Fenerbaçhe fa intensamente suo l’Olympiacos

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Il Fenerbaçhe Beko continua la sua marcia inarrestabile. Alla Ulker Sports Arena di Istanbul la squadra di coach Obradovic continua a lanciare segnali in ottica Final Four di Vitoria, vincendo largamente la seconda sfida stagionale contro l’Olympiacos di coach David Blatt. A differenza del match visto al Pireo, i padroni casa non subiscono le trappole della squadra ellenica, questa volta incapace di rispondere al solito clinic di gioco messo in scena dalla compagine turca.

Dal duello di filosofie in panchina, al duello di MVP sotto le plance tra Nikola Milutinov e il miglior giocatore di dicembre Jan Veselj, passando alla storia da ex di Kostas Sloukas e il duello con l’eterno Vassilis Spanoulis, la sfida di apertura del giovedì del 20° turno di Turkish Airlines Euroleague ha messo a confronto non solo la storia continentale di due squadre vincenti, bensì due filosofie a confronto che hanno reso affascinante e decisamente intenso la vera ‘Game of The Week‘ del 20° turno di regular season continentale.

Senza ulteriori indugi, andiamo ad analizzare la supersfida Fenerbaçhe-Olympiacos con la nostra consueta analisi in cinque punti.

Fenerbaçhe = intensità inaudita

Giocare tra le mura amiche del Fenerbaçhe vuol dire essere pronti ad affrontare una vera e propria giungla emotiva e tecnica. La sfida vissuta alla Ulker Sports Arena ha messo a nudo l’emotività mentale della squadra di David Blatt. La pressione asfissiante in difesa e le scelte spacca-ginocchia messe in scena nel primo tempo di match dai padroni di casa, hanno indirizzato il match sui binari degli uomini di Obradovic. La compagine turca ha dato l’ennesima dimostrazione che psicologicamente si entra in partita con il coltello fra i denti per far propri i match più importanti della stagione, gestendo di conseguenza la partita in entrambe le fasi di gioco come se fossimo seduti comodi sul nostro divano di casa a fare zapping televisivo in un uggioso e noioso giovedì sera. In questo momento il  Fenerbaçhe è l’unica squadra capace di farlo nel migliore dei modi.

Veselj-Milutinov: i giganti eccome se duellano

È stato senza dubbio il duello più atteso di tutto il match. Con tutto il rispetto per la dolce vendetta di Sloukas come avvenuto al Pireo nel match d’andata, questa volta il granitico centro serbo doveva dimostrare di essere il vero fulcro della squadra ellenica nelle partite che contano come già mostrato nella vittoria al Pireo contro il Real Madrid di coach Pablo Laso. Milutinov non si presenta impreparato all’esame Jan Vesely, ma ne esce letteralmente risucchiato in un vortice di invisibilità per quasi 20′ di gioco. L’albatros ceco oscura letteralmente il big man serbo, dimostrando di essere uno dei giocatori più importanti nel sistema Obradovic specie nella propria metà campo.  Gli 11 punti e 4 rimbalzi messi a segno da Milutinov potrebbero ampiamente dimostrare il contrario, ma Jan Veselj per la tanta e forse troppa intensità difensiva ha dovuto lasciare anzitempo il campo. Chissà se il duello si potrà ripetere in quel di Vitoria

Difesa Fenerbaçhe fondamentale

Già intensità difensiva. Questa è la vera chiave per essere una grande squadra in Europa. Tutti gli addetti ai lavori sanno perfettamente che la differenza sostanziale con la pallacanestro Nba risiede proprio nel saper dare una vera identità difensiva alle proprie squadre. Bene, i 25 minuti difensivi messi in scena dai padroni di casa devono essere un monito per tutte le altre organizzazioni difensive presenti nella Turkish Airlines Euroleague. La perfetta combinazione tra aiuti difensivi, pressione sul lato debole, raddoppi continui in angolo ha messo in ginocchio l’attacco dell’Olympiacos fermo a soli 35 punti realizzati in due quarti e mezzo. Vero anche che il Fenerbaçhe abbia notevolmente abbassato il ritmo in difesa nei restanti 15′ di partita, ma il clinic difensivo e mentale di Obradovic ha annichilito le soluzioni offensive gestite da coach Blatt, incapace di trovare una vera e propria soluzione al problema.

Zeljko Obradovic: l’arte di gestire due squadre al prezzo di una

Tra le superpotenze europee, il Fenerbaçhe e il Real Madrid hanno dimostrato di essere una spanna sopra tutte le altre (a fasi alterne aggiungerei anche il CSKA Mosca, ma i cali e gli sbandamenti sono molto più pesanti rispetto alle due squadre sovracitate). Il controllo emozionale che mi viene fatto ammirare tramite coach Obradovic non lo riesco a percepire con quello del Real Madrid. La capacità di tenere la squadra sempre sulla corda per tutta la stagione con i ruoli ben disegnati e congeniati da tutto il coaching staff è vera goduria per gli occhi. La capacità di non avere un vero e proprio starting five, bensì due dimostra lo strapotere tecnico di questa squadra ricca di risorse che non ti aspetti ma sopratutto di vera e propria cultura cestistica inculcata da un vero e proprio maestro del basket.

Bobby Dixon: l’esempio del Role Player in Eurolega

Il Fenerbaçhe ha davvero vinto la partita nella propria metà campo, ma in attacco le soluzioni non le ha innescate Kostas Sloukas. La straordinaria partita messa in scena in termini di cinismo ed efficienza da parte di Bobby Dixon (al secolo Muhammad Alì), forse è l’esempio lampante di come il lavoro del coaching staff citato poc’anzi dia il via alla crescita esponenziale dei veri Role Players di culto anche in Turkish Airlines Euroleague. Oltre allo strepitoso apporto offensivo di Nikola Kalinic e dell’ex Siena e Valencia Erick Green (prestazione combinata da 33 punti, 4 rimbalzi in questo match) è l’ex Brindisi a salire in cattedra nei momenti in cui l’Olympiacos cominciava a prendere respiro dal clima torrido e asfissiante della Ulker Sports Arena. 13 punti, 10 assist e 2 rimbalzi con 21 di valutazione lo eleggono MVP della sfida scintillante e intensa di Istanbul, che ci consegna il Fenerbaçhe come la vera squadra da battere in questa stagione continentale.

 

 

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