Valencia ed Asvel, due mondi attualmente differenti ed una vittoria fondamentale spagnola

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Nei pronostici di inizio stagione nessuno le accreditava di possibilità Playoff. Le prime cinque giornate avevano portato agli onori delle cronache i francesi, notevolmente sorprendenti con un record i 3-2 francamente inimmaginabile.

Zvezdan Mitrovic ha saputo dare una chiara impronta alla sua squadra e questo sinora aveva fatto tutta la differenza el mondo.

Altro mondo per Jaume Ponsarnau, peraltro molto discusso e su una graticola ormai tristemente abituale per troppi allenatori. Prestazioni altalenanti, quasi sempre male in Europa, sconfitte pesanti e qualcosa di realmente buono visto solo al Palau Blaugrana mercoledì scorso contro la corazzata Barça. Alla vigilia di questo match, indicato come quello in grado di far abbandonare quella casella vuota al capitolo W, la domanda reale era però un’altra: qualcuno veramente credeva che questo roster avesse (ed abbia in futuro) possibilità di fare bene in Turkish Airlines Euroleague? Suvvia, un po’ di realismo.

La gara della Fonteta è andata ai “taronja”, meritatamente, senza che si possa parlare di passo indietro per i francesi.

5 punti, per 5 flash che hanno caratterizzato una sfida certamente non di alto livello europeo.

  • Tonye Jekiri

Il centro nigeriano viaggia con numeri straordinari e sembra farlo incurante dell’avversario di turno. 11,6 punti e 10 rimbalzi con un PIR (valutazione) da 20,8 prima di allacciarsi le scarpe nello spogliatoio valenciano. E’ la vera sorpresa di questa lega e non ha mancato di dimostrarlo anche ieri sera, sebbene in una gara meno brillante del solito. Sa leggere le situazioni: per un centro non è poco.

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  • Rimbalzi

34-27 valenciano con un pesante 13-2 finale. Lo ha sottolineato anche Mitrovic, la gara è stata per grande parte persa lì. Solo Jekiri, peraltro appena sotto media a 9, è stato reale fattore sotto le plance per l’Asvel.

  • Livio Jean-Charles

Sbaglia i primi due tiri poi dice 9/9, facendo malissimo ai padroni di casa soprattutto vicino al ferro. Prodotto del vivaio francese, è uno di quei nomi dal “sottobosco” di Eurolega che impareremo a conoscere meglio. Non ha tiro da tre, ed è pecca non da poco, ma la verticalità e la capacità di muoversi anche lontano da canestro lo rendono un discreto giocatore. Parte importante dell’atletismo e della fisicità della squadra di Mitrovic.

  • “Quino to Dubi”

E’ la “connection” che vince la gara: Colom e Dubljevic. A parte un paio di giocate spettacolari, è su quest’asse che Valencia costruisce l’allungo decisivo. Male la difesa francese sul pick and roll, ma molto bene le spaziature “taronja”. Il problema di questa squadra è avere la stessa efficacia contro le grandi. D’altro canto il salto di qualità del centro è atteso da tempo. Buono, certamente, ma perché non può essere ottimo?

  • La parola ai Coach

«Non sono scontento, abbiamo giocato bene». Mitrovic vuol portare via dalla Fonteta il messaggio positivo, ben consapevole di essere molto oltre le attese.

«Dopo qualche errore di troppo in difesa abbiamo trovato ritmo, anche perdendo palloni. Le nostre guardie ci hanno portato alla vittoria nell’ultimo quarto e Quino è stato speciale con Dubi». Realismo, anche troppo, quello di Ponsarnau. Nonostante la vittoria, ci vuole ben di più in questa lega.

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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