I Playoffs di Eurolega dopo gara 2

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Cska vs Baskonia

  • La difesa di Perasovic è la vera sorpresa delle prime due gare di Playoffs. “Offensive rating” moscovita da 127,0 in #1 crollato a 81,0 in #2. Ovvio si direbbe, di fronte a 94 punti segnati a fronte di 68 nel secondo episodio, ma quello che impressiona è il tentativo, già ben presente nella prima sfida, di togliere spazio alla coppia Higgins-Clyburn. Che produce sempre numeri eccellenti, ma in situazioni decisamente sgradite.
  • Vincent Poirier, “il dominatore”. Oggi è il miglior centro di Eurolega, con buona pace di Vesely e compagnia. Oltre ad essere il migliore per la tanto ricercata “switching defense”, è totem che cancella tutto in area. In due gare 12/15 da due con 26 punti e 20 rimbalzi in un totale di 46’13” sul campo. I rivali nel ruolo, Hunter ed Hines, combinano per 20 punti e 16 rimbalzi, al tiro solo 13 volte in un totale di 73’50”. Togliere al Cska “alley hoop” e soluzioni varie dal pick and roll è impresa di grandissima portata.
  • Nando De Colo, “il caso”. Inutile girarci attorno, resta il dubbio che separa Mosca dal competere per il trofeo. Pare separato in casa, soggiorna in panchina per lunghissimi periodi, ha la faccia di uno che è lì per caso. Itoudis, in una situazione psicologicamente difficilissima non certo per colpa sua, ha probabilmente deciso che l’impatto difensivo di Higgins ed Hackett può relegare il francese ad un ruolo secondario. Poco più di 16′ in campo di media, 17 punti, solo 12 tiri, 3 assist e 4 perse: se questo è il “M. Nando” da Playoffs qualcosa che non va c’è sicuramente. Lui questa lega l’ha dominata in lungo ed in largo.
  • Toko Shengelia, “il fattore”. Poche balle, giocare più di mezza stagione senza il tuo “giocatore capo” è danno inestimabile. Ora che c’è, anche se la forma ed i numeri non sono ancora dei migliori, l’impatto è già devastante.
  • Velimir Perasovic ed il “silenzio del lavoro”. Difficile che vada comunque alle Final 4, Itoudis resta favorito, tuttavia il lavoro del coach croato va apprezzato ed esaltato per come ha saputo gestire le emergenze, senza i leaders Granger e Shengelia, senza piagnistei e pensando alla crescita della squadra. Baskonia oggi gioca bene, sia davanti che dietro, senza se e senza ma.
  • Eccezione ai “5 punti di Eurodevotion” per qualcosa di straordinario. Quel qualcosa si chiama Shavon Shields. E’ proprio chiacchierandone con chi lo ha portato a questo livello (Maurizio Buscaglia) che ne abbiamo avuta la reale dimensione. Quel che fece al Forum in finale è negli occhi di tutti: che potesse crescere ancora sino a dominare alla MegaSport di Mosca nei Playoff, francamente, non era così scontato. Chapeau!

Fenerbahce vs Zalgiris

  • Oh Jasi, Jasi… cosa ci combini…? Chi l’avrebbe mai detto? Beh, di fronte ad un fenomeno assoluto della panchina non erano certo i 43 punti a referto in gara 1 a farci dubitare. Qui siamo oltre, siamo alla valorizzazione totale di un roster che oggi, a parte Brandon Davies, non ha mercato per le big del torneo, e forse nemmeno per le aspiranti Playoffs. Come si fa ad aver ribaltato il fattore campo contro i migliori? Citofonare Saras, un fe-no-me-no!!!
  • Cosa c’è di peggio di vincere gara 1 con uno scarto assurdo nella storia di qualunque Playoffs? Niente. Ce lo insegna la storia, il cui esempio più grande è il celeberrimo “Memorial Day Massacre”, quel 148-114 del 1985 che pareva già pietra tombale per i Lakers poi campioni. Da quel Boston vs L.A. in poi vi sono esempi infiniti: a memoria l’Olympiacos che distrugge una Siena da 41 punti, piuttosto che il 20-0 con cui il Panathinaikos accolse il Real ad Oaka lo scorso anno. Zele lo ha detto chiaramente: «Di 1, di 11, di 30: siamo sempre 1-0 e gara 2 sarà ben diversa». Messaggio non esattamente raccolto dai suoi per almeno 35 minuti.
  • Jan Vesely sarà determinante a Kaunas. Obiettivamente lo Zalgiris non ha risposte per il centro ceco, ci vorrà l’ennesimo capolavoro per limitarlo. Lo stato di forma è quello che è, ma già in gara 2 quando la palla è arrivata dalle sue parti con una certa continuità, la rimonta turca è diventata realtà. Un po’ più di Kavaliauskas (DNP giovedì) sarà probabilmente la necessità di Jasi.
  • Ritmo, contropiede, transizione rapida ed una sorta di “early offense” ben organizzata e consapevole. Lo Zalgiris ha saputo fare tutto ciò ed ha capito che se un buon tiro arriva dopo due passaggi (o meno), contro la straordinaria difesa di Obradovic, va preso. Il treno passa una volta sola, se lo perdi, con questi sei morto.
  • Il Fenerbahce resta favorito e non di poco, tuttavia siamo perfettamente d’accordo con Saras quando dice che vedere due gare in tre giorni alla Zalgirio Arena sarà privilegio per tutti, di fronte alla miglior squadra ed al miglior allenatore. Tatticamente aspettiamoci qualcosa da entrambe le parti, perché la notevole conoscenza reciproca e due sistemi per certi versi assai simili portano ad aggiustamenti di portata eccellente.

Efes vs Barcellona

  • Dopo due episodi è la serie tecnicamente più equilibrata. Entrambe le squadre hanno armi per fare male entrando sotto pelle all’avversaria. Il minimo errore si paga ed i diversi parziali all’interno della gara di ieri lo attestano. Gara 5 sembrerebbe l’epilogo più probabile, ma ora il Palau sarà bollente.
  • Due grandi coach, con curriculum ed esperienza da brividi a qualunque livello. La schermaglia sul secondo lungo continuerà anche in terra catalana. Il sasso l’ha lanciato Ataman, la mano non la toglieranno né lui né Pesic.
  • Adam Hanga, “il giocatore totale”. Difesa, energia, atletismo e fisicità. Ritmo infernale per tutti i minuti trascorsi sul campo. Se poi la mette anche dall’arco, siamo all’eccellenza assoluta. L’Efes non ha esattamente da opporre qualcosa di simile, dovrà farlo di squadra.
  • Punteggio relativamente basso e difese a farla da padrone. La serie non cambierà a Barcellona. Difficile si scollini oltre gli 80 punti, come nella migliore tradizione dei Playoffs veri.
  • Ante Tomic sta facendo molto meglio di Bryant Dunston. Non era esattamente atteso da parte di tutti, ma pare proprio che il centro croato, che per talento ha pochi eguali nella storia di questa lega, sia ad un punto fondamentale della carriera. Siamo molto più vicini al giocatore dominante e decisivo della Copa Del Rey piuttosto che al criticatissimo e “soft” atleta rimpianto troppo spesso negli anni.

Real Madrid vs Panathinaikos

  • Diavolo di un Laso! E noi che avevamo colpevolmente dimenticato quanto fossi un grande coach… Suvvia, chi non pensava che in assenza di Llull si sarebbe andati ad Oaka sull’1-1? Pochi, non certo noi. Ma non abbiamo fatto i conti con la difesa del coach madrileno, che lo scorso anno costruì su quei principi il capolavoro di Belgrado.
  • Jeffery Taylor su Nick Calathes: “la mossa”. Coperto e protetto Campazzo, che è solo in regìa, levandogli l’incombenza della difesa sul probabile MVP della stagione, si poteva pensare più ad un Causeur, magari. I tre metri lasciati all’ex Florida e Memphis sono la semplicità di una grande difesa: 3/18 da due e 3/12 da tre sono fatturato che va nelle casse blancos. Il resto lo ha fatto un’area dove il traffico è intenso. Per 68 minuti su 80, Calathes non è stato nella serie.
  • Pitino laconico: «Gara 1 era nostra, gara 2 no». In quel “nostra” c’è la frustrazione di un clima non graditissimo a livello di arbitri, di cui non si è parlato ma si è detto molto di più con il silenzio e le allusioni varie. Che il Pana avesse una chance a Madrid era scontato: che non ne avesse due lo era ancora di più. Ora la Pasqua dovrà essere di vera resurrezione: per i miracoli, nulla meglio dell’Oaka.
  • Facundo Campazzo: ma per qualcuno è ancora una sorpresa? Talento, “garra”, cattiveria e quella capacità di entrare nella testa degli avversari in modo unico. Rio 2016 era lampante: questo è un grandissimo giocatore, che inoltre, come la maggior parte degli argentini, lavora incessantemente e migliora progressivamente in carriera. Conserviamo con simpatia il ricordo di quel dirigente di questa lega che ci disse allora (nei giorni di Rio) «Sì, discreto, ma questo gioca a Murcia…» Buonanotte.
  • La serie non è finita, ma è ovvio che sia anche l’unica che può terminare in gara 3. Inatteso, molto inatteso. Difficile pensare ad un Pana che batta tre volte di seguito il Real, tuttavia la forma dei “greens” recente è garanzia di solidità. E tornando a Campazzo, sarà necessario assolutamente toglierlo dalla (e) gara (e) con qualcosa di impatto a livello fisico, che per noi si chiama Thanasis Antetokounmpo. Perché poi, al ferro, partita non può esserci, tra queste due squadre.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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