Toronto fa la storia: Siakam è il cuore pulsante di game-1

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Toronto cambia le carte in tavola. Il team canadese di coach Nurse colpisce a freddo i Warriors grazie ad un super Pascal Siakam. Non basta un’altra solida prestazione di Stephen Curry.

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16 giocatori con un passato in G-League tutti presenti alla prima finale di una squadra canadese nella storia Nba . A tutto ciò aggiungete attori protagonisti completamente inediti, la lotta tra tradizione vincente e ‘cinderella storypraticamente ribaltata, e avrete così il ricco contorno perfetto per il primo atto delle Nba Finals 2019.

Il piatto principale, invece, lo presentano la difesa e due organizzazioni di gioco come quelle dei Golden State Warriors e dei Toronto Raptors, che non deludono le attese efanno registrare allarmi importanti per la durata della serie, ora come ora incerta più che mai. È la squadra di coach Nick Nurse, infatti, a regalare una vittoria importantissima ai suoi Raptors nel primo atto delle Nba Finals 2019, cancellando così i sospetti di una serie scontata o poco ricca di spunti tecnici.

La sfida fra il team canadese e la compagine della Baia guidata da coach Steve Kerr, è terminata con il punteggio finale di 118-109, che andiamo ad analizzare di seguito con l’ analisi in 5 punti targata Eurodevotion.

Capacità di abbassare i ritmi e controllare pazientemente il gioco: il primo spunto dei Raptors

9 giorni di riposo dei Warriors contro i soli 3 giorni di stop avuti a disposizione dal team canadese dopo la vittoria in gara-6 contro i Milwaukee Bucks, potevano rappresentare un’enorme problema dal punto di vista fisico per la squadra di coach Nurse. In questo match, però l’ex assistant coach dei Raptors dimostra di essere già pronto per il grande ballo, mandando in seria difficoltà i Warriors sin dalle battute iniziali.

Fondamentale il controllo dei rimbalzi nella prima metà di gioco, che ha assicurato al team canadese pazienza e ritmo molto più controllato e ragionato in entrambe le fasi di gioco. Tutto ciò ha messo in mostra minuto dopo minuto consapevolezza e durezza mentale, capace di poter arginare al meglio il ‘core’ tutto spettacolo targato Steve Kerr. I problemi di falli per Marc Gasol a metà terzo quarto, però, hanno fatto ritornare sui propri passi i Warriors nella lotta sotto le plance (38-36 i dati a favore del team della Baia), che hanno dovuto comunque alzare bandiera bianca per la seconda volta in trasferta in questi Playoffs Nba.

Blitz continui in area e raddoppi su Steph Curry e Kawhi Leonard: le prime chiavi decisive in difesa

Chi lo avrebbe mai detto che in una serie dall’esito decisamente scontato, i migliori aggiustamenti in corso d’opera potrebbero arrivare dalle rotazioni difensive? Sarà forse un caso, ma i primi veri segnali di gioco in questo primo capitolo delle Nba Finals arrivano proprio dal modo in cui le due difese muoveranno a loro piacimento i propri pezzi pregiati.

Al momento l’aggressività e i continui switch su pick-and-roll apportati da coach Steve Kerr nei confronti degli attaccanti canadesi, non sembrano aver fermato (con l’utilizzo di una difesa molto particolare e costantemente piena di raddoppi in qualsiasi zona del campo) la verve realizzativa del primo violino Kawhi Leonard (25 punti, 8 rimbalzi, 5 assist e un migliorabile 36% dal campo). Non solo: i padroni di casa hanno trovato le contromisure adatte per fermare a dovere lo strapotere offensivo degli ‘Splash Brothers‘. Prima i blitz difensivi del back-court formato da Kyle Lowry e Danny Green (con gli ottimi raddoppi di Marc Gasol hanno oscurato nel primo tempo Steph Curry), poi aiuti e timing perfetti per i tanti errori in penetrazione degli Warriors sono stati decisivi dal punto di vista delle palle perse: ben 17 i palloni persi in totale dai campioni in carica contro i 10 degli sfidanti.

L’incisività della second-unit: serve altro oltre a VanVleet per Toronto. Bene i Warriors

Il recupero di Cousins e l’utilizzo di Jordan Bell in quintetto ha fatto presagire qualche dubbio di troppo in casa Warriors in questo primo incontro. Eppure il piano di Kerr almeno in queste prime due partite è chiaro: sarà l’ex Pelicans a guidare la second-unit con punti pesanti dalla panchina in attesa del rientrante Kevin Durant (si parla di ritorno in gara-4 per il bi-Mvp delle Finals). I risultati visti dopo questo primo atto a livello statistico, saranno un buon punto di partenza in vista della preparazione a gara-2.

I 36 punti su 109 arrivati dalla panchina dei Warriors, contro i soli 25/118 registrati dai Raptors, possono generare fiducia e soprattutto voglia di essere sempre presenti in ogni singolo possesso dell’incontro, cercando con ogni mezzo necessario di essere protagonista sul palcoscenico più importante al mondo. Ibaka, Powell devono mostrare maggior contributo. Non basta solo il magic moment di Fred VanVleet.

Pascal Siakam: dal Camerun alla conquista del mondo

Soltanto un anno fa, OG Anunoby precedeva nelle rotazioni il giovane Pascal Siakam, con il difficile compito di limitare in qualsiasi modo il fenomenale LeBron James nella semifinale Cleveland-Toronto, terminata poi con un sonoro 4-0.

365 giorni dopo, la storia è completamente cambiata. Anunoby è fuori dalle rotazioni, mentre il ragazzo camerunense non solo è il candidato numero 1 alla vittoria del MIP della regular season, bensì è la vera seconda scelta offensiva dei Toronto Raptors, incidendo,trascinando senza sbavature e rimorsi la squadra di coach Nurse alla vittoria.

Prestazione da 32 punti frutto di un mostruoso 14/17 dal campo con 8 rimbalzi e 5 assist per ‘Spicy P’, che nel terzo quarto ha praticamente risposto all’onda d’urto targata Thompson-Curry (55 punti in due in questo primo capitolo di finale), con grande maturità insieme al prezioso contributo di un eccezionale e generoso di un eccezionale Marc Gasol (20 punti e 7 rimbalzi).

Il problema Iguodala e non solo: i Warriors alle spalle anche in gara-2?

Dopo un anno i Warriors conoscono la legge della sconfitta in un atto delle Nba Finals. Sono stati vani i tentativi di uno Steph Curry, trascinante nella seconda parte di gara, per strappare la sesta vittoria consecutiva in questa post-season.

Le tante palle perse e il pallino dei possessi cruciali quasi completamente nelle mani degli ospiti sia in attacco sia in difesa, come citato in precedenza, sono fattori e dettagli decisamente da non sottovalutare soprattutto per il secondo match in programma alla ScotiaBank Arena di Toronto.

Da cosa ripartire? Sicuramente dal solito e spettacolare modello di gioco, che anche questa sera non ha deluso le aspettative, ma migliorando le percentuali diventerebbe inarrestabile sia in attacco sia in difesa. Sicuramente da Steph Curry e Draymond Green (10 punti, 10 rimbalzi, 10 assist in questo match), ma sopratutto da un’identità difensiva ancora più cinica rispetto a questo esordio. In tutto ciò in attesa di capire se il polpaccio di Andre Iguodala reggerà o meno.

I campioni in carica si faranno trovare pronti? Il secondo atto sembra già essere cominciato…

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