Fenerbahce e Cska : l’inno al basket suona le note di Itoudis

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Gara di livello assoluto alla MegaSport Arena di Mosca. In gioco la riapertura della corsa al primo posto, che coinvolgeva anche il Real, di scena stasera alla Fernando Buesa di Vitoria.

Successo chiave per gli uomini di itoudis, in una partita che tecnicamente ci ha regalato tantissimi passaggi di una qualità straordinaria. Ciò che impressiona sempre di più è il continuo miglioramento delle due squadre, assolutamente in controllo della propria organizzazione ed in grado di lottare e colpire su ogni ogni possesso. I dettagli sono la parte predominante delle ragioni di un successo nella pallacanestro che conta: Fenerbahce e Cska ne sono gli interpreti migliori, insieme al Real, non a caso.

Giocate chiave, spettacolo e concretezza 

La prima metà gara si può tranquillamente riassumere in un paio di giocate chiave, testimonianza perfetta dello spessore tecnico in campo. Kostas Sloukas riceve un pallone oltre l’arco, frontale con tre metri di spazio: la tripla sarebbe logicissima, soprattutto per chi scollina in stagione oltre il 44%. Sarebbe… ma non per la cultura Fener, di cui il favoloso Kostas è il maggior interprete. Ed allora assist per due facili di Vesely, perché un tiro da un metro è sempre la soluzione migliore per chi sa cos’è il gioco, quello vero. Dall’altra parte Will Clyburn non sfrutta il lato sinistro su una penetrazione dall’angolo e risale verso uno spot da “2” sullo stesso spicchio di campo. Perfettamente conscio di cosa voglia fargli fare il difensore, attacca forte con la sua mano debole e va al ferro in maniera devastante. Si può sbagliare una volta, non due e la completezza dei movimenti dei campioni, quali Clyburn, è totale.

Due minuti di ordinaria follia Fenerbahce: Melli e Vesely in versione “anche i ricchi piangono”

27-35 è lo score a poco meno di due minuti dal termine del secondo quarto. Sì, è vero, la difesa Fenerbahce stava tenendo l’attacco moscovita sotto i 30! Poi arrivano due errori chiave: nefandezza di Melli (accade anche ai più grandi…) che colpisce De Colo dopo aver già commesso fallo, e persa sanguinosa di Vesely deconcentrato sulla rimessa. Questi errori si pagano gravemente in gare di questo tipo. Quanto avremmo pagato per essere una mosca nello spogliatoio turco con Obradovic dopo due azioni di questo tipo… 36-35 Cska, quando il controllo dei gialli pareva significativo.

Le difese dominanti: la miglior tradizione vincente in Turkish Airlines Euroleague

A metà gara Obradovic risponde secco all’intervistatore: «Il secondo tempo non sarà molto diverso dal primo». Itoudis è ancor più diretto : «Quando abbiamo smesso di regalare loro palloni (7 perse), le cose sono cambiate». Perfezionismo totale. Commedia? Assolutamente no. Dettagli, dettagli ed ancora dettagli: ognuno è fondamentale e smettere di limarne i difetti in questi contesti è peccato mortale. Fioccano le perse in casa Cska (12 dopo tre quarti) ed in generale i tanti errori al tiro sono figli di letture di alta qualità delle difese. Si conoscono alla perfezione i set offensivi avversari e si concede il minimo. Soprattutto si concede l’1vs1 obbligando al “numero”: l’esclusione dei compagni deriva da rotazioni di livello eccellente. Ecco perché gli assist sono relativamente pochi e la maggior parte dei canestri derivano da iniziative forzatamente isolate. Forzatamente che non vuol dire forzature. La sequenza difensiva del Cska sul 54-51 è un capolavoro: come finisce? Tripla disperata alla tabella con una mano sola in controsenso alla George McGinnis di Dixon e pareggio.

La mossa di Itoudis: allontanare il Fenerbahce dal ferro

Concedere spazio sull’arco ai turchi potrebbe apparire suicidio contro chi la mette con il 43,09% (leader assoluto) ma non lo è per nulla se tutto ciò vuol dire spostare il baricentro del gioco di Sloukas e c. lontano dal territorio di caccia abituale, che restano i 3-4 metri intorno al ferro. Il parziale di 14-2 a cavallo tra secondo e terzo quarto è figlio di questa scelta, chiarissima. 2/13 è il fatturato degli ospiti nelle triple dopo 25 minuti: male la percentuale, soprattutto dovuta ad un essere fuori ritmo che è il merito dei russi e della tattica di coach Itoudis. E un Vesely da 5 tiri e 2 rimbalzi è il risultato di una scelta vincente. Ovvio che l’assenza di Lauvergne pesi non poco, ma mettere il dito nella piaga avversaria è basilare in queste occasioni. «Abbiamo lavorate sulle debolezze avversarie». Parola di Dimitris.

Cartoline di una notte magica senza MVP ma con un Hackett che fa sognare

Fener che torna a meno uno con la tripla di Sloukas dopo 23″ di possesso alla continua ricerca del tiro migliore. Higgins che attacca a sinistra e segna da due, su difesa perfetta di Datome. Kalinic che gela Clyburn da tre su altra difesa cinque stelle super lusso. Hackett che difende più volte in modo eccelso ed attacca con altrettanta efficacia. De Colo sta a guardare Dany che smazza un assist da leggenda per la tripla di Higgins del +3 a 25’6″… Gigione che infila un paio di canestri che sono talento e lettura. Ci sono almeno venti immagini come queste che resteranno nella mente degli appassionati del gioco. Il titolo di MVP, sempre tanto in voga, è oggi quello di una squadra che sa gestire i vari Clyburn, Higgins, Hackett, Chacho e De Colo in maniera perfetta. Non è facile per nulla, è la grande sfida del coach. Certo che un Daniel così fa sognare ogni italiano… Che poi si possa aprire il capitolo De Colo è altra cosa. Lo faremo, ma non oggi, magari guardando ad un futuro “blancos”.

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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