Jordan Mickey cancella… i Voli del Buducnost

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Che non fosse gara di alta classifica si sapeva, che potesse fornire diversi spunti interessanti era altrettanto noto, che il duello Goga Bitadze – Jordan Mickey fosse una prelibatezza era più che certo. Così è stato.

Vince il Khimki e lo fa sostanzialmente nell’ultimo minuto, quando due palle perse sanguinose dei padroni di casa consegnano la gara nelle mani degli ospiti. Partita di livello abbastanza normale per diversi minuti, esplosa nella parte finale dell’ultimo quarto, in cui si sono viste tante bellissime cose e due giocatori, così diversi e così interessanti allo stesso tempo. Senza dimenticare la parola “dominante”, che potrebbe facilmente accostarsi alle carriere sia di Mickey che di Bitadze, tenendo bene conto di dove i due atleti saranno già dalla prossima stagione, situazione che infiammerà il mercato.

  • Gara a punteggio molto alto, per lunghi tratti dovuto alla predominanza degli attacchi su difese un po’ troppo pigre. I montenegrini si nutrono di pressione difensiva e ritmo alto, cambi sistematici sui blocchi e sviluppo della transizione cercando spesso la soluzione di contropiede primario. Ciò che è mancato in questo mosaico è proprio il tassello della difesa e certamente è la parte del gioco su cui lavorerà di più coach Repesa, che non può essere contento della prova dei suoi dietro. Gli uomini di Kurtinaitis se la giocano in un terreno non ideale per loro: vincerla non è merito da poco.
  • Stefan Markovic è uno dei giocatori più sottovalutati dell’intera Turkish Airlines Euroleague. “Clutch player” se ne esiste uno, sa farsi valere con le giocate determinanti su entrambi i lati del campo quando la sua squadra ne ha più bisogno. La tripla del sorpasso a 48″ dal termine è la sua immagine più chiara. Guardi il suo tabellino e non ci trovi nulla di eclatante. Guardi la gara nelle sue pieghe e ne comprendi il valore assoluto. Fossi una squadra con obiettivi alti, non esiterei a cercarlo come primo cambio delle guardie.
  • Il duello: atteso, confermato dal campo. Jordan Mickey porta a scuola molto spesso un Goga Bitadze da 17+7 con 5 falli subiti e 2 stoppate. Numeri che si accostano difficilmente al termine “portato a scuola”, ma effettivamente il 24enne texano di Dallas, con un passato importante nei due anni spesi coi Tigers di LSU che furono un ventennio prima di Shaquille O’Neal, gioca una gara a tutto tondo in cui fioccano conclusioni da ogni parte del campo. Il 2/3 dall’arco è dichiarazione d’intento per il futuro, la capacità di rollare dinamicamente è realtà di oggi, il saper mettere palla per terra contro i pari ruolo per cercare tiri in penetrazione dove sa proteggersi al meglio (vedi le clamorose statistiche di “and one”) è qualcosa di unico. Lo abbiamo  circo in estate, lo abbiamo ripetuto in stagione, lo riconfermiamo oggi: da questa parte dell’oceano il giocatore può diventare uno dei più dominanti di sempre nel ruolo. Goga prenda nota e continui il suo lavoro: quel tempismo sulle stoppate è buona base, insieme a tantissime altre cose, per costruirsi un futuro notevole.
  • Il parziale: 11-2 negli ultimi 48 secondi. Si spegne la luce in casa montenegrina, ne approfittano impietosamente, quasi stupiti per tanta grazia ricevuta, i russi. Rimessa molto mal eseguita dopo il timeout ed assist di Edwin Jackson per… una facile ripartenza conclusa da Mickey (proposito di “and one”). Pasticcio di Norris Cole e gara chiusa da Dee Bost. Peccato per gli uomini di Repesa, successo importante per la banda Kurtinatis. I Playoff restano troppo lontani, ma almeno si è vista ancora, dopo la W con lo Zalgiris, il giusto atteggiamento. Non saranno due vittorie strepitose, ma pesano, visto il momento post Bartzokas.
  • La leadership in casa Buducnost è forse il problema principale attualmente. Detto che non può certo appartenere ad un gigante bambino come Bitadze, dovrebbe essere appannaggio di Gordic o Cole. Il primo ce l’ha nelle corde, ma ha anche diversi limiti tecnici, mentre il secondo, che ha tutto, gioca un po’ troppo spesso da solo. Splendidio da vedere, immarcabile per la stragrande maggioranza degli avversari, non solo di ieri, si isola di fronte ad uno specchio che riflette luce individuale ma può dare troppa ombra ai compagni. Nonostante 11 assist, il -17 di plus/minus ed il peggior “defensive rating” tra i suoi (138,7) sono numeri che spiegano tante cose.

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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