Pesic : Battere Milano? E’ difficile, ma si fa così…

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Partiamo dalla fine, perché lo show è di una certa portata…

Dopo essersi lamentato, scherzosamente ma con toni alti, per il ritardo con cui è toccato  a lui in sala stampa («Siamo a Barcellona, non a Milano! A Milano una-due domande, qui invece… E’ mezzanotte ormai…»), peraltro senza sapere che il ritardo non è stato per nulla causa delle troppe domande al suo collega, cui è stato possibile rivolgere una sola domanda, il coach di Pirot si è seduto ed ha raccontato di una situazione di fiducia della sua squadra, pronta e cosciente sul da farsi contro Milano.

Dopo circa una decina di minuti e tre domande cui ha risposto con estrema precisione e chiarezza, squilla un cellulare con suoneria ad alto volume in sala stampa. Leggero imbarazzo tra tutti, ci si interroga sul”colpevole” ed ecco che coach Pesic estrae il telefono dalla giacca ed esclama «E’ mia moglie, mi sta aspettando, è tardi…». Ovvia ristata generale, il coach guarda il display e conferma: «Ve l’avevo detto, è lei, arrivederci». Si alza ridendo ed esce dalla sua stampa tra l’ilarità generale crescente.

E fin qui il personaggio, certamente notevole, ma il coach, come ha valutato la prestazione dei suoi contro una Milano che era lanciatissima, esattamente come i suoi?

A lui abbiamo potuto rivolgere una domanda e ci ha risposto dipingendo un  quadro globalmente perfetto, sia sulla partita che sulle caratteristiche del suo avversario.

  • Coach, il vostro pick and roll è stato “unstoppable” per la difesa di Milano, che non ha trovato alcun modo di opporsi. E’ stata la chiave della gara?

«Il pick and roll è sempre importante poiché la maggior parte delle squadre lo fa. Per esempio l‘attacco di Milano è p&r e “early offense”. L’Olimpia non gioca in attacco con tre-quattro passaggi per muovere la palla da un lato all’altro ed attaccare per 20 secondi. Sono una squadra di transizione, di contropiede ed appunto di attacco immediato. Il primo tiro che hanno a disposizione lo vogliono sfruttare: tutto ciò che hanno fatto nei primi 5-6 minuti. Penso che la chiave sia stata proprio fermare quell’attico veloce e l’innesco di transizione e contropiede. Il nostro p&r è stato ok. Milano non gioca in post basso eccetto qualche situazione per Micov, hanno due lunghi che corrono bene, eccellenti in transizione, notevoli a rimbalzo d’attacco con una media di 14 a sera. Poi prendono 30 tiri da 3 partita, ripeto, 30! Se non sei pronto a giocare concentratissimo i primi 5-6 secondi è molto difficile. Tutto questo è stata la parte fondamentale della gara».

Quei 5-6 secondi quindi, la chiave di tutto. In occasione della prima gara stagionale, la semifinale di Supercoppa con Brescia, potemmo osservare una leggera difficoltà di Mike James nell’affrontare il raddoppio. Oggi Pesic ha ampliato il concetto rendendolo perfetto: oscurate le linee di passaggio, nonché le possibilità di attaccare qualsiasi scelta difensiva sin dai primissimi secondi. Non è pressare, che è concetto diverso, ma aggredire occupando gli spazi corretti in difesa. E se nel basket del pick and roll c’è una difesa che domina a livello di spaziature, l’attacco patisce e va sotto.

Spesso, da osservatori esterni, ci chiediamo cosa  possa aver preparato un coach in virtù di chi deve affrontare. Altrettanto di sovente ci chiediamo quali ritenga debbano essere i punti chiave su cui prestare maggior attenzione per vincere la gara. Infine, praticamente sempre,  abbiamo la grande curiosità di sapere cosa abbia funzionato e cosa no, attraverso le nostre domande. Coach Pesic ci ha risposto in modo chiaro e diretto: tanti concetti, pochi fronzoli, la perfetta visione di una gara.

Nella notte colorata soltanto di blaugrana abbiamo provato un po’ di invidia per  la signora Pesic : quanto sarebbe stato bello avere il coach più a lungo. Quando i concetti sono così chiari, la pallacanestro scorre fluida,  ritmata e… musicale.

 

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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