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- Daniel Hackett, sempre lui, ancora lui. Altra prova superlativa, tecnicamente ineccepibile e contorno di leadership importante. Tripla fondamentale, così come i liberi del “ghiaccio”.
- Jordan Mickey è la miglior versione del 5 che può fare anche il 4 oggi in Turkish Airlines Euroleague. Se non vuole tornare di là, è il pezzo pregiato del mercato. Dominante.
- Anthony Randolph e Facundo Campazzo. Ok la sconfitta a Mosca, ma quello che fanno vedere per diversi minuti è semplicemente straordinario. Lo ripeto, come si faceva a non capire chi era Campazzo già a Rio? Mistero.
- Dixon-Guduric-Datome-Melli-Duverioglu giocano il 18,2% dei minuti totali nel successo del Fenerbahce sul Panathinaikos (7’16”). Gigi e Nick sono due grandissimi giocatori, che starebbero bene in tutti e tre i top team, ma vorrei vedere questo quintetto in mano a qualche altro coach e verificarne l’impatto.
- L’Olimpia che corre piace, anche se solo per 10 minuti e contro la squadra più scarsa di Eurolega. A volte dalle difficoltà nascono opportunità. Sta al gruppo gestire un’assenza chiave come quella di Gudaitis. E sia chiaro che Nunnally è aggiunta “5 stelle”.
- Il Panathinaikos di Pitino è molto più interessante in sala stampa che in campo. Squadra costruita malissimo, senza bilanciamento e con vuoti cosmici in diverse situazioni oggi decisive in un torneo come questo. A partire dal tiro. Un Calathes così discontinuo non aiuta certamente.
- 5 giocatori sopra il 50% dall’arco, 16 oltre il 45% e 45 che scollinano oltre il 40%. Sono numeri più o meno simili alle due stagioni precedenti. Il 100mo peggior tiratore da tre del torneo è Adam Hanga col 27,27%. Lo scorso anno fu Goudelock col 31,25%, due anni fa Tyrece Rice col 31,98%. E’ definitivamente chiave del gioco moderno, tuttavia chi fa la differenza la fa giocando bene al ferro e nel “mid range” (vedi Fenerbahce, Real e Cska su tutte). Forse perché la specializzazione e la crescita della tecnica di tiro a tutti i livelli appiattisce il livello di impatto verso l’alto?
- Zalgiris, Panathinaikos e Khimki (nonostante la W in Montenegro) abbandonano virtualmente la corsa Playoff, a meno di miracoli che vogliono dire 6-2 o 7-1 nelle ultime 8. 7mo ed 8vo posto restano a disposizione di Bayern, Baskonia, Olimpia e Maccabi. L’Olympiacos, che ha in corso una “crisetta” e deve andare a casa Efes prima di ospitare il CSKA, potrebbe aggregarsi, ma non dovrebbe essere così, in virtù di un finale di stagione abbastanza agevole in grado di garantire almeno quota 16.
- 5 gare di fuoco ( vs OLY at FEN vs BCN at MAC vs CSKA) per l’Efes di Ataman che vorranno dire sogni di gloria da tradurre in quarto posto, oppure posizione tra la quinta e la sesta, comunque ottime. Calendario alla mano, il Barça ha percorso più agevole. Anche se lo scontro diretto sarà ad Istanbul, dove però si partirà comunque dal +15 blaugrana al Palau.
- L’Olimpia vince la terza di fila, ma non batte una squadra in quota Playoff da novembre. Le ultime 5W sono arrivate contro Panathinaikos, Buducnost, Zalgiris, Gran Canaria e Darussafaka, ovvero le ultime cinque della classifica. Bene aver sfruttato il calendario favorevole, ma la postseason richiede ben altro. In due anni la Milano di Pianigiani ha un record di 6-21 contro chi si è qualificato ai Playoff o chi è attualmente tra le prime 8. Baskonia (3 volte), Olympiakos, Efes e Khimki le vittorie milanesi. Che sono 0-9 contro le prime tre della classe, con cui le sfide di ritorno arriveranno tra il 25mo ed il 29mo turno.