L’Olimpia ai piedi di Rodriguez: Barça KO

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Straordinaria notte di pallacanestro al Mediolanum Forum. Milano ha risposto presente con un quasi “sold out” che non arrivava ormai dalla prima stagione della nuova era di Eurolega.

L’Olimpia trionfa dopo una gara non tecnicamente trascendentale per lunghi tratti, in cui i catalani non sono stati  in grado di chiuderla mentre l’avevano completamente in mano ed i biancorossi non parevano avere in canna il colpo per rientrare veramente.

Ma queste notti sono così, spesso più emotive che altro ed il merito di questa Olimpia è quello di avere mantenuto in gara i 12000 di Assago sino all’ultimo, decisivo quarto.

Se nel capoluogo lombardo non era ancora chiarissimo, c’è un fenomeno clamoroso alla guida della squadra in campo: Sergio Rodriguez, campione assoluto, leader inimitabile. Milano, oggi, è ai suoi piedi. Insieme a Mike James e Danilo Gallinari è la cosa più bella vista in biancorosso dai tempi di Bodiroga.

I 5 abituali punti di #eurodevotion, per provare a separare situazioni che ci sono parse più significative di altre.

  • Sergio Rodriguez e Luis Scola

Hanno giocato ad alto livello per tutta la carriera, lo hanno fatto in NBA, in Turkish Airlines Euroleague così come nei  campionati domestici e con le maglie delle rispettive nazionali. Il solo fatto che siano in campo è garanzia di qualità assoluta e, soprattutto, del fatto che saranno in grado di influenzare al massimo le scelte degli avversari.

Lo show del Forum resterà lungo nella memoria di tanti appassionati, non soltanto tifosi meneghini. Difficile trovare aggettivi per le triple e gli assist dello spagnolo e per quella giocata in anticipo dell’argentino. Ed è solo una parte di quanto si potrebbe elencare. Sicuramente, oltre a caratteristiche tecniche che tutti conosciamo da anni, vi è un lato di entrambi che impressiona assai favorevolmente e riguarda la leadership. Sergio e Luis hanno in mano la squadra al 100%. Non manca mai una parola per qualsiasi compagno, anche dura se serve. Le grandi squadre, oltre ad un grande Coach, hanno queste solide basi. Milano non è oggi una grande squadra, ma ha proprio quelle solide basi per diventarlo.

A volte il destino è assai beffardo, a volte regala sogni. Il Chacho oggi è certamente in piena discussione per essere MVP di Turkish Airlines Euroleague. Chi è l’altro candidato principale? Mike James, ovviamente…

  • Gudaitis su Mirotic e quel Della Valle…

Regalare l’intero reparto di playmaker non è situazione leggera per nessuno, neanche se sei il Barcellona favoritissimo per questa lega. Basterebbe già tutto ciò per comprendere tante situazioni, ma una ci rimane in testa più di altre: i diversi minuti di Gudaitis in difesa su Mirotic. Accoppiamento impossibile ed improponibile nella normalità (ovvio poi c’è Messina ed allora l’impossibile non esiste…), non viene mai sfruttato a dovere dai blaugrana, cercando il fenomeno  di Titograd poco e male, laddove per male si intende in situazioni dove il difensore lituano non paga il normale dazio. Perché? Solo perché serve un playmaker per queste letture al meglio? Certo è che la condizione atletica di Mirotic non è mai parsa troppo brillante ieri sera e questo probabilmente è il chiarimento numero uno.

Amedeo Della Valle. Poche storie, chi scrive apprezza altri tipi di giocatori e non lo ha mai nascosto, ma di fronte a certe prove non si può certo pensare di tirare giù il muro a testate… Notevole impatto ed è già la seconda volta che accade questa stagione. Segna i tiri che deve e propone anche un possesso difensivo di qualità. Ecco, la crescita del giocatore passa attraverso il cambiamento di queste cifre: “è già la seconda volta…” e “un possesso difensivo…”. Siccome sono numeri che si possono allargare anche alla scorsa stagione, quello che Milano si attende è che diventino costanze, non unicità. Anche perché oggi, diversamente dal passato, ci sono un coach ed un sistema che vogliono coinvolgere, non separare.

  • D come dettagli, D Come difesa

Difesa, appunto. Affrontando la migliore del torneo (ne parleremo dopo) era necessario provare ad essere pari, se non migliori, con uno sforzo collettivo totale. Ed è quello che è arrivato ancora una volta da parte dell’Olimpia. Che ha giocato abbastanza male a tratti come a Berlino, come con lo Zalgiris… ma non è mai andata sotto di brutto perché  quella base difensiva è struttura che ti fa galleggiare quando serve e ti fa volare quando puoi. Se a fine primo tempo lo score fosse stato molto più pesante non ci sarebbe stato nulla da dire. Vero è che i pigri catalani ci hanno messo del loro con attacchi un po’ troppo supponenti, tuttavia sono la voglia  e la forza di non mollare la caratteristica che Messina sta inculcando in questi ragazzi, attraverso un sistema organizzato nei dettagli che copre le lacune individuali. Non mi viene in mente cosa si possa chiedere di più ad un allenatore. Corretto ricordare che molti di questi atleti mostrarono resilienza già lo scorso anno in parecchie situazioni ed altrettanto sottolineare che in mezzo a tante giocate vincenti e memorabili nell’ultimo quarto, senza due triple miracolose di Nedovic nella prima metà della gara oggi si parlerebbe di ben altro. Ma si sa, «vedete com’è il basket»… Il maestro Giordani è sempre più attuale.

Chiedere di più si può invece a  Kaleb Tarczewski. Ancora ieri, per l’ennesima volta, una serie di errori, soprattutto falli totalmente inutili, poco furbi ed assi dannosi. Sappiamo bene che i lunghi maturano più lentamente per ovvie ragioni di gioco (rispetto ad un piccolo nei primi anni di carriera saranno coinvolti il 10-15% delle volte) però diventa anche incomprensibile come non si vedano passi avanti, se non minimi e contro avversari di LBA, ovvero una lega in cui se trovi 3 centri è un miracolo.

  • La difesa e la transizione offensiva blaugrana

Facilmente indicabile come eccellenza assoluta dopo il notevole inizio di stagione, conferma tale giudizio per 20 minuti, prima di crollare sotto il peso delle prodezze milanesi, di qualche acciacco di troppo e di una freschezza che è venuta a mancare. Non è un campanello d’allarme per Pesic, ci mancherebbe. Che sia una squadra allenata da lui lo si vede da un miglio di distanza, tuttavia una situazione che non convince, e non solo in questa gara, riguarda la transizione offensiva. Perché questo Barça, straordinariamente organizzato dietro, rifiuta pressoché totalmente l’idea di attaccare a ritmo più alto (di contropiede non parliamo nemmeno) affrontando la maggioranza dei possessi con la precisa volontà di abbassare i tempi di gioco e di entrata in quei giochi?

Se la risposta sta nell’assenza dei playmaker possiamo comprenderla, altrimenti…

  • Le parole dei Coach

Svetislav Pesic arriva da una settimana in cui non sono certo mancate polemiche riguardo le sue parole, soprattutto in relazione all’ormai celebre «Nachbar non è normale» riguardo la richiesta del Presidente di ELPA (Associazione giocatori di Eurolega) di non iniziare la preparazione prima del 24 agosto. Come sempre senza peli sulla lingua riassume tutto in due concetti : «Senza la corretta energìa in Eurolega non vai da nessuna parte. Giocare senza i playmaker e con l’unico disponibile che ha nelle gambe un solo allenamento è difficilissimo, ma non siamo qui a trovare scuse e Milano ha giocato una grande partita». Magari chiedergli di quei  diversi minuiti di Gudaitis su Mirotic non sarebbe stato male…

Ettore Messina ha una di quelle facce che, anche se vogliono essere misurate ed equilibrate, sono specchio di grandissima soddisfazione. Il travestimento di Halloween da “Mr Negative” non è proprio riuscito. «Poteva essere una gara in cui rimanevi lì, come per i primi tre quarti,  a meno 5, meno 6, senza riuscire mai a tornare a contatto. Non è stato così perché non abbiamo mai lasciato loro nulla di facile in attacco e nel momento decisivo Luis ci ha dato un paio di giocate fondamentali per l’energia nostra e dell’arena». Forse nemmeno lo stesso Coach pensava di poter essere così avanti ad inizio novembre. E non si parla di risultati, che al momento sono più o meno gli stessi dello scorso anno, addirittura peggio in campionato, ma di pallacanestro, dove c’è un abisso a favore di questa squadra. E quell’abisso si chiama difesa.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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