Lowry, VanVleet e la forza delle assenze: Raptors sul 2-1

L’eroismo di Curry tiene a galla i bi-campioni Nba nonostante la sconfitta. I Raptors ne hanno decisamente di più delle assenze del team della Baia e si portano sul 2-1.

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Altro che semplice Cenerentola. Dopo tre capitoli della saga più importante della pallacanestro d’oltreoceano, i Toronto Raptors sono di nuovo al posto di guida delle Nba Finals 2019.

Come al solito 48 minuti scintillanti e intensi hanno deciso il destino del vincitore e del vinto, consegnandoci già le prime crepe in casa Warriors viste le tante e malaugurate assenze, ma anche una squadra capace di poter essere ben presente al grande ballo anche contro ogni pronostico.

La squadra di coach Nick Nurse, dunque, si riprende il fattore campo al primo appuntamento della serie all‘Oracle Arena terimnato 109-123, che andiamo ad analizzare come di consueto con la solita analisi in 5 punti targata Eurodevotion.

Shaun Livingston non è Klay Thompson: a livello difensivo primo problema dei Warriors

Senza Kevin Durant è dura e questo lo abbiamo ripetuto tante volte senza indugi. Senza l’impatto energico di Draymond Green, motore emotivo dei Golden State Warriors, la situazione si complica. Se a tutto ciò si dovesse aggiungere l’assenza dell’altro Splash Brother Klay Thompson, beh la situazione diventa una missione quasi impossibile.

La squadra di coach Kerr a livello difensivo ha sofferto parecchio il match-up difensivo con Danny Green e l’ottimo Fred VanVleet specie nella prima parte di partita, non riuscendo a sbrogliare la matassa nei momenti in cui il match poteva essere recuperato. I 29 punti realizzati totalizzati complessivamente dai due (18 per l’ex Spurs e 11 per il sesto uomo canadese) hanno inciso parecchio specie nel terzo quarto di gioco.

Involuzione Cousins: da fattore a problema?

Era il momento perfetto per DeMarcus Cousins per salire di livello in una serie sciagurata dal punto di vista fisico. Kevon Looney ormai ha terminato la sua stagione a causa di una frattura cartilaginea alle costole, mentre Andrew Bogut a livello di mobilità è lontano dalle condizioni ideali, dando così la possibilità di far innalzare al massimo lo standard del rientrante big-man ex Kings e Pelicans.

Ahimè per coach Steve Kerr i risultati non arrivano. 4 punti, 3 rimbalzi e 2 assist in 19 minuti totali di gioco, a questi livelli possono diventare davvero ingombranti specie se parti in quintetto. Dopo una gara-2 vissuta da protagonista, da fattore nell’annullare Marc Gasol a vero problema nello spot da 5 nella serie? Gara-4 ci risponderà sicuramente a questa provocazione.

Kyle Lowry: coraggio e cuore in una sfida importante

In attacco sparacchia tanto e male dal campo. Si è un buon difensore, ma a Toronto non sarà mai protagonista… Sono sempre state queste le critiche mosse al playmaker del team canadese nel corso delle ultime stagioni, culminate sempre con una pesante eliminazione contro LeBron James.

Da questa stagione il controno giusto è arrivato e uno dei simboli difensivi della serie e della stagione dei Raptors è proprio il suo play. A differenza della partita di coraggio difensivo messa in mostra in gara-2, questa volta Kyle Lowry si fa trovare pronto e al posto giusto contro gli acciaccati padroni di casa.

Prestazione super da 23 punti, ben 9 assist e 4 rimbalzi lo hanno reso il secondo miglior realizzatore dei Raptors in questa gara-3, che proietta molto in alto le quotazioni di vittoria finale del team canadese. La sua incisività dal perimetro potrebbe essere un’arma importante per il resto della serie.

Kawhi Leonard: contro i problemi fisici riesce a controllare la partita

Non dimostra quell’onnipotenza ammirata negli scorsi due turni playoff, ma partita dopo partita sta crescendo nuovamente la sua produzione di basket. Kawhi Leonard, la stella dei Raptors, continua a martellare l’area e a rivelarsi decisivo per i suoi compagni di squadra nel corso della serie.

30 punti, 6 assist e 7 rimbalzi anche in questo match, fatto come al solito di tanta aggressività specie con penetrazioni importanti e tanti falli subiti in fase di tiro. Tutto ciò però guida i compagni ad una storica seconda vittoria in questa serie, costringendo i favoriti della vigilia ad affilare le armi in vista di gara-4.

Infortuni e problemi al tiro oscurati da un eroico Steph Curry: gara-4 ora è fondamentale

Durant, Thompson, Looney, Andre Iguodala acciaccato già da gara-1. Questi i problemi fisici in casa Warriors dopo una post-season faticosa, estenuante e piena di insidie escludendo la facilissima serie contro gli stremati Portland Trail Blazers. A tutto ciò aggiungete una gara-3 con il 40% da 2 e il 33% dall’arco e la forza dei numeri ammirata nel corso della dynasty dei Warriors diventa più che mai fondamentale.

Per coach Steve Kerr gara-4 è cruciale: il rientro di Durant e Thompson rimescolerebbe le carte in tavola nell’economia della serie e se Stephen Curry continua a giocare in questo modo (questa notte one man armi show mostruoso da 47 punti 7 assist e 8 rimbalzi in 43 minuti di gioco), i Raptors vedrebbero crollare forse già alla vigilia del quarto atto delle Nba Finals 2019.

L’attesa del piacere è essa stessa il piacere direbbe un noto spot pubblicitario. Chissà se gara-4 sarà davvero un piacere gustarla

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