Da Mirotic a De Colo: gioie e dolori dei primi due turni

Le prime due giornate ed alcune curiosità emerse.

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La seconda giornata di Eurolega è andata in archivio consegnando alcuni verdetti sorprendenti come il Fenerbahce ancora a zero punti e l’Asvel Villeurbanne imbattuto insieme a Real Madrid, Barcellona, Cska e Khimki.

Gli spunti emersi da queste prime diciotto gare di Turkish Airlines Euroleague sono molteplici.

In perfetto stile Eurodevotion abbiamo provato ad utilizzare cinque giocatori simbolo per descrivere alcune situazioni tecniche, ambientali delle prime settimane di gara.

NANDO DE COLO: il campione d’Europa della passata stagione, con il CSKA Mosca, è stato uno dei colpi pregiati del mercato del Fenerbahce. I turchi sono partiti male, subito con due sconfitte. Il calendario non è stato amico del team di Obradovic viste le immediate due trasferte ma al di là dei risultati sono alcuni scricchiolii, non soltanto tecnici, a fare rumore. Il coach non ha nascosto, ad esempio, critiche allo staff medico per la gestione dell’infortunio di Lauvergne. Il suo connazione De Colo è il giocatore più utilizzato in queste giornate di una squadra che sta facendo terribilmente fatica da un punto di vista offensivo. Due dati lo dimostrano in maniera netta: 66.5 di media punti segnati e il 79 di Pace, la statistica avanzata che permette di analizzare il ritmo di gioco di un team. Il dato di 79 è il peggiore di tutta l’Eurolega.

GREG MONROE: il centro, ex Detroit Pistons, è uno dei nuovi giocatori americani, senza precedente esperienza europea, arrivati ad indossare la casacca di uno dei team facenti parte dell’Eurolega 2019-20. Le complessità di ambientamento, in queste prime settimane, sono state subito evidenti. Shelvin Mack ha ricevuto molte critiche, Wesley Johnson è sembrato ancora spaesato e gli altalenanti lampi di Fredette sono dimostrazioni evidenti di difficoltà. Gregory Monroe, al contrario, si sta distinguendo in positivo: 11.5 punti di media, 10 rimbalzi, 3.5 assist nonostante percentuali di tiro non ancora lusinghiere. Il Bayern Monaco, dopo Williams nella passata campagna europea, sembra abbia pescato ancora benissimo oltre oceano.

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MARTIN HERMANNSSON: l’esterno islandese ha bagnato alla grande il suo esordio nell’Europa che conta. Due gare con 10 assist di media, dato rilevante in ogni caso ma che acquisisce ancor più valore a fronte delle sole 3 palle perse in due partite in 22 minuti di impiego per gara. Hermannsson è l’emblema dell’efficienza offensiva dell’Alba Berlino. La formazione tedesca, infatti, ha avuto un offensive rating, nelle due uscite, di 109.2, dato clamoroso se paragonato al 94.4 medio della competizione.

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JEREMY EVANS: 3 stoppate per l’americano nella vittoria del suo Khimki contro il Baskonia. I russi si candidano ad essere una delle mine vaganti del torneo anche grazie ad un ritmo di gioco sostenuto, favorito dall’abilità di “dialogo” tra Shved e lunghi rapidi a correre il campo come Evans. In attesa del pieno recupero di Mozgov coach Kurtinaitis può dormire sonni tranquilli.

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NIKOLA MIROTIC: il Barcellona è partito in maniera sontuosa. Due vittorie in trasferta, autoritarie, per nulla banali e scontate. La regina del mercato sta mostrando in campo internazionale il proprio meglio. Le sconfitte in Supercoppa ACB contro il Real Madrid e in campionato contro Andorra sono fisiologiche per formazioni che devono affrontare tante partite di livello ed in pochi giorni. Nikola Mirotic con 20.5 punti e 7 rimbalzi è già il leader dei catalani.

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