Equilibrio mentale e tecnico: un ottimo CSKA espugna Madrid

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Notte da segnare sul calendario, una di quelle sfide che seppur arrivi nel primo terzo di  stagione regolare vuole già dire qualcosa sugli equilibri ad alto livello.

In un torneo dove, al momento, il divario tra le tre “eterne” favorite e le altre pare essersi addirittura ampliato rispetto agli anni passati, analizzare cosa accade nei confronti diretti tra Real, CSKA e Fenerbahce è un gradevole antipasto della succulenta cena che, con grande probabilità, andrà in onda nel maggio basco di Vitoria.

Vince meritatamente uno CSKA che sfoggia una prestazione di grande sostanza, coadiuvata da una percentuale dall’arco con la quale è difficile perdere. Ma la forza dei russi va ancor più elogiata in virtù dell’avversario e della solida prova mentale: avere la meglio a Madrid dopo parziali importanti dei padroni di casa è da grande squadra e da grande allenatore. Due cose che a Mosca sono chiarissime.

  • Cory Higgins e Will Clyburn. Saremo sicuramente noiosi, ma non c’è modo di non parlare di questi due straordinari atleti ogni volta che Mosca scende in campo. Senza alcun dubbio si tratta di due solidissimi candidati MVP sinora. per quello che fanno sui due lati del campo, per l’energia clamorosa che mettono nella partita e per la possibilità di giocare praticamente in tre ruoli, che vale per entrambi. Le statistiche dicono tanto, il loro impatto molto di più. 20 punti in 16′ nel secondo tempo per Cory e 18 punti, 6 rimbalzi, tre soli errori al tiro, 6 falli subiti 2 recuperi per Will. Ma attenzione a fermarsi qui, perché c’è anche Alec Peters che sta sempre più calandosi nel ruolo di chi deve spostare gli equilibri per Itoudis. Ecco, se si pensa che oltre a questi ci sarebbero Nando, il Chacho ed una batteria infinita di buonissimi giocatori…
  • Gara per certi versi strana, di notevoli parziali e parzialini, decisamente inattesi. Si parte col 3-14 degli ospiti a 4’12” del primo quarto. Rientro Real fino al 20-24 di fine frazione, col miracolo di Campazzo a fil di sirena. Mosca non la mette più ed i “blancos” scappano sul 32-24 poco dopo la metà del secondo quarto. Si arriva all’intervallo lungo sul 41-38. Itoudis la legge così: «Bravi a non mollare quando abbiamo sparacchiato per 7 minuti. Tenere in quel brutto momento è stata la chiave, poi abbiamo capito cosa fare e come correggere gli errori».
  • Laso sottolinea la grande prova dall’arco degli avversari «ma non è solo questo, sono stati la squadra migliore. Certo che a metà gara avevano più tiri da tre che da due, tuttavia non siamo stati bravi né in attacco, né in difesa, seppur provandoci sempre». Molto particolare la statistica segnalata dal coach madrileno. Gli uomini di Itoudis normalmente in stagione tirano 42,6 volte da 2 (terzi per numero di tiri e undicesimi per percentuale col 53,5%) mentre tentano mediamente 23,4 triple, che vuol dire quinta squadra per tentativi e quarta per percentuale (42,3%).  Quindi ieri sera 7/8 “two pointers” in meno e 2/3 “three pointers” in più tentati, ma uno straordinario 15/26 dall’arco che ha fatto grande differenza. Per qualità, perché molti sono arrivati dopo l’abituale perfetta circolazione ed altrettanta spaziatura, e per senso del dramma, perché almeno 3 sono arrivate sui 24″ e questo ha fatto tanto male a Madrid, come ha riconosciuto il coach dei padroni di casa.
  • Assenti illustri come Llull e Rodriguez lasciano aperta ovviamente ogni interpretazione su ciò che avrebbe potuto essere questa sfida, ma ancora una volta è da sottolineare come i grandi allenatori come Laso ed Itoudis nemmeno sfiorino l’argomento. Se è vero che hanno tali e tanti uomini da poter gestire ogni emergenza, è altrettanto chiaro come il messaggio psicologico alla propria squadra sia di qualità altissima. Perché i lacrimoni non hanno mai giustificato realmente una brutta esecuzione sul campo. Chapeau ad entrambi, come sempre.
  • La grande  differenza nella gara viene dall’equilibrio, sia mentale che tecnico, che Itoudis ha saputo mantenere nei suoi. Ivi compresi i minutaggi perfetti, con 8 uomini utilizzati realmente. A differenza del Real, che è stato troppo legato alle folate di un sempre notevolissimo Campazzo, troppo solo però nel reggere la regìa madrilena e certamente sovraesposto. Tra parentesi l’argentino è stato autore di una perla mica da sottovalutare: doppio gioco da 4 punti nei 29 secondi finali. “Losing effort”, peccato. L’intensità totale del play di Laso raggiunge limiti che spesso sono addirittura troppo anche per i suoi compagni: in positivo, sia chiaro.Ne sa qualcosa Daniel Hackett, splendido nell’accettare il confronto, duro e spigoloso praticamente per tutti i 22’51” in cui è stato in campo.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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