudy e Nocioni etc, si potrebbe pensare che il cammino di chi deve entrare, necessariamente in punta di piedi, in questo ambiente sia complicato. L’esatto contrario. C’è un club che sa come fare, un struttura che ti permette lavoro individuale come poche altre, una squadra che sa riconoscere chi merita questo palcoscenico. E questa squadra ha capito subito il valore di Gabriel Deck, forse il concetto di “ala piccola” più classico che ci sia.

Ieri sera 17+11 con 6 assist, in una gara completa e dall’impatto tanto silenzioso quanto devastante. perché Deck è anche, se non soprattutto questo: entra sotto pelle senza far male e quando ti accorgi che ti sta dominando è tardi.

 

Sinora 10 gare, record 7-3 con una singolare serie 2W-3L-5W ma soprattutto 6/6 in casa e solo 1/4 in trasferta, peraltro su campi non tra i più complicati in assoluto, escluso l’Efes. Al Wizink sono già passate Fenerbahçe, Maccabi, Barcellona, Khimki e Cska: tutte vittorie, ok, ma è chiaro che i conti da oggi in poi si faranno anche su questi campi, partire dalla metà di gennaio.

Il calendario, decisamente comprensivo, ora presenta altri tre turni casalinghi (Valencia, Olympiacos e Milano) subito dopo la visita all’ex Ayon a San Pietroburgo. Saranno 9 impegni tra le mura amiche sulle prime 14 gare, altra anomalìa in una programmazione che sta facendo storcere il naso a molti.

La superiorità tecnica di cui dispongono i “blancos” potrà essere dimostrata definitivamente quindi nel 2020, dove si potrebbe arrivare con una discreta dote di sicurezza maturata nei primi tre mesi e garantita da un record molto positivo. Non è un vantaggio da poco.

Exit mobile version