La partita perfetta. L’Efes di Ergin Ataman travolge il Barça.

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In un Palau Blaugrana vestito per le grandi occasioni la squadra di Ergin Ataman si prende il vantaggio nella serie e lo fa in modo clamorosamente autorevole. La miglior gara della stagione nel momento più importante. La leggenda Juan Carlos Navarro, al consueto posto nella parte superiore della tribuna vip, ed il presidente Josep Maria Bartomeu immaginavano una serata ben differente, ma non c’è stato nulla da fare contro rivali semplicemente perfetti.

Il bello dei Playoffs, anche quando spietati come nella serata catalana, è che non hai tempo per piangerti addosso e nemmeno per celebrare troppo un’impresa. Tra meno di 48 ore si scende in campo per gara 4 ed allora si deve pensare solo ai classici aggiustamenti, argomento da staff tecnici, quelli che in questi momenti devono lavorare di più. E’ sempre così: dimenticare il risultato ma non dimenticare il “come” di quel risultato. Da lì ripartire e svoltare piuttosto che consolidare e confermare.

MVP : il tributo del Palau a Shane Larkin

Chissà cosa ne pensa Flavio Portaluppi, che ad inizio stagione ce lo indicò come potenziale protagonista principale della competizione… Shane Larkin ha spento tutte le velleità locali con una prestazione superlativa.  Il giocatore appartiene assolutamente al pianeta NBA, non è un segreto. Ha sofferto, come lo stesso Ataman ci disse ad inizio novembre, una sorta di sindrome da riadattamento. Da una Turkish Airlines Euroleague giocata da dominatore con il Baskonia era passato a tanti, troppi mesi da terza (o quarta…) linea a Boston. Il coach ha avuto la pazienza e la competenza psicologica e tecnica necessaria per riportarlo al livello che gli compete. Il risultato sono questi ultimi mesi da MVP.

Alla sua sesta tripla all’inizio del quarto periodo, quella che sanciva i 30 punti personali, i tifosi locali hanno applaudito. Perché alla fine la pallacanestro è uno sport diverso, bello, dove la grandezza di un giocatore e delle sue gesta va oltre ogni rivalità. Se uno è più forte ed è in serata di grazia, se non lo puoi fermare… allora lo applaudi! Quando Ergin Ataman lo ha sostituito è arrivata l’ovazione del Palau: giusto così.

Il dominio tecnico totale

Inutile cercare conforto nei numeri, basta il 68-102 finale. Anche per noi, che tra quei numeri cerchiamo sempre elementi ulteriori di analisi, questa volta non è necessario: sin dalla palla a due è stato chiaro come il dominio turco fosse evidente su tutti i 28 metri del campo. Non ci caschiamo, non è certo il reale divario tra le due squadre, tuttavia non si può sottovalutare come sia da ottobre che Ataman fa progredire costantemente la propria squadra attraverso un lavoro che ha avuto come base l’ottenimento di una consapevolezza di forza. Si veniva da una stagione assai controversa, in cui ad una Coppa Nazionale era seguito un pessimo ultimo posto europeo. La testa del club andava cambiata prima di tutto, poiché in realtà molti dei protagonisti di oggi quelle controversie non le avevano vissute, arrivando dal mercato. Lo abbiamo scritto diverse volte e non possiamo non ripeterlo oggi: da luglio Ergin ci aveva detto chiaramente che «Se posso lavorare con una buona preseason, la squadra farà i Playoffs e ci andrà con la prospettiva di lottare per un posto a Vitoria». Nessun basso profilo, nessuna arroganza: solo ed unicamente consapevolezza e fiducia nel lavoro. Eccellente.

Pesic è l’uomo giusto 

A 68 anni, di cui 38 seduto su alcune delle panchine più importanti d’Europa, con un palmares che comprende campionati e coppe a bizzeffe, un Mondiale e 2 Europei, nonché l’Eurolega vinta sia da giocatore (Bosna) che da allenatore (Barça), se non sei tu l’uomo giusto per ricompattare l’ambiente dopo un sconfitta come quella di ieri, definita «Devastating loss» da Adam Hanga, non sapremmo chi potrebbe esserlo.

«Giocando così perderemmo anche con El Prat»: tutto chiaro? La nostra Laura Cristaldi, presente al Palau, ci ha raccontato di un Coach Pesic certamente deluso per una prestazione in realtà nemmeno iniziata, tuttavia ci ha anche informato di una trasmissione di tranquillità in un momento assai delicato. In una serata in cui non si è potuto nemmeno festeggiare il titolo nella Liga calcistica, a causa del successo dell’Altético Madrid per 3-2 contro il Valencia, l’uomo solo al comando è il coach di Pirot. Scommettiamo, come abbiamo fatto con Jasikevicius dopo i 43 a referto in gara 1 ad Istanbul che oggi in palestra, quelli blaugrana si meneranno di brutto con quelli che vanno la maglia giallo fluorescente? Non è una novità, si fa così di solito dopo gare del genere. «Abbiamo commesso solo 11 falli, loro 22. Chi ha segnato 30 punti è andato in lunetta solo 2 volte». Le premesse per l’allenamento di oggi sono tutte in quelle parole.

La qualità Efes

25 canestri assistiti su 40, solo 7 perse: la grande capacità di Ataman di portare uomini al ferro così come di completare i movimenti sul perimetro per offrire una doppia minaccia alla difesa avversaria è la chiave di questo successo, nonché della stagione eccezionale.

Gli interpreti sono di altissimo livello perché un trio di guardie come Micic, Larkin e Beaubois si è dimostrato a livello dei migliori reparti del torneo. Gli stessi Dunston e Pleiss si alternano molto bene fornendo contributi molteplici ai compagni. Moerman è il dominatore silente nel suo ruolo, a completare un mosaico dai colori infiniti. La forza della squadra turca sta proprio nel saper proporre sempre qualcosa di differente e nell’essere competitiva in ogni settore del gioco. Le difese avversarie non possono scegliere o battezzare uomini e situazioni, perché c’è sempre una zona del campo od un protagonista in grado di farti male. Quando il tutto si accompagna ad una difesa assai competente, ecco appunto la gara perfetta.

Kruno, Kevin e Thomas

Di Kruno Simon conosciamo tanto, quasi tutto. Il talento superlativo non è mai stato in discussione, la capacità di creare per sé e per gli altri è sempre stata superiore, mentre quello che, soprattutto negli anni milanesi gli si è imputato è il fatto di non esser stato determinante ad altissimo livello. Vero fino ad un certo punto. Simon non è giocatore dominante in Eurolega come primo violino, pretesa errata delle annate milanesi, oltretutto con un cast di supporto alquanto limitato ed inadeguato al torneo, ma lo diventa, come sta dimostrando quest’anno, se può agire da equilibratore ed elevatore del talento globale, di fianco a guardie che ne sappiano trarre il vantaggio che crea. I vari Micic, Larkin e Beaubois, sopra celebrati, hanno capito la faccenda molto bene e sanno cosa fare, come farlo e quando farlo in presenza del talento croato. Che, sua volta, diventa incubo per gli avversari coprendo al meglio quel ruolo di seconda minaccia di altissimo livello. Ed allora è poesia.

Pangos ed Heurtel sono la chiave blaugrana. Spariti loro, o meglio mai palesatisi, come ieri sera, la squadra non ha chances. Buona loro prova in gara 2 e d ecco il Barça, quello vero. Le fortune di tutte le squadre di Turkish Airlines Euroleague partono dal rendimento e dall’efficacia delle coppie in regia. Il gioco di oggi lo richiede e non fa eccezione la squadra di Pesic. 2/7 da due ed 1/4 da tre combinato, con un solo viaggio in lunetta, rappresentano una totale mancanza di aggressività che è l’immagine più pesante della notte catalana. Se non si riparte da qui, la serie è chiusa.

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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