Ettore Messina tra carisma, leadership ed una comunicativa straordinaria.

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Incontro informale con i media, prima dell’allenamento pomeridiano del mercoledì, ed una volta di più emerge tutta la personalità di un uomo che ha già fatto la storia della pallacanestro europea e che è prontissimo a scriverne altri capitoli di assoluta rilevanza.

Come da nostra consuetudine, proviamo a valutare le parole di Coach Messina nell’ottica di quanto si vuole costruire a Milano.

  • «James e Nunnally sono due ottimi giocatori che faranno bene nelle loro nuove squadre, ne faranno 40 contro di noi…, ma sono molto contento di avere Mack e Rodriguez, i giocatori di cui avevamo bisogno. Scelta tecnica ed onnicomprensiva. Se mi volete far dire che è invece scelta disciplinare è perché forse lo pensate voi. Non c’è nessun segnale di discontinuità rispetto al passato, di cui non sono interessato a parlare. Questo è un inizio, non un cambiamento, con i giocatori che abbiamo. Shelvin Mack è giocatore che inseguivo da quando ero al CSKA con Quinn Snyder, poi scelse diversamente firmando per Atlanta. Non si fanno le cose per andare contro al passato. Con Sergio ho parlato prestissimo, lo volevo per squadra e pubblico. Non è che si pensa prima a cambiare e poi a scegliere. Si vede cosa si può avere e poi, dopo aver parlato con le persone che c’erano già e con lo staff, si sceglie».

Evidente la chiarezza di idee e la motivazione che sta dietro alle decisioni. Noi di Eurodevotion lo abbiamo sostenuto per due mesi, su Mike James si tirava tutti a indovinare. Quel che conta è che lo staff abbia deciso e lo abbia fatto con totale consapevolezza e condivisione di motivazioni ed intenti. Spazio per i fraintendimenti non ce n’è grazie ad una chiarezza di comunicazione notevolissima.

  • «Sono contento dello stato di forma di Gudaitis, ieri ha fatto bene l’allenamento, anche la parte a tutto campo. Sono passati solo 7 mesi dall’infortunio, ora ci sarà un controllo il 10 settembre. Non so quando giocherà la prima gara o quando potrà fare il primo allenamento con contatto».

Ottimismo che si mischia perfettamente al realismo. Le cose stanno così, inutile dirne altre senza senso.

  • «Non abbiamo mai pensato ad Ayon, di cui non discuto il valore, perché abbiamo Arturas e Kaleb e siamo contenti così».

Risposta secca a noi che domandavamo se il giocatore fosse mai stato sul radar biancorosso in virtù delle sue grandi doti di passatore dal post eScegliere non solo, ruolo che nel sistema di Messina è  sempre stato importantissimo.

  • «Chistos Stavropoulos è stato fondamentale per il nostro mercato ed ha preso possesso del ruolo immediatamente molto bene. Scegliere il GM fa parte delle novità del mio incarico, insieme a coordinare tutto lo staff, sia tecnico che societario. C’è stato e c’è molto da fare».

Assunzione di responsabilità legate al proprio ruolo e condivisione delle stesse con gli uomini chiave. Di solito nelle grandi organizzazioni si fa così.

  • «Quando metti la maglia dell’Olimpia, come di altre grandi società, vai in campo per competere ai massimi livelli. Noi pensiamo che lo scudetto ed i Playoff di Eurolega siano obiettivi per i quali lottare, poi lavoriamo e tra qualche mese vediamo meglio».

Si torna al realismo di prima ed alla chiarezza di intenti.

  • «Ho pensato che andare a dare fastidio alla società campione d’Italia per un giocatore sotto contratto come Cerella non fosse il miglior modo di ricominciare con classe».
  • «Gentile? La squadra è finita».

Nessuno spazio a voci od insinuazioni di alcun tipo. Le scelte sono fatte.

  • «Mack e Rodriguez sono qui per giocare tanto e per guidarci».

Le chiavi dell’autobus sono in tasca a questi due.

  • «In USA tanti seguono costantemente l’Eurolega, come mi ha recentemente confermato Stan Van Gundy. E’ un’ulteriore testimonianza della crescita costante del torneo e ragione per cui tanti grandi nomi vengono qui. Tra le probabili 5 pretendenti al trono la differenza la farà la coesione e la capacità di superare le difficoltà».

Ci sono 5 favorite, ma sarà il concetto di squadra a vincere. “Messiniana” al 100% come idea.

  • «Il Khimki, tra quelle che arrivano da una stagione più indietro come classifica, è quella che pare aver fatto il salto in alto maggiore col mercato. Se Shved e Mozgov stanno bene è squadra importantissima».

A nostra domanda, Ettore conferma che i russi non vogliono più essere soltanto i moscoviti “di scorta”.

  • «Allenare da head coach mi è mancato soprattutto nell’ultimo anno. Popovich lo sapeva, mi mancava soprattutto il provare a testare le tante cose che ho appreso in 5 anni dal più bravo di tutti».
  • «E’ tranquillo ma allo stesso tempo preoccupato perché vuole fare bella figura. Mi ha lasciato un po’ stupito la situazione delle defezioni americane. Pop sta comunque gestendo alla grande una situazione complicata, dopo almeno una quindicina di no».

Il legame con “il più bravo di tutti” resta ed un nuovo capitolo di una già scintillante carriera come quella di Messina ricomincia arricchito da un’esperienza unica. C’è umiltà e voglia di rimettersi in gioco facendo tesoro di quanto appreso.

  • «Se fossi con l’Italia sarei preoccupato più che per il fatto di non aver ancora avuto Gigi ed il Gallo, nonché per la certa assenza di Nicolò. Ho sentito Meneghin ieri commentare dicendo che queste gare di precampionato sono pressoché già decise se ti manca così tanta gente. Ovvio, come ho vissuto in prima persona, che queste situazioni preoccupino».

Il giusto valore dato sia alla “preseason” ed uno sguardo più in là, visto da chi sa come vanno queste cose.

  • «Datome si era già impegnato, dando la sua parola a Gherardini ed Obradovic. Mi sarebbe piaciuto molto, era “il giocatore”, non “uno dei giocatori”, per tantissime ragioni, non certo solo tecniche. Non può essere un rimpianto perché realmente non c’è mai stata possibilità che venisse qui».

La conferma dei valori, ben oltre il cestistico, di Gigi e la conferma che tra uomini di un certo spessore si accettano le scelte altrui. Senza raccontarsi balle inutili.

  • «Non abbiamo scelto in base al numero di gare o di stagioni giocate in Turkish Airlines Euroleague, ma certamente il fatto di aver giocato l’Eurolega ha contato. Decisivo ed importante, per tutti i giocatori che abbiamo, è stato il fatto di aver parlato tantissimo con compagni, allenatori etc soprattutto per quelli che conoscevo meno».

Fattore esperienza confermato come importante, ma soprattutto il grande “vecchio” valore di scegliere cercando di conoscere a 360 gradi il mondo dei giocatori, per quel che danno in campo e fuori. Quando Milano dominava in Europa, Toni Cappellari i giocatori li sceglieva così.

  • «Mi spaventa quello che dici, stiamo cercando di farla più semplice possibile anche perché ci si allena meno del passato».

Stimolato da noi sulla necessità di un QI cetstistico di alto livello per la sua pallacanestro, Ettore usa l’ama dell’ironia che però è molto, molto reale.

  • «Aaron ci dà velocità ed atletismo che servono. Può giocare anche con Jeff in quintetti particolari quando magari gli avversari ti aprono il campo con mezzi lunghi e Kaleb ed Arturas possono andare in difficoltà.  Paul (Biligha) è stato scelto nell’ottica dell’avere un lungo atipico. Roll ci serve moltissimo anche perché Nedovic deve ancora recuperare dall’infortunio. Così lo sapete prima e quando scoprite che non si allena con la squadra non vi fate delle domande… Ci vogliono ancora settimane ed avere un altro tiratore da affiancare ad  Amedeo è oggi importante per noi».

Qui c’è tutto Messina. Chiaro, diretto e “Popoviciano” come nessun altro. Nessuna possibilità di male interpretare alcun concetto, ancora il già citato realismo su giocatori ed infortuni e spiegazione completa di ogni scelta.

  • «Non mi interessa cos’è successo in passato. Italiano, straniero o tutto quello che vuoi, chi gioca meglio sta in campo. Penserò a dare spazio ad alcuni in certe gare ed a altri in altre: meglio che fare un pochino per tutti. Ma voglio capire, magari mi sbaglio, e’ una riflessione a voce alta».

Questo è stato fattore determinante in negativo nel recente passato milanese. Ettore ha idee anche qui molto chiare che, con parecchia umiltà,  vuole mettere alla prova di un calendario ancor più complicato che nella stagione scorsa.

  • «La Virtus ha fatto una grande cosa portando in Italia un campione come Milos. Ora con lui e col “chacho” il livello italiano sale, soprattutto se si confermano anche le recenti realtà come Sassari e Venezia. Bisogna ringraziare i grandi proprietari come quelli di Bologna ed il nostro».

Per un uomo che non ha lesinato critiche senza fronzoli al movimento italiano si tratta di un’importante apertura. Dobbiamo lavorare tutti insieme per tornare importanti.

  • «Non mi preoccupa affrontare un’Eurolega diversa da quella che ho lasciato, soprattutto per il calendario fittissimo, perché ho fatto un stage di 5 anni col migliore di tutti. Il suo mantra “less is more” è fondamentale. La gente non ci crede, ma lui guarda solo le clip che gli preparano, mentre a casa vede solo qualche gara ogni tanto e pensa con attenzione e dedizione alla propria squadra. Io qui ho uno staff a livello Spurs, 4 assistenti, la nostra organizzazione è molto vicina al modello NBA. Ora sta a me far fruttare questi vantaggi».

Punto da non sottovalutare. Un grande Coach come Ettore arriva da un mondo dove gli attuali problemi di Eurolega sono all’ordine del giorno da anni. Non è vantaggio da poco e qualche scelta ci lascerà a bocca aperta, come quello di Pop, anche quando multato…, in NBA. Uno staff di alto livello è fondamentale in questa competizione. Nel nostro piccolo lo indichiamo da sempre, anche come pesante criticità passata milanese.

  • «Christos ha spinto molto per l’arrivo di italiani che iniziassero a costruire verso il futuro un nucleo che ripercorresse un poco le orme dell’Olympiacos, sempre in prima linea a livello di giocatori domestici costruendo un’era importante intorno a quello. Riccardo e Paul sono arrivi in quest’ottica».

Il nucleo italiano… Chiaro che Melli e Datome sarebbero stati il top, ma costruire per crescere con il meglio disponibile è chiave assoluta in Eurolega ed ovunque. L’esempio citato dell’Oly, così come il Real, sono lezione da seguire per tutti. In fondo anche un Mantzaris, che non è Spanoulis, ha scritto pagine decisive.

  • «Non so quanto possa cambiare a causa della situazione all’Olympiacos che farà la A2 greca. Direi che non è un vantaggio, ma voglio vedere. In fondo giocavano con la stessa squadra un campionato in cui le gare difficili erano pochissime. Magari ora arriveranno ancora più riposati, ma voglio verificarlo».

La grande incognita Olympiacos, che ci porta direttamente ad un pensiero a David Blatt ed alla sua straordinaria e drammatica lettera aperta recente.

  • «Ci ho parlato oggi, è stato un grande, come già sapevamo, nel rendere pubblica una cosa simile e nel ribadire il suo impegno quotidiano da Coach. E’ la conferma che tutti ci affanniamo, ci incazziamo per le cose di tutti i giorni, per il nostro lavoro, per una palla che esce o entra, poi arriva un giorno in cui ricevi notizie simili e la vita ti viene sconvolta».

Umanità e forza d’animo. Preferiamo non aggiungere altro se non #blattstrong.

  • «9 amichevoli e 3 ragazzi in nazionale. Ma rispetto agli altri siamo fortunati: c’è chi ne ha di più ed è messo peggio. Mi aspetto di ritrovarli stanchi, fisicamente e mentalmente, nonché ansiosi per il rischio di pensare di aver perso il posto in squadra nel frattempo. Spero, contro i nostri interessi, che arrivino il più tardi possibile».

Due cose. Ettore ci concederà che questo è un grande cambio comunicativo rispetto al passato: si guarda avanti e si valuta con oggettività un vantaggio rispetto agli altri. Molto interessante quel «li troverò stanchi, mentalmente e fisicamente». Altri Coach sostengono che dopo le Nazionali i giocatori arrivano in piena forma e molto pronti. Sarà  molto istruttivo valutare questa difformità di vedute.

Ettore Messina, non ci stancheremo mai di dirlo, è un “upgrade” clamoroso per tutto il movimento europeo, non certo solo per Milano. Una delle ragioni in più per cui ci attendiamo l’Eurolega più bella di sempre.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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