Il Chacho e la difesa dell’Olimpia spengono un Fenerbahçe molto stanco. Messina: Stiamo bene insieme ed abbiamo voglia di difendere

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(foto Twitter @paobcgr)

Un’altra buona prova dell’Olimpia che va valutata più in termini di principio piuttosto che di risultato. Se è vero che vincere aiuta a vincere, è altrettanto vero che non c’è nulla come  la crescita di un sistema ad aumentare fiducia e consapevolezza in un percorso di creazione di una squadra completamente nuova.

La nostra consueta analisi, questa volta in tre punti per lasciare più spazio alle parole di Ettore Messina, che ringraziamo per la disponibilità dopo la gara, in una serata che non prevedeva alcuna conferenza stampa.

  • I turchi sono arrivati nella notte con un charter messo a disposizione dall’organizzazione del torneo, dopo aver giocato giovedì a Treviso e venerdì a Bologna. Senza Datome e Lauvergne, entrambi per ragioni precauzionali, De Colo, che si unirà alla squadra da lunedì e Vesely, per cui ci vorrà ancora qualche tempo, diciamo che domani, dopo la “finalina”, il volo verso Istanbul sarà la cosa più gradita vissuta in queste ultime 72 ore da Obradovic e soci. Che però giocano seriamente, come sempre, provandoci fino a quando non si capisce che di più non si può fare. C’è una Supercoppa da giocare giovedì a Gaziantep contro l’Efes, quando almeno uno dei due riposi precauzionali terminerà (Gigi o Joffrey). L’esordio in Eurolega sarà a Madrid, quando lo staff turco “spera” di poter avere tutti a disposizione.
  • Per entrambe le squadre vale un concetto molto chiaro: se l’entrata nei giochi è abbastanza rapida e con ritmo, si vede una pallacanestro, altrimenti siamo ad una qualità inferiore. Ovvio che si stia parlando del 21 di settembre, tuttavia certe cose sono molto chiare. Sloukas e Rodriguez sono due splendidi, differenti direttori d’orchestra: se possono giocare a ritmo di un certo tipo, parlando proprio più di transizione offensiva che di reale contropiede, sono in grado di creare cose che pochi altri sanno fare. La presenza dei centri in post basso durante la transizione è una chiave importante. Impossibile non pensare a Vesely e Gudaitis in questa fase, ognuno per le sue caratteristiche.
  • E’ domanda che ho fatto a Messina molto direttamente: a mio parere a Milano non si è ancora valutato al 100% che razza di straordinario fenomeno sia Sergio Rodriguez, uno che può, se non dominare, almeno portare le gare sul suo terreno preferito… Il Coach ha risposto con un chiarissimo «Mi fa piacere quello che dici… Non so se dominare sia la parola giusta, ma di certo parliamo di qualcosa di notevole». Ecco, Oaka ha apprezzato sin da subito. Almeno 4 volte parecchia gente in piedi ad applaudire ed ancor di più gli “oooohhhh” di meraviglia di fronte ad un campionario di finte, crossover, jumper, triple ed assist al bacio. Insieme a Danilo Gallinari, ma molto più avanti come maturazione rispetto al giovane Gallo, è la cosa più bella della Milano di Armani. Tutta da godere, come è sempre stato per la sua intera carriera, NBA compresa. Avranno apprezzato anche Jordi Bertomeu ed il Segretario FIBA Andreas Zagklis, la cui calorosa stretta di mano tutti speriamo possa essere un passo verso il futuro.

 

LE PAROLE DI ETTORE MESSINA

Del Chacho abbiamo già detto, poi però abbiamo toccato altri argomenti interessanti.

A che punto è il tuo percorso di preparazione?

Stiamo bene insieme ed abbiamo voglia di difendere: mi pare un’ottima cosa. In attacco ci volgiamo passare la palla, ci sono più cose da correggere ma la strada è quella giusta.

Kaleb e Paul, oggi i centri a tua disposizione, devono certamente  adattarsi a due tipi di giocatore differente come il Chacho o Mack, così distanti nell’interpretazione del “pick and roll”. E’ situazione su cui lavorate costantemente?

Sì e fa parte del percorso di crescita della nostra squadra. Siamo all’inizio ed è normale serva un periodo di adattamento.

A proposito di centri, eccoci a Gudaitis, e già che ci siamo ti chiedo anche di Nedovic: stai preparando la squadra ad iniziare la stagione senza entrambi, immagino?

Devono ancora fare il primo allenamento con la squadra, quindi… Quando mi dicono che sono pronti io li mando in campo. Di certo ad oggi penso di doverci rinunciare almeno per le prime due settimane.

 

Intanto vanno in campo Pana e Maccabi: si accende Oaka, ma da subito si accende soprattutto il Maccabi di Sfairopoulos. Straordinaria macchina da pallacanestro sui 28 metri, indipendentemente da come finirà questa gara (61-72 israeliano al momento in cui chiudiamo).

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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