Il Barça ne ha di più: nulla da fare per l’Olimpia al Palau Blaugrana

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Sfida di antica nobiltà al Palau Blaugrana: Olimpia e Barça hanno iniziato col piede giusto e nessuna delle due pare intenzionata a mollare la presa su un record che può voler dire tanto, tanto fieno in cascina.

La possibilità di assistere dalla tribuna stampa del Palau ci permette, per una volta, un’analisi strutturata diversamente. Estensione dei nostri 5 rituali punti per una sorta di cronaca-analisi vissuta secondo le sensazioni del campo.

  • L’inizio gara è in linea con quanto fatto vedere da Milano in tante delle uscite stagionali. Difesa compatta e ottimo attacco, con palla che circola bene ed è in grado di trovare il ricevitore migliore, spesso su quel lato debole tanto carente lo scorso anno. E spessissimo si tratta di Jeff Brooks, perfetto nelle spaziature e nel dare riferimenti ai compagni. L’Olimpia pare potersene andare, ma il Barcellona di questa stagione non molla e resta a distanza di sicurezza. La miracolosa tripla finale di Jaka Blazic è evento negativamente troppo ripetitivo per non suonare da campanello d’allarme in casa biancorossa. Così come non si può non sottolineare che se fai 5/8 da tre in un quarto, suona strano essere solo +1 (24-25).
  • Dal 21-25 di pochi istanti prima della sirena del primo quarto si balza al 31-25 blaugrana dopo soli 1’23” della seconda frazione. Idee confuse in attacco e pochissima resistenza in difesa: Micov in panchina pesa quasi quanto Jerrells in campo, a parte una tripla totalmente casuale. In tutto questo Blazic è l’emblema di come si giocano le gare di Eurolega sui due lati del campo. 19 punti segnati dai padroni di casa in 4’12” sono obiettivamente tantissimo, cose che si vedono assai raramente. Una giocata difensiva da pollo di Heurtel regala a CJ55 i liberi del -8 (2/3) ma dietro pare proprio che in casa milanese manchino le energie. In questo frangente, sul 42-34 si ribalta un poco la sensazione: il Barça potrebbe scavare un divario notevole ma perde alcuni palloni decisamente inopinati. Il doppio turno pesa, senza dubbio, su entrambe. Troppo spesso le gambe non vanno alla stessa velocità delle braccia: ne nascono falli evitabilissimi  e già 91 punti a referto (49-42) a 1′ da metà partita. Il +11 a fine primo tempo è giusto: Barcellona meglio di Milano sinora. 
  • Intervallo lungo ed alcuni punti chiave. Chris Singleton, seppur positivo, col fisico che si ritrova non può autolimitarsi a sette metri dal ferro. Jerrells oggi fa l’esatto contrario di quello che fa la sua squadra quando gioca bene, cosa peraltro avvenuta spesso sinora: palla ferma, nessuna minaccia, il resto è automaticamente negativo. Pangos, Heurtel e Kuric sono imprendibili per la retroguardia milanese: 26 punti combinati con 6/8 da due e 3/6 da tre, ma soprattutto mai nemmeno lontanamente messi in difficoltà sul “pick and roll”, specialità della casa di una certa prelibatezza. 21-9 a rimbalzo è un massacro: viene quasi da dire che sia uno scarto limitato di fronte a questa statistica.
  •   Il terzo periodo si trascina un po’ stancamente, sulla falsariga di come si era concluso quello precedente. Tanti errori, forse più in attacco che in difesa, francamente un brutto momento di pallacanestro. Il 69-51 a 2’29” è più figlio di un’inerzia trasversale che di reali intenzioni sul campo. Che sia chiusa è più di qualcosa che aleggia nell’aria ed il 74-54 alla sirena lo dice chiaramente. Dopo aver aperto le danze con uno stratosferico 5/8 dall’arco, l’Olimpia è ora 8/23, con un parziale, in 20 minuti, di 3/15. Se non funziona il tiro dalla lunga i biancorossi diventano una squadra qualsiasi, incapaci di minacciare il ferro avversario, come testimoniano i soli 6 liberi tentato nei primi 32 minuti.
  • Non fornisce emozioni travolgenti nemmeno la prima metà dell’ultima frazione, sebbene Milano dimostri di essere qualcosa di più quest’anno proprio nel momento in cui non crolla e torna a -15, con Kuzminskas in contropiede che sbaglia un appoggio semplicissimo: forse non si sarebbe riaperta, di certo risulta difficile pensare come a volte il lituano sia così “soft”.  Pesic non vuole lasciare nulla al caso e chiama timeout ad 1’11” dopo un paio di leggerezza difensive dei suoi. 90-80 il finale, che lima qualcosa in termini di  differenza punti : queste due squadre si potrebbero ritrovare molto vicine in classifica, oggi con una netta preferenza catalana.
  • Convincente il successo dei padroni di casa, solo al terzo appuntamento casalingo su 9 gare: questo conta tantissimo nell’economia di questo torneo. Nessun dramma per Milano: KO che ci può stare, su un campo complicato, e che ha profonde radici nell’assenza di Nemanja Nedovic. Ecco, piuttosto è importante interrogarsi sulla situazione del reparto guardie milanesi, in assenza del serbo: siamo certi che il ricorso al mercato non sia necessario? Questa squadra è in grado di reggere un altro mese, come minimo, con il solo Mike James a livello dei migliori? L’eredità della notte del Palau è questa domanda per l’Olimpia: più di ogni altra. 

OFF TOPIC – Molto interessante la parte di conferenza stampa di Coach Pesic. Ci ritorneremo, perché è stato molto chiaro su quel che si deve fare per fermare Milano.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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