Jaycee Carroll è ancora una volta clutch: il Real soffre e vince, ma il Maccabi esce a testa altissima da Madrid

Eurodevotion
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Finale al cardiopalmo al Wizink Center di Madrid tra Real e Maccabi Tel Aviv. Jaycee Carroll decide con la “sua” tripla in uscita dai blocchi a due secondi dalla sirena uno dei piatti forti del secondo turno di Turkish Airlines Euroleague.

86-85 il risultato finale di una partita che non ha deluso le aspettative e che andiamo ad analizzare attraverso i 5 punti di Eurodevotion:

Il Maccabi e il mid-range

La squadra israeliana approccia il match con le idee chiare in entrambe le metà campo: se in difesa l’obiettivo è quello di portare la maggior pressione possibile sulla palla per cercare di limitare la visione di gioco di Facundo Campazzo e non far entrare in ritmo la batteria di tiratori madrilena, dall’altra parte gli uomini di Coach Sfairopulos puntano con insistenza sul pick and roll centrale, specie con Scottie Wilbekin in conduzione, con l’idea di costringere Walter Tavares a coprire una porzione maggiore di campo, per giunta spesso in condizione di inferiorità numerica, grazie al metro di vantaggio di cui gli esterni ospiti godono grazie alla qualità dei blocchi di Tarik Black. La mossa paga fin dalle prime battute: il centro capoverdiano rimane al di qua della linea del tiro libero e viene costantemente punito dai floater e dalle conclusioni arresto e tiro di Wolters e Dibartolomeo, oltre che della point guard ex Darussafaka Istanbul. 66,7% da 2 per gli ospiti alla prima sirena, prima che l’ingresso di Jordan Mickey cambi le cose.

Jordan Mickey, alternativa extra-lusso

Fin troppo facile sottolineare la profondità del roster a disposizione di Pablo Laso, che ha la fortuna di poter contare su una batteria impressionante di campioni in grado di cambiare le partite da un momento all’altro. A quest’ultima si è aggiunto in estate il big man proveniente da una ottima stagione di esordio in Eurolega con la maglia del Khimki Mosca. Il tabellino reciterà 16 punti, 11 rimbalzi e 6 falli subiti in poco più di 20 minuti di impiego, con un solo errore al tiro. Dati che trasferiscono solo in parte la sensazione di dominio esercitato sulla partita, specialmente nel secondo quarto. La sua presenza cambia la geografia dell’attacco israeliano, costretto a forzare conclusioni da oltre i 6,75 in un momento della partita in cui i suoi attaccanti non riescono più a ottenere vantaggi al cospetto di una difesa finalmente più aggressiva e pronta a ribaltare velocemente l’azione trovando canestri facili in contropiede sull’asse Llull-Causeur. Tornando al numero 25 dei blancos, a tratti si resta a bocca aperta di fronte alla completezza tecnica di un giocatore  in grado di segnare praticamente in tutti i modi e di procurasi viaggi in lunetta con la sapienza di un veterano.

Un Real a due velocità

Il Coach dei padroni di casa compie una scelta chiara nell’ambito della gestione delle rotazioni, concedendo alternativamente un quarto intero al quintetto base Campazzo-Taylor-Fernandez-Randolph-Tavares e alla “second unit”. Se questa strategia aveva complessivamente funzionato nella sfida inaugurale contro il Fenerbahce, questa sera ha dato l’impressione di evidenziare le ripetute pause che hanno impedito al Real di venire a capo di un Maccabi mai domo ben prima del 40′. Lo starting five, infatti, non ha mostrato la consueta brillantezza e fluidità nella circolazione di palla, eccetto i frangenti durante i quali Facundo Campazzo ha acceso la luce nella manovra dei blancos, costretto spesso a inventarsi soluzioni estemporanee contro la difesa schierata. Nei momenti in cui il Real è sembrato prendere ritmo, buona parte del merito va attribuita alla panchina, in grado di fornire un cambio di passo tangibile.

Sfairopoulos è una garanzia

Neanche 7 giorni fa tornava dalla trasferta di Mosca battuto e con una sensazione di inferiorità della sua squadra rispetto al Khimki superiore ai 6 punti di margine scritti sul tabellone della Arena Mytishchi. La sfida ai Campioni di Spagna avrebbe potuto portare in eredità una sconfitta pesante e in grado di gettare ombre sulle prospettive della stagione della squadra-nazione della capitale di Israele. Invece, il tecnico greco e i suoi giocatori hanno svolto bene i compiti a casa, presentandosi con la faccia giusta fin dalla palla a due: coraggio nel prendersi responsabilità in attacco e spirito di sacrificio in difesa. Senza dubbio i margini di miglioramento restano ampi (86 punti al passivo non sono ancora risultato soddisfacente) in un gruppo con diversi elementi ancora ai primi passi in questa competizione, ma se l’ex Olympiacos riuscisse a convincere i suoi ragazzi a difendere in 5 per 40 minuti, allora il Maccabi avrebbe tutte le carte in regola per essere team da playoff dopo un paio di stagioni tormentate e, forse, anche qualcosa di più. Tempo e lavoro, sempre che ci sia una pazienza maggiore del passato recente.  

E alla fine arriva Carroll!

Passano le stagioni, nuove stelle si prendono la scena, ma il gioco sembra non volersi dimenticare dei suoi antichi (?!) proprietari, di coloro che ne hanno scritto la storia e che non hanno la minima intenzione di cedere il passo. Nel momento maggiore di difficoltà madridista, in un quarto periodo in cui le aree sembravano terre di controllo per gli uomini in blu, la squadra di casa si è aggrappata alle triple della sua guardia 36enne, oltre alle preziose giocate sui due lati del campo di Gabriel Deck. Il canestro da tre punti a 2.4″ dall’ultima sirena, che decide un finale dalle mille emozioni, è quell’uscita a ricciolo dai blocchi che abbiamo ammirato decine di volte senza stufarci mai, una giocata conosciuta a memoria da tutti gli staff tecnici, ma eseguita con una tale qualità e velocità di esecuzione da rendersi pressoché inarrestabile. Un inno alla pallacanestro. Lunga vita a campioni come Jaycee Carroll.

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