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Le scelte di Sacchetti, tra il sentimento e la ragione

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L’intervista che ha preceduto la partita ci regala già un Meo poco incline alla sua abituale serenità. E’ evidente come senta il peso di una decisione che non vorrebbe mai prendere ma che il suo ruolo gli impone.  Escludere tre ragazzi in questo momento è difficile e molto probabilmente lo è soprattutto poiché si tratta di un gruppo che, con tutti i propri limiti, sta facendo quanto necessario per essere pronto tra 20 giorni, quando la sfida alle Filippine aprirà la rassegna iridata.

Non vi è nulla di peggio che dover trasmettere un messaggio simile a chi sta dando tutto per la causa, soprattutto se si tratta di atleti non più giovanissimi e per i quali il Mondiale cinese potrebbe essere l’ultima opportunità in carriera.

La sfida al Venezuela passa quasi inosservata di fronte al peso di questa decisione. Gara senza ritmo, decisamente poco piacevole da vedere, che ci consegna un paio di giorni di riposo prima di immergersi nella fase più calda della preparazione, quella che porta ad Atene prima, dove ad attendere gli azzurri ci saranno la Grecia di Antetokounmpo, la Turchia di Korkmaz e la Serbia di… una decina di fenomeni.

Nella consuetudine di Eurodevotion, abbiamo separato 5 punti che riteniamo di dover sottolineare maggiormente rispetto ad altri, dopo l’ultima serata veronese della Nazionale. A partire, ovviamente, dalla scelta di Meo.

Cinciarini, Moraschini, M.Vitali. Giusto? Sbagliato? Nel basket non vi saranno 60 milioni di CT come nel calcio, ma anche nel piccolo mondo della palla a spicchi non  sono comunque pochi i selezionatori… Non saremo certo noi a dire se sia corretto o meno quanto scelto, ma proveremo soltanto a comprenderne ragioni e logiche.

 

 

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