Zenit e Panathinaikos: vince il più forte

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La Sibur Arena di San Pietroburgo vive una serata di buona pallacanestro alternata ad ingenuità francamente poco consone al livello di Turkish Airlines Euroleague.

I padroni di casa rincorrevano l’impresa in stile Asvel, ovvero battere consecutivamente le due ateniesi. Il Pana voleva semplicemente allontanare il vento di crisi che soffiava già su  Oaka.

Ha avuto la meglio la squadra ateniese perché oggi è più forte e più esperta.

Nei consueti 5 punti di Eurodevotion l’analisi di una gara che al momento non dà grandi speranze future di gloria né per i vincitori, né per i vinti.

  • Gustavo Ayon e la magìa del centro che passa bene

E’ il Calathes dei centri. E non bisogno fossilizzarsi sugli assist, ma sul movimento di palla perfetto che crea sempre, posizionandosi al meglio e spostando la sfera sempre al posto giusto. In una pallacanestro spesso omologata, vedere il messicano è piacere per gli occhi ed il cuore di chi ama il gioco. Vuol fare il ministro nel suo paese tra un po’, ma per ora ci auguriamo che la carriera politica inizi il più tardi possibile.

  • Numeri, triple e… Nick! 

Nel gioco di oggi se fai 9/30 da tre vinci difficilmente, se poi l’avversario fa un meno esaltante ma comunque migliore e più controllato 6/17 diventa già più dura. E lo è anche se prendi 38 rimbalzi a 31 e tutto sommato la passi che decentemente (20 assist), non fosse che ne getti la vento 15, conteggio in cui svetta clamorosamente Alex Renfroe (5 perse), attualmente oggetto assai misterioso nel cielo di San Pietroburgo insieme ad Austin Hollins. C’è qualità nei 27 assist e sole 9 perse dei “greens”: ma come fai a non aver qualità se il tuo giocattolo è nelle mani di Nick Calathes, che ha smazzato  15 assist a fronte i 2 perse? Il buon Nick continua ad avere visioni che gli esseri umani non possono nemmeno immaginare.

  • Jimmermania

Terzo quarto in pieno stile Brigham Young: se Jimmer è questo allora cambia tutto. Ma la domanda è semplicissima: quante difese rivali in questa lega permettono l’esplosione della Jimmermania? Evitiamo accuratamente stereotipi del genere “c’è un pallone solo e ci sono Calathes, Fredette e Rice…” ma limitiamoci ad una considerazione sulle reali possibilità del fromboliere nativo di Glens Falls. Se l’impatto offensivo si accompagna ad un inserimento nel sistema in stile Jaycee Carroll, allora ci siamo eccome. Ecco, poi bisognerebbe chiedersi se quel sistema, con Pedoulakis, c’è veramente…

  • Resilienza russa 

Lo Zenit di Plaza non molla mai. Lo avevamo capito al Pireo, ne abbiamo avuta conferma  ieri sera. Certo è che se viaggi ad 88,8 punti ogni 100 possessi la vallata si oscura facilmente, ancor più se concedi il 61,7% da due. Questo Zenit i Playoff non li farà ma è certo che piazzerà qualche colpaccio, sia casalingo che esterno, in virtù di una resilienza che il coach nativo di Barcellona, grande appassionato di letteratura, ha già mostrato quando era a Malaga. Tra le cose da sistemare sicuramente la valorizzazione effettiva di Mateusz Ponitka, che ha sempre numeri all’apparenza eccellenti ma tuttavia, se si va in profondità nelle statistiche avanzate, sono cifre che si ribaltano in negativo. il giocatore c’è, è la squadra che deve crescergli intorno.

Il Panathinaikos ha due missioni chiare in questo momento della stagione: migliorare la qualità dei possessi offensivi, slegandoli dal solo immenso talento di Calathes, e cominciare a difendere sul “pick and roll” in maniera che sia almeno accettabile. Il problema è che per questa situazione mancano protagonisti in grado di farlo, quindi ci vorrebbe un sistema di squadra a prova di bomba.

  • La parola ai Coach

«Se vogliamo vincere queste gare dobbiamo imparare come giocare queste gare». Facile, no? Parole e musica di Joan Plaza, uno che non la prende mai da lontano. «Ma sono fiero dei miei giocatori, lottar fino all’ultimo è tanto per noi».

«A parte i primi tre minuti abbiamo giocato bene, non buttando mai la palla». Pedoulakis accenna a quella ratio 27/9 assist/perse di cui abbiamo già parlato. Ma sa bene che è nelle mani di Calathes al 100%.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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