Ritratto di Alen Omic, il centro scelto da Milano per sostituire l’infortunato Kaleb Tarczewski

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Bosniaco di Tuzla (6 maggio 1992), naturalizzato sloveno, ha iniziato la sua carriera al Kosarkarski Club Lasko Zlatorog, forse meglio noto come Pivovarna Klub, dove ha firmato il primo contratto nel 2009, per rimanervi sino al 2012.

Il piccolo club sloveno, che gioca le partite casalinghe presso l’arena Dvorana Tri Lilije, impianto da 3000 posti, è il fiore all’occhiello di una cittadina, Lasko, da poco più di 13000 anime, situata nella parte centro-orientale della Slovenia, verso il confine con la Croazia, sulle rive della Savinja, fiume spesso nelle cronache per le esondazioni, che ha origine dalle cascate Rinka.

Alen, coi suoi 216cm e 110kg, è il classico 7 piedi che non può non interessare oltre oceano, ma nonostante una carriera nelle rappresentative giovanili di un certo peso (due Europei Under 20 ed uno Under 18 quasi sempre sui 15+7) , non viene scelto al draft 2012 e la sua esperienza NBA è limitata a due Summer League giocate  con Brooklyn (ad Orlando nel 2015) e con Denver (Las Vegas 2016). Situazione almeno inusuale per un profilo fisico di questa portata.

 

LE SQUADRE ED I NUMERI: EUROCUP ED EUROLEGA

Da Lasko, nel 2012, il salto all’Olimpjia Ljubljana, dove resta sino al 2015. E’ qui che arriva un cambio di club che ne segnerà il futuro: approda a Gran Canaria, dove, a fine stagione, è selezionato nel primo quintetto di Eurocup, grazie ai 14 punti e 7,6 rimbalzi di media. L’Eurolega lo osserva, e lo sceglie. Si vola ad Istanbul, sponda Efes, ma l’avventura non decollerà mai: 17 gare con soli 40 tiri da due effettuati, 26 rimbalzi presi ed 8’14” di utilizzo. La doppia cifra non arriva mai ed il top sono 7 punti e 13’56” in campo. Non si arriva a fine contratto, tanto che a gennaio si torna in Spagna, questa volta destinazione Malaga. La vittoria di Eurocup è più successo di squadra che individuale: 6,4 punti e 5,5 rimbalzi sono il fatturato europeo, pressoché replicato in ACB. Il luglio 2017, dopo la mancata conferma malaguena, dice Hapoel Jerusalem, dove resta per 10 gare di Eurocup, ad 8 di media con 4,4 rimbalzi. Nel gennaio 2018 altro cambio in corsa, stavolta in direzione Belgrado, Stella Rossa, dove conclude la stagione di Eurolega ad 8,4 punti e 3,9 rimbalzi in 17 minuti di media sul campo, prima di accasarsi, per la stagione 2018/19 al Buducnost di Alessandra Dzikic, che si dice non ne caldeggiasse troppo l’arrivo.

Con i montenegrini si esprime, almeno statisticamente, al meglio nel massimo torneo continentale: poco più di 21 minuti di utilizzo medio in 15 gare, con 8,9 punti (62% da due), 4,7 rimbalzi, 1 assist, 0,3 recuperi, 1,1 perse e 0,3 stoppate, sia date che subite. Il suo PIR di 10,6 lo pone al 41mo posto in Turkish Airlines Euroleague, 13mo tra i centri. E 2,2 carambole offensive raccolte vogliono dire 7mo posto nella speciale voce statistica.

I suoi top di EL, a livello di numeri, sono 25 punti contro il Real il 30 marzo del 2018 e 13 rimbalzi contro il Fenerbahce il 22 novembre 2012.

Ma il dato statistico del torneo che fa maggiormente difetto è il 55,2 % dalla lunetta, che in Eurocup sale al 59,2%, basandosi sulla carriera.

 

LA NAZIONALE: DELUSIONE E POLEMICHE

Del percorso giovanile abbiamo già accennato e resta da aggiungere che nel 2012 fu bronzo con la Slovenia U-20.

A livello senior gioca i Mondiali 2014, da 7,7 + 5,4 in 18 minuti e l’avventura slovena si conclude nei quarti, senza ovvie speranze con gli USA poi campioni. Negli ottavi era stata battuta la Repubblica Dominicana, dopo il secondo posto nel gruppo D.

Agli Europei 2015 disse 8,6 con 5,1 rimbalzi.

Perché delusioni e polemiche? Il rapporto con la squadra nazionale, per chi è stato naturalizzato sloveno, si conferma complicato. «Ho dato molto a questa maglia, ora non parlo più con Raso Nesterovic (segretario generale). Lui non mi chiama, io non chiamo lui. Ho giocato le partite di qualificazione, poi arriva la fase finale ed io sono fuori. Perché la federazione non chiama giocatori come Prepelic o Blazic per le qualificazioni mondiali? Il Montenegro lo ha fatto con dei miei compagni di squadra, anche se erano in Eurolega. Non capisco, non ci provano nemmeno». In sostanza, il ragazzo non le manda a dire.

La faccenda Randolph ha lasciato il segno. Nemmeno troppo gradito da parecchi ambienti sloveni, il campione del Real è certamente causa del malumore di Omic: tutto nasce da lì.

 

LE CARATTERISTICHE TECNICHE

Dei 216cm e 110kg che restano fuori dal Draft abbiamo già accennato, ed è certamente anomalia, ma cosa c’è scritto sui taccuini di GM ed osservatori europei ed americani?

Atleta cui non manca il talento, questa è una certezza. Giocatore principalmente di post, piuttosto che di pick and roll (e forse questo è stato considerato come un limite nel gioco di oggi), non difensore eccelso ma nemmeno sottovalutatile, è dotato di mano molto educata, con la quale può fare male dai 2 ai 4 metri. E’ buon passatore ed in generale attaccante molto più pericoloso con la palla in mano piuttosto che senza.

Da non tralasciare il fatto che 26 anni sono età in cui un lungo può ancora essere considerato giovane, quindi non vi è alcuna preclusione sulle possibilità future. Si può tranquillamente dire che il talento mostrato negli anni addietro richiede oggi un’esplosione ai livelli più alti, per non essere considerati spreco. Forse tutto ciò, più che l’etichetta di “soft”, troppo spesso usata in giro per il mondo con poca cognizione di causa, è la chiave del futuro del bosniaco. Ed una maggiore incidenza rimbalzo sarebbe il primo passo, decisivo.

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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