Difesa ed attacco: sui 28 metri il Barça ha pochi rivali

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Notte da Barça, notte di ordinaria amministrazione per i blaugrana che dispongono con una certa tranquillità di una rivale come Gran Canaria, che ha ormai poco da dire in questa Turkish Airlines Euroleague.

Isolani a contatto all’inizio, resilienti per 25 minuti, dopodiché emerge la chiarissima superiorità dei padroni di casa che restano ad una sola lunghezza dall’Efes per la corsa al quarto posto, seppur con saldo sfavorevole nello scontro diretto.

La domanda è ormai una e soltanto una per gli uomini di Pesic: quanto sono vicini a Fenerbahce, Real e Cska? Molto, a nostro parere, se consideriamo la completezza di esecuzione sui due lati del campo. La cosa riguarda anche l’Efes di Ataman e proprio tra queste due squadre si dovrebbe giocare una sfida Playoff molto interessante per un posto al sole di Vitoria, che non sarà certamente da vittima sacrificale.

  • Kevin Pangos è in netta crescita tecnica e di impatto. Il periodo un poco appannato, peraltro coinciso con il rendimento al top di Heurtel, pare alle spalle. Il lavoro del coach si vede anche su questi dettagli. C’è una maggiore libertà per lo sloveno/canadese ed il “livello Zalgiris”, con tutte le proporzioni dovute, pare avvicinarsi.
  • L’attacco del Barça è decisamente bello da vedersi poiché nasce da principi attuali quali il “pick and roll” ma non vive di solo quello, intrecciandosi con un movimento molto interessante di tutti i giocatori. Tagli, blocchi verticali e “cross”, spaziature create ad arte: come la pallacanestro che funziona, quella di Pesic era valida 20 anni fa come lo è oggi. Il gioco cambia, i principi no e gli allenatori migliori sono trasversali per efficacia.
  • In fase difensiva i catalani sanno benissimo cosa fare e come farlo. Regole chiare  date a giocatori che fanno quasi sempre la scelta migliore, leggendo tra le righe della gara con lucidità. Ed anche interpreti storicamente non eccelsi in difesa portano qualcosa di assolutamente significativo. Da non sottovalutare  il ruolo di Victor Claver, sempre presente quando c’è da spezzare un gioco avversario, da aiutare un compagno o da tenere una posizione delicata. Il suo è un classico caso di tabelloni molto fuorviante.
  • Il Palau vive questo momento magico e riconosce i valori di una squadra con la quale si scambia in grande equilibrio il ruolo di trascinatore e trascinato. C’è qualcosa nell’aria che si percepisce ma è difficilmente spiegabile: dalla Copa del Rey al successivo “clasico” ottimamente giocato in Eurolega, è lo sforzo nella crescita il punto di forza catalano. Ogni singolo giocatore pare dare qualcosa in più di quanto ci si potesse attendere ed il valore globale della squadra è sempre superiore alla somma di quello dei singoli. Per dirla in modo chiaro, pare che conti molto di più quello che c’è scritto davanti alla maglia piuttosto che dietro…
  • Le parole dei coach sono significative. Pedro Martinez, da pochi giorni a Gran Canaria, è chiaro nel rispondere alla nostra domanda sulle attese per il finale di stagione: «Dobbiamo migliorare principalmente in difesa. In gare come questa facciamo molta fatica contro la fisicità di un Barça. Abbiamo assoluta necessità di lavorare sulla classifica di Liga Endesa, che è molto pericolosa ». A Svetislav Pesic abbiamo chiesto direttamente se, dopo il successo con il Real e la grandissima prova di Istanbul col Fenerbahce, si possa dire che la sua squadra sia a livello delle tre favorite. «Di certo possiamo giocare con chiunque. Ci manca un po’ di continuità ad alto livello, ma sicuramente, con tipo e pazienza avremo modo di presentarci con regolarità dinanzi alle favorite per vincere». Ci giureremmo.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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