L’Efes si conferma bestia nera del Fenerbahçe

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Ogni squadra che si rispetti, per molto vincente che sia, ha la sua propria bestia nera. Quella del Fenerbahçe di Zeljko Obradovic è senza dubbio l’Anadolu Efes di Ergin Ataman, che infatti ha inflitto ai vice-campioni della competizione la prima sconfitta stagionale in Turkish Airlines Euroleague. Nella sfida disputata alla Sinan Erdem Dome di Istanbul e valevole per la quarta giornata di competizione, l’Efes si è imposto per 89-83 al Fenerbahçe in un derby dai due volti.

Andiamo ad analizzare la sfida attraverso cinque punti salienti.

  • Partenza a razzo del Fenerbahçe, rimonta dell’Efes. La squadra di Obradovic è partita fortissimo: ben messa in campo e concentrata, già nel primo quarto ha toccato il +16 e sembrava avere la partita in pugno. Dopo il primo parziale, chiusosi sull’eloquente 12-26,  si è vissuto un secondo quarto equilibrato, con le due squadre che sono andate all’intervallo con la stessa differenza sul marcatore (38-52). I padroni di casa hanno cambiato il chip nella ripresa: hanno trovato la forza di reagire, riuscendo a sorprendere i rivali e ribaltando la situazione. C’è molto del carattere di Ataman in questa rimonta, che ha annichilito i campioni di Turchia in carica.
  • L’Efes si ripete come bestia nera del Fener. Il Fenerbahçe 2018-19 fino ad ora aveva perso solo una partita ufficiale, la prima disputata in questa stagione: la Supercoppa di Turchia, proprio contro l’Anadolu Efes a inizio ottobre. Dopo questo primo scivolone, gli uomini di Obradovic avevano vinto tutte le partite disputate, le tre in campionato e le tre precedenti in Eurolega, fino a ritrovarsi di fronte nuovamente Ergin Ataman e i suoi, una squadra che evidentemente ha preso bene le misure ai rivali.
  • Le triple a segno, fattore decisivo. Quando una squadra ribalta un risultato di più di 20 punti ci sono ovviamente diversi fattori che contano. Una statistica che balza alla vista è la differenza di triple andate a segno: 13/23 (56.5%) per l’Efes contro il povero 5/17 (29.4%) del Fenerbahçe. La differenza è abissale: se l’Efes ha segnato 39 punti dai 6.75, il Fener ne ha fatti solo 15. In questa statistica, ovviamente, a parte la giornata negativa da parte dei tiratori della compagine gialloblu, c’è anche l’eccellente difesa messa in campo da Ataman.
  • Anadolu Efes, un successo collettivo. L’Efes ha battuto i più blasonati rivali grazie al gioco di squadra. Sia i titolari che gli uomini di rotazione hanno dato il loro contributo. A parte i quattro in doppia cifra: Rodrigue Beaubois (top-scorer con 17 punti), Adrien Moerman (MVP con 15 punti, 10 rimbalzi e 21 di valutazione), Tibor Pleiss e Vasilije Micic (13 punti a testa), vanno considerati anche i 7 punti, 3 rimbalzi, due assist, un recupero e una stoppata di un Kruno Simon a tutto campo e gli 8 punti (con 4/4 dal campo) di Bryant Dunston.
  • Fenerbahçe, non basta un enorme Jan Vesely. Se l’Efes ha giocato bene come collettivo, nel Fener, invece, ha brillato soprattutto un uomo, il ceco Jan Vesely, che ha messo a referto numeri da capogiro, avvicinandosi addirittura a una clamorosa tripla doppia: 24 punti (10/13 dal campo), 8 rimbalzi, 7 assist e 36 di valutazione. Di fianco a lui non male Kostas Sloukas con 11 punti e Marko Guduric con 10.  Al contrario gli italiani, che tante gioie avevano regalato alla squadra nei precedenti incontri, non hanno vissuto la loro miglior giornata: Nicolò Melli ha messo sì a segno 14 punti, ma con 4/13 dal campo e Gigi Datome ha segnato tre punti (1/6 dal campo).

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Antonio Mariani

Laureando in Lettere presso La Sapienza di Roma e appassionato di Sport Business, viaggio ossessivamente per studiare le culture sportive nel mondo. Amante della narrazione, la studio, la ammiro e la pratico in ogni sua forma.
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