Nella notte di Navarro la conferma che il Barça di Tomic vale le Final 4

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Il “clasico” è sempre una delle sfide più affascinanti che ci possa essere. Se poi si gioca a pochi giorni di distanza da una finale di Copa del Rey che farà discutere per anni e ci si aggiunge una serata speciale in cui viene ritirata la maglia di chi è con pochi dubbi il più grande atleta catalano di sempre, allora la magia è servita.

E la squadra di Pesic non ha voluto togliere nulla a questa magia , continuando la propria crescita tecnica e di risultati che al momento la pone a stretto contatto con le favoritissime di Turkish Airlines Euroleague.

La vittoria dei blaugrana ci dice una cosa chiara e semplice: questo Barcellona vale le migliori e la prospettiva di un quarto o quinto posto, con probabile sfida all’Efes nei Playoff, vuol dire avere nel mirino la Fernando Buesa Arena a metà maggio.

 

Juan Carlos Navarro

Impossibile non dedicargli una brevissima riflessione. La “bomba” è il Barça, lo è stato per 21 anni e lo sarà per sempre nella storia di quello che è “mes que un club”. Ci vorrebbe un’enciclopedia per elencare il palmarès ed i record stabiliti dal nativo di Sant Feliu de Llobregat, anche Rosas de Llobregat in passato a ricordare la tradizionale coltivazione delle rose e per decisione della Spagna repubblicana che non voleva riferimenti religiosi nei nomi delle città. Ci soffermiamo soltanto sull’orgoglio di un popolo per il suo campione, icona di una cultura che spesso si è contrapposta a quella nazionale iberica, ma ancor più importante proprio perché è stato anche legame inscindibile e pietra miliare della rappresentativa spagnola con cui ha dominato per decenni. Navarro è il Barça, Navarro è la Catalogna, ma Navarro è anche la Spagna. Navarro è la pallacanestro. Tutti in piedi.

La difesa di Pesic

Impressionante. Lo stesso Coach ha dichiarato che «in alcuni momenti sembravamo delle macchine». Organizzazione perfetta, controllo dei tabelloni attraverso una performance da 43 a 32 rimbalzi, con ben 14 palloni recuperati sui 35 disponibili sotto il canestro avversario. Ciò che impressiona di più è il grandioso bilanciamento tra applicazione individuale nella propria metà campo, dove non si accetta di essere battuti, e sistema che è in grado di fornire protezione di squadra di fronte a qualsiasi minaccia avversaria. Diciamocela tutta, Heurtel e Tomic, per far due nomi, non sono mai stati grandi difensori, ma oggi si integrano alla perfezione in una squadra che fa della propria metà campo un punto di forza assoluto. Il segreto? Un Coach con la C maiuscolissima, Svetislav Pesic. Perché se porti i tuoi giocatori oltre i propri limiti, vuol dire che stai facendo il tuo lavoro in modo eccellente.

Ante Tomic e quei 218cm di poesia che oggi sono prosa

Anni ed anni con tutti a definirlo un talento straordinario, due mani educatissime, passatore notevole, movenze feline esteticamente godibilissime ed in possesso di caratteristiche che pochi altri centri possedevano. Ma… c’è sempre stato un ma, a ragion veduta. Le gare che contavano lo vedevano sempre soffrire, nelle lotte sotto le plance era spesso assente ingiustificato ed allora quell’etichetta di “soft” che è una delle peggiori che ti possa essere appiccicata. Ancor più grave perché accompagnata appunto da un fisico ed un talento che avrebbero potuto dare tutto e senza limiti al nativo della Ragusa di Dalmazia. Poi… Poi c’è il Tomic recentissimo, quello “clutch” in Copa del Rey in più occasioni, quello della giocata decisiva ma anche del possesso più bello ed importante per indirizzare la gara, quello che porta in dote un trofeo importante al “suo” Barça. E’ il Tomic che domina contro la batteria di lunghi più intrattabile del continente, che mette sotto senza se e senza ma Ayon e Tavares, quello che strappa rimbalzi a grappoli ed incanta con 22 punti che sono versi di poesia trasformati in praticissima prosa dal sistema di Pesic. Ne abbiamo visti tanti di giocatori che hanno trovato in un momento della carriera il tasto da premere che ne ha cambiato sorti e destini: che quella Copa del Rey sia stata la svolta per la seconda scelta dei Jazz nel draft 2008? Intanto godiamoci lo spettacolo.

Real: è addio al primo posto?

Che i “blancos” non avessero molti margini di errore nella corsa al vertice della stagione regolare di Eurolega si sapeva. Lo stop al Palau può, molto probabilmente, volere dire abbandonare le speranze di finire in cima alla classifica, a meno di crolli soprattutto del Fenerbahce, oggi difficilmente ipotizzabili. Oltretutto ci sarebbe da tenere dietro anche un Cska con cui lo scontro diretto dice già 0-2. Per quanto possa valere questo traguardo intermedio, dove l’unico vero vantaggio da conquistarsi è il fattore campo nei Playoff (e qui non ci sono dubbi), la prossima settimana al Wizink Center arriverà il Fenerbahce ed allora avremo un’ulteriore possibilità di valutare i rapporti di forza tra le tre superpotenze. Non vi è ovviamente nessun allarme in casa madrilena ed è lo stesso Laso, lucido e costruttivo come sempre, a vedere le cose proprio come stanno: «Dobbiamo valutare le cose positive all’interno di una gara in cui abbiamo avuto momenti di controllo, commettendo poi errori che hanno permesso loro di guadagnarsi la vittoria». La prova di squadra non è stata certamente a livello di quanto visto nella finale di Copa, con una sorta di pigrizia che ha caratterizzato i momenti decisivi del match, mancando proprio nel dare quella spallata che è solitamente punto di forza della “casa blanca”.

Il fattore rimbalzi, la chiave dei successi “blaugrana”

Real e Barça sono le due squadre che prendono più rimbalzi in Eurolega, rispettivamente 36,17 e 35,92. Una gara da 43-32 per i padroni di casa è certamente qualcosa di anomalo, ma se estendiamo la valutazione alle ultime quattro gare, quelle in cui i catalani hanno battuto Olympiacos, Baskonia, Zalgiris e Real, il dato è impressionate. 40/31, 37/28, 45/34 ed appunto 43/32 ieri sera. 165 palloni (41,25 di media) contro 31,25 lasciati agli avversari: si vince lì. E la conferma arriva anche allargando il discorso agli ultimi 11 turni, quelli in cui il Barça è 9/2 (sconfitte solo a Tel Aviv ed in casa con il Cska): solo Milano, seppur sconfitta al Forum, ha superato gli uomini di Pesic a rimbalzo (31/27). Tutte le altre sono andate sotto di brutto, con differenze anche abissali come il 39/19 col Pana ed il 46/25 con  il Darussafaka. Questi numeri, importanti, sono il risultato di una squadra che va rimbalzo con tutti gli uomini, molto attenti ad eseguire tagliafuori perfetti sui propri avversari.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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