Real Madrid vs Panathinaikos | La serie più blasonata, la serie delle globalità blanca contro Nick Calathes

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di Marta Bollini e Alessandro Luigi Maggi

Anche quest’anno Real Madrid e Panathinaikos si contenderanno l’accesso alle Final Four di Turkish Airlines Euroleague in una serie playoff dall’esito tutt’altro che scontato. Al contrario della scorsa stagione i blancos detengono il fattore campo e agli uomini di coach Pitino è servito un rush finale quasi impeccabile per garantirsi un posto nell’élite del continente. Gara-1 si disputerà alle 21:15 del 17 Aprile al Wizink Center di Madrid.

I PRECEDENTI

Doppio successo in stagione regolare per gli uomini di Laso, con scarti profondamente diversi (+21 al round XII e vittoria sulla sirena al XXIX) ma dinamiche simili. In entrambe le partite i blancos hanno fatto valere la lunghezza del proprio roster e il maggior peso nel pitturato accelerando nel finale. All’ “andata” il 26-13 degli ultimi 10’ ha respinto il tentativo di rimonta di Langford e compagni così come al ritorno un secondo tempo da 28-41 ha permesso agli spagnoli di prevalere dopo il -18 dei primi minuti.

Contando i playoff della scorsa stagione il Real Madrid è in striscia positiva da 5 gare contro i greens, che non hanno saputo dare seguito al +31 della prima gara.

LA CONDIZIONE DELLE SQUADRE

E’ ovviamente la serie più blasonata, con 16 EuroLeague in tutto in bacheca. Ma anche la più interessante. Il Real Madrid ha solide certezze, e un sistema (di squadra, più che tattico) consolidato da due competizioni vinte e da tanti viaggi condivisi, anche verso cocenti sconfitte.

Ma, c’è un “ma” bello grosso: Sergio Llull. In estate l’addio di Luka Doncic non era stato un dramma proprio per il ritorno del maiorchino, ma arrivati al 12 aprile lo scambio non ha dato i suoi frutti, viste le tante ricadute fisiche del “simbolo” madrileno. Il Real ha chiuso con quattro vittorie nelle ultime sei gare, una condivisione realizzativa senza eguali, ma senza una guida sui 40’.

Tutto il contrario del Panathinaikos, che con Pitino ha chiuso con 7 vittorie nelle ultime 8 gare, un Nick Calathes nuovamente al centro del tutto, un Georgios Papagiannis presentabile al cospetto dei grandi d’Europa, e tanti giocatori in grado di dare il loro apporto.

IL CONFRONTO IN PANCHINA

Pablo Laso e Rick Pitino sono simbolo di completezza, senza particolari predilezioni. Il vitoriano è il simbolo di una scalata che ha superato molteplici ostacoli. Nel 2014, da «secondo in tutto», venne confermato solo per il contratto in essere. Da lì due EuroLeague, con il capolavoro di quella della stagione passata, sovraesponendo Luka Doncic, ma anche raccogliendo da tutti gli uomini nel roster, inserendo i tanti rinforzi in corso di stagione. Pablo Laso è questo: semplicità, accessibile a tutti.

Rick Pitino ha dominato in Europa senza neanche conoscerne le regole. Paragonato alla «buffonata» tutta italica di Larry Brown, ha invece dimostrato di avere ancora quel «sacro ardore» per superare anche i dubbi di una stampa greca spesso irrispettosa.

Il «vate» del basket collegiale americano ha diffuso sicurezza ed entusiasmo, evitando mosse a sensazione, ma infondendo fiducia. Da lì, la ripartenza anche dei vari Kaith Langford, Matt Lojeski, Ioannis Papapetrou e Deshaun Thomas, tutta gente che con Pascual aveva perso fiducia. Perchè Pitino è questo: sicurezza e fiducia.

I PROTAGONISTI

Nei due precedenti stagionali un grande contributo nel far pendere la bilancia dal lato del Real è venuto da dentro l’area. La fisicità di una coppia di lunghi del calibro di Tavares e Ayon, unita all’esperienza del veterano Felipe Reyes (primo nella moderna eurolega per partite disputate, 343, e rimbalzi) è stata una caratteristica su cui i madrileni hanno fondato i propri successi stagionali. I blancos sono infatti primi per rimbalzi e terzi per % da due punti, con i due “totem” nella top10 di entrambe le voci statistiche. Da tenere d’occhio soprattutto l’impatto che avrà il giocatore di Capo Verde, che proprio contro il Pana ha realizzato il record di rimbalzi in una partita del Real Madrid (16) e banchettato sulla testa di Gist e Vogioukas sia in attacco che in difesa.

Nella faretra di Pablo Laso una freccia di cui si potrebbe sentire la mancanza è quella rappresentata da Sergio Llull. Il giocatore delle Baleari è dopo Reyes il simbolo della squadra e, giunto ormai alla dodicesima stagione consecutiva con indosso la camiseta blanca, il suo carisma si estende oltre ai confini del rettangolo di gioco, riuscendo con le sue spettacolari giocate estemporanee ad accendere il pubblico in un attimo. Il recupero dai problemi muscolari accusati nelle ultime partite potrebbe costargli interamente o solo in parte la serie contro il Panathinaikos, in base a valutazioni quotidiane da parte dello staff medico.

Per quanto riguarda gli ateniesi il primum movens è senza dubbio Calathes. Ogni situazione offensiva prende origine dalle sapienti mani del play greco, capace di costruire vantaggi e saperli sfruttare per sé o per mettere in ritmo i compagni. Non a caso nella partita decisiva per l’accesso ai playoff ha messo a segno un tripla doppia da 11 punti, 12 rimbalzi e 18 assist. Una simile prestazione è stata registrata solo due volte nel nuovo millennio in Turkish Airlines Euroleague, l’ultima volta ben 12 anni fa da Nikola Vujcic.

Dall’altro lato degli arcobaleni disegnati dagli assist di Calathes spesso si trova James Gist. Il centro americano dovrà cercare di sfruttare al meglio le proprie doti di agilità e atletismo per cercare di portare il duello con i lunghi avversari su un terreno a lui più congeniale rispetto ai classici post-up. Dal perimetro serviranno l’inventiva di Langford e la solidità di Deshaun Thomas, mentre tornando in area merita una menzione speciale Georgios Papagiannis. Il centro greco ha vissuto un difficile avvio di stagione, venendo scarsamente utilizzato da Xavi Pascual.

L’arrivo di Pitino ha però segnato l’esplosione del suo minutaggio (passato da meno di 8’ a oltre 20’ nelle ultime 7 gare) e il giocatore a ripagato la fiducia con il giusto atteggiamento e prestazioni sempre solide. I playoff saranno un ottimo banco di prova per valutare l’effettiva entità della sua crescita.

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