Il pasticcio Markovic-Vialtsev: il doveroso chiarimento di Eurodevotion sulla gara tra Olimpia e Khimki

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La vittoria dell’Olimpia contro il Khimki ha portato con sé un piccolo giallo, fortunatamente senza conseguenze regolamentari per entrambi i team, che rappresenta una situazione decisamente particolare ed almeno difficile da comprendere, visti i protagonisti.

Al minuto 2’11” del primo quarto, dopo una persa dell’attacco russo, coach Bartzokas chiama il cambio e dalla panchina si alza l’inconfondibile sagoma di Stefan Markovic (vedi ns foto ricavata dal Player di Eurosport), chiamato a sostituire Dee Bost. Il nativo di Belgrado si toglie la tuta, la sopramaglia ed entra sul terreno di gioco con la divisa di… Igor Vialtsev.

Ora, con tutto il rispetto per Vialtsev, tiratore notevole da 42,5% in carriera di EL in 73 gare, quasi tutte con la maglia del Khimki, classe 1985, 193cm per 91kg, è assai difficile, per molte ragioni, confonderlo con la sagoma e la carriera di  Markovic. 1988 nato a Belgrado, 199cm e 98kg, 68 gare di EL e 106 di EC tra Khimki, Malaga, Valencia, Banvit, Zenit e Benetton (16 gare nel 2011 con la squadra allenata da coach Repesa in cui militava un giovanissimo Alessandro Gentile), nonché un argento Olimpico a Rio, un argento Mondiale in Spagna nel 2014, un argento Europeo in Polonia nel 2009 e l’oro Mondiale U19 nel 2007 in Serbia (in finale la sua Serbia batte gli USA in cui militava Steph Curry, con DeAndre Jordan, ed un  Milan Macvan da 19+10 fece a pezzi gli americani).

Ebbene, nel silenzio generale, Markovic gioca fino a fine quarto, non andando a referto, né per punti, né per sanzioni. Nell’intervallo breve si toglie la maglia numero 6 del compagno, la getta ed indossa il suo classico numero 9.

Conciliabolo (protagonista Boltauzer) tra gli arbitri e si decide per un salomonico “non è successo niente”.

Abbiamo contattato Silvio Corrias, ex fischietto italiano di grande esperienza, per capire se vi siano state violazioni regolamentari.

La risposta, chiara, è NO. Non vi sono sanzioni per il Khimki e non era previsto nessun provvedimento anche qualora la cosa fosse stata rilevata. Quanto eventualmente messo a referto dal Markovic “vestito” da Vialtsev sarebbe stato riportato al giocatore serbo. Il problema sarebbe sorto soltanto se vi fosse stato coinvolto un giocatore non nella lista gara.

Tutto bene ciò che finisce bene, quindi, ma resta la sensazione di assoluto disagio del come possa accadere una cosa simile senza che entrambi gli staff, nonché, molto più colpevoli nella forma e nella sostanza, gli arbitri abbiano riconosciuto un giocatore di tale importanza ormai da anni. E’ situazione molto particolare che solo gli interessati potrebbero chiarire: qualcuno ha riconosciuto Markovic? Se lo ha fatto, perché non lo ha segnalato, visto che sono passati ben 131 secondi in campo? Divertente o incredibile che la si voglia considerare, anche perché le caratteristiche fisiche e tecniche dei due giocatori sono molto diverse.

Nella stessa gara, in occasione della tripla di Sergey Monia che dà ai suoi il vantaggio di 2 punti sul 78-80 a 24″ dalla fine, Jordan Mickey, servito da Shved, palleggia in penetrazione e scivola, riuscendo a servire lo stesso Monia che esce in palleggio oltre l’arco e realizza. Grandi contestazioni milanesi, ma la regola, su Mickey, è chiara. Non vi è infrazione di passi per chi scivola in questa situazione (altro sarebbe se si girasse su se stesso).

E siccome questa gara non si è fatta mancare nulla, sul “fallo tecnico” fischiato a Coach Bartzokas vi è una situazione di “errore tecnico” riguardo posizione della palla e secondi sul cronometro dei 24. Ma per questo, vi rimandiamo a quanto ci chiarirà http://www.weref.it grazie alla competenza di Silvio Corrias.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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