La Stella Rossa cede allā€™ASVEL dopo un overtime, tra i fischi dei tifosi.

Bella vittoria dellā€™ASVEL a Belgrado, dopo un overtime.

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Ammettiamolo, da questa partita in pochi si sarebbero aspettati uno spettacolo cestistico e, di fatto spettacolo cestistico non ĆØ stato. Tuttavia, credo fortemente nelle emozioni che lo sport regala e, in questo caso, di emozioni ce ne sono state molte.

La Stella Rossa conduce per tutto lā€™arco della gara, gestendo con calma e tranquillitĆ  il ritmo di gioco, finchĆ© un calo di concentrazione nellā€™ultimo periodo porta la partita al supplementare, con lā€™inerzia tutta dalla parte dei francesi. Il match termina 72-74 per Villeurbanne.

Analizziamo la gara:

  • Punteggio basso. Difese intense? No. Molta confusione in fase offensiva che ha portato a tiri forzati, fuori ritmo e mal costruiti. Molti dei canestri realizzati sono giunti da disattenzioni difensive da matita rossa, quali taglia fuori mancati o assenza di aiuti.
  • Tendere al cielo. Questo il punto positivo di questo incontro: le due squadre hanno regalo numerose giocate ad alta quota, tra schiacciate e stoppate (13 totali) che hanno compensato le carenze tattiche dei due team.
  • Overtime. Qui cā€™ĆØ la faglia che divide squadre di livello alto da squadre di piĆ¹ basso livello. Il blackout della Stella Rossa tra le mura amiche negli ultimi 8ā€² di gioco, in una partita da vincere, ĆØ la dimostrazione di una squadra a oggi poco solida, piĆ¹ come gruppo che per valore tecnico, discorso avallato dalla costanza dei francesi che non hanno alzato di intensitĆ  il loro gioco per costringere i serbi a errori. ƈ piacevole rivedere la Stella Rossa in Eurolega, ma ci aspettiamo di piĆ¹, almeno sotto il profilo della grinta.
  • I fischi. Un tema che va al di lĆ  della mera pallacanestro e abbraccia lo sport. Cosa rappresenta il fischio del tifoso rivolto alla propria squadra? Non ĆØ stata apprezzata la prestazione, si chiedeva piĆ¹ grinta o, semplicemente, bastava una vittoria. Spesso il confine tra una vittoria e una sconfitta ĆØ sottile e sono i millimetri a determinare una piuttosto che lā€™altra. Il fischio alla propria squadra ritengo sia un rituale da arena dei gladiatori che fa male allo sport e non aiuta minimamente una squadra in difficoltĆ . Nessun tifoso puĆ² arrogarsi questo diritto per protestare, perchĆ© ci sono sono infiniti modi per farlo e la cultura sportiva che viene trasmessa alle generazioni piĆ¹ giovani ĆØ totalmente errata.

About Post Author

Antonio Mariani

Laureando in Lettere presso La Sapienza di Roma e appassionato di Sport Business, viaggio ossessivamente per studiare le culture sportive nel mondo. Amante della narrazione, la studio, la ammiro e la pratico in ogni sua forma.
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