In Turchia si farà la storia con gara 7. In Spagna c’è un Barça che non molla.

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Poteva finire tutto in una notte, tra la sponda europea di Istanbul e la costa mediterranea catalana ed invece le due serie più belle del basket europeo ci regaleranno altre emozioni, come se non bastassero quelle vissute sinora.

Venerdì, alle ore 19 italiane, si farà la storia al Sinan Erdem Dome, perché l’assalto al potere dell’Efes cercherà la sua consacrazione, con effetti tutti da vivere sul futuro prossimo della geografia del basket turco e continentale.

Più tardi, alle 21, un Palau Blaugrana raramente visto ribollire di tanta passione, vorrà trascinare i suoi a gara 5, che peraltro sarebbe il giusto e meritato epilogo di un Playoff e di una stagione per entrambe le corazzate spagnole.

FENERBAHCE 85 – EFES 69

  • Il punteggio è chiaro, lo scarto è largo, tuttavia la serie è ben altro. «Si va a gara 7, siamo 3 a 3, il giusto epilogo tra due squadre che hanno fatto le Final 4 di Turkish Airlines Euroleague. Solo un grande grazie a questa gente». Zele è quasi commosso dall’affetto della Ülker Arena, luogo sacro del suo Fener che ha subito una demonizzazione francamente esagerata in questi giorni. C’è stato di tutto in queste 6 gare, da alcuni successi netti ad un “overtime”, dal rischio della fuga Fenerbahçe sul 2-0 a quella dell’Efes sul 3-1. E’ giusto così, senza dimenticare mai che le condizioni fisihe degli uomini di coach Zeljko sono “il fattore”. E’ tema che analizzeremo, a bocce ferme.
  • Marko Guduric spacca la partita in maniera devastante nell’ultimo quarto, iniziato sul 53-52. Tripla del +4, replica per il +7 (59-52), liberi del +11 ed altra tripla di chiusura del +14 che sancisce un 66-52 da cui l’Efes non risalirà più, a 5’17” dal termine. Gli ultimi chiodi sulla bara li metterà Nick Melli, autore dell’ennesima prova clamorosa per intensità ed efficacia: ricordate il calcio totale dell’Olanda del 1974? Ecco, Nick ne sarebbe stato un interprete perfetto. 28 metri di applicazione  e dominio, in cui ovviamente ci sono degli errori, ma se giochi ancora una volta più di 30 minuti a questi ritmi è assolutamente normale. Visto persino condurre il contropiede in palleggio con le marce alte e relativa redenzione sullo sguardo di Obradovic… Cosa si può chiedere di più ad un giocatore?

melli vs moerman

  • Altra gara in cui il Fenerbahçe tira 34 volte da tre e 25 da due, che è controtendenza totale che diventa esigenza nelle ristrettezze attuali del roster. C’è parte di scelta di Ataman in tutto ciò ed infatti gara 7 sarà tutta lì. L’impressione è che sia sempre ritmo e tipologia di partita più favorevole all’Efes, ma è ovvio che la pressione sarà terribile sui padroni di casa venerdì. Gli ospiti avranno in campo almeno tre-quattro personaggi che queste gare se le mangiano a colazione, nonché uno in panca che sarà geniale nel non cambiare niente, ovvero nel credere semplicemente nella cultura di pallacanestro vincente costruita in un quinquennio. Tutto da vedere, tecnicamente favorito l’Efes, il nostro “eurino” però, se c’è Zele va sempre lì.

 

BARCELONA 78 – REAL MADRID 77

  • Heurtel guida la residenza blaugrana ! E’ il titolo di tanta stampa spagnola, giusto che sia così. Il playmaker francese, peraltro pressoché già scaricato dal club catalano che vuole fortemente Sloukas dopo aver già firmato Higgins, è la chiave nel momento in cui il Real pare aver messo le mani su partita, serie e titolo. Due-tre giocate che permettono di non mollare e ridanno fiducia ad un Palau quasi pronto a  cedere.
  • «Abbiamo lasciato tutto sul campo, ma dobbiamo migliorare alcune cose. C’è stato equilibrio su certi lati del gioco, non in altri. Mi preoccupano delle situazioni a rimbalzo così come offensivamente mi preoccupa il fatto di non mantenere sempre il nostro stile di gioco indipendentemente da ciò che accade in partita. Che fosse una serie durissima lo sapevamo bene dall’inizio». Le parole di Laso chiariscono molto meglio delle eventuali nostre la storia di gara 3 e di tutta la finale stessa. Il 35 a 21 Barça a rimbalzo è il tutto di gara 3, per una squadra che ha tirato 60 volte contro le 48 avversarie. 14 assist ed 8 perse contro 10 e 14 direbbero Real, ma poi… poi ci sono i dettagli di questo giochino, che dominano i PO da sempre.
  • Chris Singleton decide la gara con una penetrazione decisa, cattiva, come deve essere nei Playoff, come deve essere in una finale. Un impatto finalmente solido, 32’39” di sostanza, con 6 rimbalzi e non la consueta tranquilla passeggiata intorno all’arco, ben lontano dalle zone calde. Lo ripetiamo, è la chiave Barça, insieme alla difesa che causa quell’allontanamento dallo stile di gioco Real che Laso lamenta per i suoi. Trey Thompkins gioca una gara straordinaria, poi manca il tap-in decisivo, perfino facile. Sono le beffe di questo gioco, quelle che si ricorderanno in negativo, dovesse andare male, ma che nulla tolgono al valore dei grandi giocatori.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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