Il Barcellona? Impressionante!

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Lo aspettavamo tutti e la curiosità, come la voglia, di vedere una sorta di “dream team” dell’Eurolega moderna era tantissima: pienamente ripagata. Questo Barça fa paura da subito!

Il test era di quelli estremamente seri, con più di qualche semplice insidia, ovvero i finalisti 2019 di Ergin Ataman, orfani sì di Shane Larkin (nulla di grave lo stop in allenamento) ma titolari di ottime recenti performances come quelle in Supercoppa nazionale, vittima il Fenerbahçe.

Insieme alla gara di Madrid tra Real e Fener si trattava della partita certamente più interessante della prima giornata e non ha deluso per nulla le attese fornendo indicazioni già di un certo peso che andiamo ad analizzare nella consuetudine dei nostri 5 punti.

  • MVP! MVP! MVP! Meglio di lui, nel primo turno, forse solo il superlativo Mike James  in perfetto controllo ammirato a Valencia: Nikola Mirotic ha impiegato poco tempo a mettere le cose in chiaro. Che fosse di livello superiore per questa competizione lo dimostra la carriera “di là”, che mostrasse sin dai primi giorni di ottobre un linguaggio del corpo di tale famelicità non era per nulla scontato. Alle parole estive sono seguiti immediatamente i fatti. Lotta, sbraita, protesta: è pienamente nel sistema Barça. Ha fisicità e tecnica  tale da poter dominare contro qualunque avversario, perché quei 208cm ti fanno male in post esattamente come quei polpastrelli sensibilissimi ti possono massacrare da 8 metri. Libidine!
  • Alto-basso, difesa e minutaggi. Gestione lineare, idee chiare ed occhio lungo su una stagione massacrante. Avere un roster infinito è una benedizione, gestirlo può anche essere drammaticamente difficile ed i momenti di tensione non mancheranno.  I primi passi di una vecchia volpe come Pesic sono la normalità della perfezione. 10 uomini in campo, tra i 13’00” di Abrines ed i 27’00” di Claver. L’assenza di  Heurtel e Pangos  non è nemmeno menzionabile, e questo dice tutto o quasi. La ricerca delle combinazioni tra 4 e 5 riporta ad un gioco vero troppo spesso dimenticato, mentre l’abnegazione difensiva di tanti singoli campioni la dice lunga sulla retta via catalana.
  • Alec Peters è il classico “uomo giusto nel posto giusto”. Nulla di casuale ed imprevisto nella sua ennesima ottima prova in maglia Efes. “Perfetcly fitting” dicono in America, qui ci limitiamo a sottolineare come difficilmente si sia vista una tipologia di giocatore, magari non fenomenale, in grado di entrare alla perfezione in un sistema ben collaudato. Per il resto concedere un Larkin è tanta roba, che diventa troppa se di fronte hai i “blaugrana”. Ataman, nella sua concezione visionaria del gioco ,ci regala più Tolga Gecim che Chris Singleton, ma paga un 10/39 dall’arco che diventa addirittura 6/34 se si esclude l’80% del menzionato Peters. Alcuni erano buoni tiri, altri, troppi, sono stati forzati a causa del predominio totale della retroguardia catalana.
  • Si diceva dell’attesa del Barça, la cui percezione collettiva in estate ha svariato dall’incommentabilità della “collezione di figurine” ad un deciso quanto leggermente azzardato “ha già vinto tutto”. Con un poco di equilibrio sarebbe bene sottolineare come la verità stia nel mezzo, forse spostata un po’ verso un cielo terso e… blaugrana. Blu appunto, come è un cielo terso e “grana” come il colore del sangue che dovranno sputare gli avversari per batter questa squadra. Ciò che ha impressionato di più è l’attuale già ottima graniticità ed ancor maggiormente il margine di miglioramento che c’è. Quando la palla gira a buon ritmo, quando l’applicazione difensiva è totale, siamo vicini all’ingiocabilità per gli altri. ma oggi tutto ciò non è ancora continuo e si può solo crescere. Qualcuno si è per caso accorto della serata negativissima al tiro di Cory Higgins? Ecco, stiamo parlando del co-MVP di Vitoria (nei verdetti ufficiali dei premi  crediamo il giusto…). Della virgola di Kuric ed Abrines? Poi ti guardi attorno e scopri che Hanga, con 5 punti e 2/6 dal campo, la gara l’ha dominata in lungo ed in largo. Se non è straordinaria abbondanza e notevole possibilità di crescita questa…
  • Noi eravamo presenti al Sinan Erdem con la nostra Deniz Aksoy ed in conferenza stampa abbiamo potuto raccogliere la soddisfazione ed il realismo di Svetislav Pesic per la prova dei suoi, con un occhio di riguardo per gli avversari: «Gli mancavano giocatori importanti, oggi tutti abbiamo bisogno di tempo, ma la nostra voglia di difendere e la protezione dei tabelloni soprattutto nel secondo tempo ci ha dato la partita». Ataman non si smentisce nella sua assoluta unicità. Non ne vuole sapere di dirci se Shane Larkin rientrerà a breve, non mostrando esattamente una grande felicità nel doverne parlare con un perentorio «Non so non ne ho idea», poi lancia una frecciatina nemmeno troppo velata al suo leader Vasiljie Micic: «Nel secondo tempo, quando ha iniziato a giocare…». Schermaglie tra grandi, è solo l’inizio e non va dimenticato che lo scorso anno ci furono un’asfaltata per parte in stagione regolare e poi una serie durissima che vide i turchi prevalere solo in gara 5. La rivalità è servita.

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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