La Dinamo è energia: Olimpia KO

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Intensità, esecuzione, equilibrio e semplicità: Pozzecco sbanca il Forum ed “apre” la serie.

 

Dice un vecchio proverbio americano che una serie di Playoff “non inizia finché non arriva un successo esterno”. La Dinamo dei record aveva evidentemente voglia e fretta di  aprire la semifinale ed ecco che è arrivata la vittoria, meritatissima, sul campo dei campioni d’Italia.

Gara intensa, per certi versi spigolosa, praticamente il vero clima Playoff. Due squadre in una situazione completamente differente: la grandissima fiducia di Sassari di fronte alle tante incertezze di Milano. Ha prevalso la forza della consapevolezza, quella che in realtà ci si attenderebbe da chi ha roster più profondo e, sì, si può dire, migliore. Ma gli ospiti hanno semplicemente giocato meglio e commesso meno errori.

Proviamo a capire perché nella consueta analisi in cinque punti.

 

LA CHIAVE: LE SCELTE DI MILANO SUL POST BASSO

Prima di tutto il resto e di molto sopra tutto il resto: l’Olimpia ha perso perché ha gestito malissimo le situazione avversarie in post basso. Ha concesso troppa libertà di ricezione in quella zona del campo ed una volta lì, le risposte milanesi sono state insufficienti con l’aggravante degli errori tecnici. Che Kuzminskas e Micov non potessero opporre più di tanto a Thomas e Pierre in tali frangenti lo si sapeva: il solo Brooks poteva tenere ma ha avuto problemi di falli da subito (perché tenerlo in campo dopo il terzo fallo, vista l’importanza del giocatore?).  Era necessario provare ad anticipare e concedere l’eventuale “lob” per avere tempi più estesi di rotazione con l’uomo sulla linea di fondo dal lato debole, vista la scarsa reattività dei difensori milanesi. Fatto il contrario, la frittata è stata servita.

POZZECCO, LA SEMPLICITA’ DI UNA PALLACANESTRO “ANNI ’90” E LA TATTICA DA EUROLEGA

Lo abbiamo imparato in tante stagioni del massimo trofeo continentale: le gare che contano si giocano colpendo le debolezze altrui. Gianmarco Pozzecco fa semplicemente tutto ciò. Sa che Milano non ha risposte atletiche e fisiche in post, come detto sopra, e ci va regolarmente vincendo la gara proprio lì. Quello che non arriva direttamente in quella fase di gioco, arriva da scarichi su tagli dal lato debole o per giocatori ottimamente posizionati sul perimetro, spesso in movimento. E’ il basket degli anni d’oro italiani, e non solo. E’ un basket che semplifica sul principio dell’uomo aperto e del tiro migliore.

I VOLTI DI MILANO

James sì, James no, Nedovic sì, Nedovic no… Musica suonata spessissimo negli ultimi tempi, un ovvio problema non semplice per Simone Pianigiani. Che i due non siano in condizione ottimale lo vediamo tutti, che da parte di Andrea Cinciarini e James Nunnally ci sia la voglia di avere il bastone del comando al posto dei due titolari di inizio stagione è palese. Complicazioni non da poco che solo un “guardarsi dentro” generale può risolvere. Ma 48 ore saranno sufficienti?

I NUMERI

Ma guarda un po’… un altro giocatore che batte ogni record personale e va al massimo stagionale contro Milano! Gentile eccellente, più nelle letture, perfette, che nella balistica. L’avevamo già vista, no? Incredibile come sia una costante di fronte alla quale non vi è opposizione da parte della difesa milanese. 

Il 17/40 da due, che è stato anche 11/32 è dato allarmante per i biancorossi, che restano in gara solo grazie al 13/30 da tre punti. L’Olimpia in area ci va solo per obbligo e sempre dopo aver percorso ogni possibile soluzione dall’arco. Così sei legato alla percentuale da tre a doppio filo ed allora se perdi facendo il 43,3% dall’arco, la sconfitta è più netta del punteggio.

Non impressiona più di tanto la differenza a rimbalzo: i 28 difensivi sardi sono frutto della disgraziata percentuale da due dei padroni di casa, peraltro superiori a rimbalzo d’attacco per la stessa ragione (se sbagli tiri facilissimi accade che spesso raccolti un rimbalzo offensivo in più).

Quello che fa la differenza sono i soli 10 assist della Dinamo: ma come, solo 10 e si vince? Il dato ci porta al punto successivo.

MILANO NON TIENE MAI IN DIFESA 1 VS 1

Appunto, solo 10 assist, che tecnicamente sarebbero dato testimonianza di scarsa qualità.  Non è così. Nel quadro della vincente semplicità del basket di Pozzecco c’è la chiara lettura del fatto che da inizio stagione la squadra di Pianigiani non è in grado di tenere un 1vs1. Dagli esterni fino ai 4, tutti vanno sotto di brutto contro chiunque, campionato od Eurolega che sia. I soli Tarczewski e Brooks fanno il loro in questo senso, ma commettono ingenuità clamorose a livello di falli, spesso però responsabilità dei compagni totalmente insipienti.

Pianigiani ha preparato la gara su Cooley e Smith, Pozzecco l’ha vinta con gli altri e con un ultimo quarto in cui ci sono stati regolarmente in campo tre italiani. Ecco il “Gronchi rosa” di questa semifinale.

 

Domani gara 2. Olimpia spalle al muro che deve solo vedere se la ricetta Avellino può bastare contro una squadra in missione, Dinamo che non deve accontentarsi di tornare a casa sull’1-1.

L’auspicio è che ci venga regalata un’altra gara di questa intensità. così i Playoff sono bellissimi anche in mancanza di grandi campioni.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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