Cosa succede a Nick Calathes?

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Nicholas William Calathes, “Nick” per tutti, uomo da Casselberry, contea di Seminole, in quel sud degli Usa che ne ha tanto forgiato il carattere, anche negli aspetti più complicati, sta attraversando un momento decisamente difficile. Ed inatteso.

Solo 6 mesi fa si discuteva di Calathes come serio candidato MVP, insieme all’asso pigliatutto Doncic ed allo straordinario Shved: ora siamo lontanissimi ed il rendimento del play greco-americano, soprattutto in questo ultimo mese, potrebbe essere una delle cause principali di un eventuale fallimento della stagione dei suoi. Dopo un turno casalingo “soft” con il Darussafaka, saranno Real, Olimpia, Cska ed Olympiacos, alla prima di ritorno, a dirci tanto delle prospettive del Pana.

I numeri di Nick? Ultime 5 gare (1-4 il suo Pana) da 34 punti totali (6,6), 10/31 da due, 4/23 da 3, 33 assist (6,6), 18 perse (3,6) e 15 rimbalzi (3). Il tutto con due serate da 2 punti, contro Barça e Khimki, ed una da 5 punti, contro il Baskonia. La sola vittoria contro i Blaugrana, unico sorriso europeo “greens” dal successo nel derby, è la conseguenza più naturale.

Xavi Pascual se ne innamorò in una serie di Playoff proprio contro il suo Barça ed il rapporto pare sempre solido. Ma è chiaro che le mura di Oaka qualcosa sussurrino. Sussurri che diventano grida se si parla della convivenza con Keith Langford. L’arrivo del fromboliere USA, tanto criticato dalla stampa greca poiché sarebbe avvenuto come ciliegina su una torta che mancava già di ingredienti base, ha creato una situazione difficile.

La realtà non può farci dimenticare che lo scorso anno dall’altra parte dell’arcobaleno c’era un Gist che oggi non è nemmeno lontano parente del giocatore fisicamente straripante visto per tanti anni in Turkish Airlines Euroleague. Ed anche KC Rivers manca, perché le castagne dal fuoco le toglieva spesso, trasformando passaggi vincenti in assist. Se vi aggiungiamo il discusso utilizzo di Pappas, che per la stampa greca dovrebbe giocare di più, il quadro Pana è decisamente complicato.

Tra tante cose che non vanno, per i greci, c’è  un dato che preoccupa non poco: tutte perse in trasferta, talune molto male, eccetto la W di Podgorica, non proprio terreno inespugnabile.

Non è sicuramente responsabilità unica di Calathes, ma è chiaro che il momento difficile  fisico e di leadership che sta vivendo il giocatore è fondamentale. Ci eravamo abituati ad un atleta totale, presente sui due lati del campo e con le chiavi dello spogliatoio. Ecco il punto, Nick sembra mancare proprio di quel che la sua squadra necessita di più: leadership.

Il rinnovo pluriennale da 6.5 milioni (importo totale in scadenza nel 2021), decisamente impegnativo per i suoi colori, che i più maligni ora discutono ferocemente poiché lo attribuirebbero ad un chiaro messaggio del giocatore, in sostanza un “o io o Mike James”, oggi pare un macigno pesante sul futuro degli uomini di Pascual. Ed Oaka rimpiange il “milanese” in modo sempre più convinto, viste le performances del giocatore di Portland in maglia Olimpia.

Ritornando a qualche numero, il suo minutaggio in realtà non è cambiato: dai 28’55” dello scorso anno ai 29’08” la differenza è proprio poca.  Mai stato una sentenza da 3, però anche  il 34/116 della stagione 17/18 fa a cazzotti con il 10/50 attuale. La carriera di Eurolega dice 27,6% dall’arco, curiosamente molto migliore nei due anni a Memphis, oltre il 30%. Metteteci un misero 7/20 ai liberi e si capisce che qualcosa non va. E’ decisamente peggio se pensiamo ai punti, scesi da 14,5 a 9,2, così come gli stessi assist, 8,1 nello scorso torneo ed ora 7,7, con la già citata discesa a 6,6 nelle ultime 5 gare.

Tanti sussurri, molte grida, una certezza: senza il miglior Calathes il Pana non va lontano. C’è un’Eurolega che è eternamente giardino di casa ed una torneo greco che è sempre questione di vita o di morte, soprattutto con l’Olympiacos in netta crescita.

Zittire quei sussurri, dare un senso ad un rinnovo milionario, prendere per mano una squadra forse non costruita troppo bene: in sostanza tornare Nick, l’uomo spigoloso, difficile, ma campione. Per Pascual è “all in”, non vi può essere percorso alternativo.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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