Daniel Hackett: Il Mondiale è stata la mia ultima esperienza con la Nazionale

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Metti una chiacchierata tra amici, metti un po’ di cose da condividere e tante storie di pallacanestro. A volte poi accade che queste storie lascino spazio ad altre, che riguardano le persone, le proprie decisioni ed il futuro che per tutti necessita di riflessioni.

– Come va Daniel, tutto bene? Pronto per una nuova grande stagione ?

«Sì, prontissimo, VTB già iniziata e solo due giorni al via dell’Eurolega. Ci siamo».

– A questa stagione ci arrivi dopo un’altra estate, tra tantissime, passata con la maglia azzurra: cosa ti rimane di questa esperienza?

«Ci siamo fatti un bel mazzo, ci abbiamo provato, il risultato non è stato il massimo che speravamo però abbiamo raggiunto l’obiettivo minimo, cioè il Preolimpico. E’ stata un’estate produttiva, ci tenevo tanto a giocare un Mondiale ed averlo fatto mi riempie di orgoglio»

– Ho la sensazione che ci sia qualcosa in questa chiacchierata che dobbiamo approfondire…

«Credo di essere arrivato ad un bivio, o meglio al capolinea. Con grande serenità ti dico che credo sia giusto lasciare spazio alle nuove generazioni che meritano di giocare. Ci son ragazzi come Spissu, Moretti, Mannion che hanno bisogno di fare questa esperienza e di farla al più presto. E’ ora che mi faccia da parte e voglio dirlo in anticipo in modo che ci sia il tempo per programmare. Al Mondiale ho giocato l’ultima gara in azzurro».

Decisione che viene da lontano oppure maturata negli ultimi giorni? E quali sono le ragioni principali?

«Viene da dopo il Mondiale, obiettivo a cui, come ti ho detto tenevo particolarmente. Ho la certezza di aver sempre dato tutto ciò che avevo in tantissime estati e questo è fondamentale. Ora è tempo di farsi da parte per ragioni che ritengo tanto personali quanto giuste».

«Ho una figlia che compie 3 anni proprio in questi giorni, lei sento che ha bisogno di me, la mia famiglia ha bisogno di me ed io sento proprio che sia giusto starle vicino, come lo è  stare vicino alla mia gente. E’ una scelta molto serena che mi fa piacere condividere con chi mi vuole bene. Non ho nessun rimpianto, ricordo con grande piacere tutte le stagioni giocate in azzurro».

L’estate “libera” può voler dire molto anche per la tua carriera, poiché avrai tempo di lavorare sul tuo corpo al meglio, visti i ritmi stagionali che permettono poco in quel senso…

«Certamente, sarà importante. Avrò la serenità di dedicarmi alla mia famiglia e di poter prendermi cura del mio corpo. Sarò ripetitivo, ma è proprio la serenità di questa decisione che mi piace trasmettere in questo momento. Poi sai, i giocatori passano ma la maglia azzurra resta ed oggi tocca ad altri giustamente».

Ok Daniel, ora mi sono ripreso dallo choc e ti chiedo due cose sulla stagione che si apre in questi giorni… Grandi cambiamenti in casa Cska dopo il titolo a Vitoria: come la affrontate?

«Dai campioni ci si attende sempre moltissimo. Abbiamo grandi responsabilità. Dopo un cambiamento profondo in cui abbiamo perso pezzi da novanta sono arrivati nuovi giocatori che devono dimostrare di essere pronti, come ognuno di noi ha dovuto fare quando è arrivato al Cska. E’ ottobre, si parte da zero a zero, questo è il bello. Lavoriamo e vediamo dove arriviamo».

Una curiosità ce l’ho e non può che essere su Mike James, da tanti descritto come “la sfida della stagione”. Che giocatore e compagno hai trovato?

«E’ motivato, è entusiasta di essere qui. Deve adattarsi ad un sistema ed il sistema deve fare lo stesso con lui. Ma alla fine ti dico che è un assassino della pallacanestro, quando decide di fare una cosa è dura fermarlo…»

Metti una chiacchierata tra amici, metti l’Eurolega e poi… poi Daniel si apre e da persona vera che è ti racconta del suo futuro, dell’uomo prima che del giocatore.

In azzurro ci manchi già Dany.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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