Esperienza e cinismo. Le qualità di un Efes sempre più maturo

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40′ di grande basket consegnano all’Anadolu Efes la vittoria della maturità al cospetto di un Maccabi coraggioso e mai domo.

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Il basket si può sintetizzare in due concetti cardine e uguali per tutti gli appassionati. In primis è uno sport in cui per farti vincere sono i dettagli, tutti quei concetti che non vanno sui referti degli scout o quant’altro. In seconda battuta, non può essere considerato una scienza esatta. È un’insieme di fattori, situazioni, scelte imprevedibili che cambiano la storia della partita in ogni singolo istante. Bene, dopo aver appreso alla perfezione questi due concetti, potete tranquillamente entrare nella sfera emozionale della partita andata in scena ieri sera alla Menora Mivtachim Arena di Tel-Aviv.

In Israele il match Maccabi-Efes, dal punto di vista tecnico eletto match della settimana per il 26° turno della regular season di Turkish Airlines Euroleague, si è rivelato essere incerto, combattuto su ogni centimentro di parquet e deciso prontamente da quei dettagli che l’Anadolu Efes guidato da coach Ataman ha saputo sfruttare a proprio vantaggio ai danni di un Maccabi Tel-Aviv che poteva davvero dare un segnale importantissimo per la sua stagione continentale.

Senza ulteriori indugi, andiamo di seguito ad analizzare i cinque fattori che hanno cambiato l’inerzia del match Maccabi-Efes terminato con il punteggio di 71-79, con la consueta analisi targata Eurodevotion.

4: le minacce da cui il Maccabi doveva difendersi nell’ultimo parziale

A conferma di quanto detto nel prologo di questa analisi, il Maccabi ha venduto cara la pelle per tutta la partita. Per ben 3 quarti e mezzo ha messo tutta l’energia del caso per dimostrare che quel match doveva rivelarsi la “must-win” necessaria per continuare quel sogno chiamato Playoff. Eppure coach Ataman ha messo sotto scacco il Maccabi per ben 2 volte in questo match, grazie a scelte e uomini decisamente all’altezza per partite e finali incandescenti. Shane Larkin in fiducia totale e in continuo miss-match contro Alex Tyus è come sanguinare davanti ad uno squalo. Adrian Moerman ha preso ritmo e fiducia nel momento che contava davvero vincere. Rodrigue Beaubois ha portato a scuola di impatto dalla panchina capitan John Di Bartolomeo. Vasiljie Micic si è divertito invece a gestire il ritmo e il comando emozionale della partita. In queste condizioni il Maccabi di coach Ioannis Sfairopoulos doveva difendersi, dunque, da 4 serie minacce per il rush finale del match. Il risultato è il parziale da 13-21 dell’ultimo quarto che ha deciso definitivamente l’incontro.

Scottie Wilbekin vs Vasiljie Micic: scuole di playmaking a confronto

Scuola europea contro scuola moderna. Il primo fra tanti duelli annunciati in questo intenso match di Tel-Aviv è certamente quello che ha messo di fronte i due uomini copertina di questa analisi. Micic sta esprimendo in questa stagione il suo miglior basket, riuscendo a decidere quando rivelarsi fattore di svolta in un match o meno. La sua partita da 15 punti, 5 assist e 2 rimbalzi ha messo in luce quanto lui sia un elemento cardine del progetto voluto da Ataman ad inizio stagione. Il suo apporto si è visto anche in fase difensiva: Scottie Wilbekin (8 punti e 6 assist nel primo tempo) aveva fatto capire di esserci nella partita della svolta del Maccabi. Nel secondo tempo, invece, Micic lo ha atteso al varco e non lo ha fatto più incidere nel match. Coach Sfairopoulos infatti non è stato capace neanche con l’ingresso di Jeremy Pargo a cambiare il destino di una partita, che i turchi pian piano hanno indirizzato a proprio favore.

Bryant Dunston vs Tarik Black e non solo: Maccabi-Efes è la battaglia dei totem

Se il Maccabi doveva far sua la partita con un avversario come l’Efes doveva e poteva essere con la solità aggressività e lotta a rimbalzo su secondi possessi. La compagine israeliana ha provato ad indirizzare la partita su questo binario, senza però uscirne vincitrice nei momenti più difficili della sfida. Dopo un primo tempo in cui abbiamo ammirato la potenza fisica e la presenza di due centri moderni come Tarik Black (18 punti, 2 rimbalzi e 14 di PIR in questo match) e un ottimo Bryant Dunston (12 punti, 6 rimbalzi, 2 stoppate e 15 di PIR),  il Maccabi ha avuto maggior contributo dal suo rookie Johnny O’Bryant. Il numero 3 della compagine israeliana stava dominando il campo nel duello a distanza vinto poi nel finale da Adrian Moerman (13 punti, 8 rimbalzi e 1 stoppata decisiva su Pargo) e dando man forte ad un duello sotto le plance atipico ma interessantissimo. A valore di impatto ha vinto l’Efes, sul piano dei numeri il 40-37 alla voce rimbalzi vede vincere meritatamente il Maccabi.

Shane Larkin: il leader di una panchina attrezzata per incidere

La sostanziale differenza emersa tra le due compagini si può sintetizzare nell’apporto di un giocatore con il miglior PIR in questo match: Shane Larkin. L’ex Baskonia ancora una volta ha dimostrato di essere in grande salute e che nei momenti di estrema rilevanza lui può dare una seria impronta ai match che contano. I suoi 13 punti, 3 rimbalzi, 2 assist e 2 rubate in 19′ di gioco, hanno dato luce all’importanza e l’impatto della panchina dell’Efes, apparsa in questo match in grande fiducia. Il lavoro sporco anche di Kruno Simon (6 punti, 9 rimbalzi e 3 assist in 32′), anche se partito in quintetto, ha reso poi il contributo del tandem Beaubois-Larkin ancora più incisivo e decisivo per le sorti di un incontro tesissimo e vinto con la forza di essere una squadra pronta e matura per le posizioni che contano in Europa.

Maccabi e il sogno Playoff: ora è vietato sbagliare

Doveva essere la must-win fondamentale per agganciare l’Olympiacos all’ottavo posto in classifica, invece il Maccabi ora ha come gli ellenici 4 partite per sperare in un passo falso altrui e una potenziale rimonta che ad inizio stagione sembrava impossibile. Due partite casalinghe con Zalgiris Kaunas e Gran Canaria sono decisamente due partite da non fallire, anche se la squadra di Sarunas Jasikevicius è in salute. Le due trasferte, invece, sono leggermente più ostiche. Senza dubbio con il Khimki sarà battaglia vera, mentre con il Fenerbaçhe tutto dipenderà da come i turchi usciranno dalla settimana più importante della loro stagione continentale contro Barcelona Lassa e sopratutto CSKA Mosca. Il viaggio per Vitoria ora si fa davvero complicato. Un vecchio saggio dice: “Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”. 4 matches for a dream. Ora è arrivato il momento per capire se il miracolo israeliano sia fattibile o meno.

 

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