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Siamo all’Arena Mytishchi, ultimi sette secondi di gioco di una bellissima gara tra Khimki ed Efes e i russi conducono 84-82 dopo essere stati sotto per tutto il match. L’Arena contiene 5200 tifosi che vedono Balbay rilasciare un tiro fuori equilibrio e marcato dietro l’arco dei tre punti che varrebbe la vittoria per l’Efes. Fermiamo il tempo su quest’immagine e ripercorriamo la storia del Khimki da maggio a oggi:
- Maggio 2018- Eliminazione dai playoff di Eurolega contro un CSKA favorita, ma “aiutata” da due episodi poco chiari e determinanti ai fini della qualificazione alla final four di Belgrado, ponendo fine a una stagione in cui i gialloblù avevano giocato sempre sulle ali dell’entusiasmo e avevano regalato agli appassionati grandi emozioni.
- 7 luglio 2018- Muore Honeycutt, giocatore conosciuto a Mosca nel 2014 e rimasto con il Khimki fino alla sua morte, esclusa una breve parentesi nella stagione 2016-17.
- Ottobre 2018- Inizia nuovamente Euroleague e le prime due avversarie sono Olympiakos e Fenerbahçe, due delle avversarie da voler evitare in un inizio di campionato. 0-2 e difficoltà nel trovare una buona chimica di gioco.
- 19 ottobre 2018- Contro l’Efes, dopo una partita di sofferenza e fatica, si vede la prima vera reazione dei russi in questa competizione: una rimonta solida guidata dalla solita leggerezza che riesce a vivere la squadra di Shved in alcuni momenti e trova il vantaggio di due lunghezze dalla lunetta. L’Efes prova un’ultima, disperata azione. Beaububois per Balbay, tiro!
Penso che chiunque dentro quell’arena sapesse l’esito di quel tiro, dai giocatori in campo agli spettatori in ultima fila.
Così perde il Khimki, ma la sconfitta viene da un’analisi più approfondita della partita, ampliata nel corso dei 40 minuti.
- Centralizzazione. Questo Khimki dipende letteralmente da Shved, nel bene e nel male. Deve toccare tutti i possessi, tirare ogni qualvolta ci sia un barlume di possibilità e cerca spesso l’assist smarcante, saltando spesso un passaggio.
- Percentuali al tiro. Purtroppo la matematica in questo sport fa spesso la voce grossa e condanna chi ha un rapporto tiri tentati/ realizzati troppo alto. L’Efes ha disputato la gara tirando con il 45%, il 10% in più rispetto al Khimki che ha spartito i tiri con Shved che ha preso il 43% dei rilasci e il resto della squadra il 57%. In una serata al tiro come quella che ha vissuto ieri la sfinge, i russi sono in difficoltà.
- Flussi. Il bello del basket ed è l’argomento più interessante da trattare, perché quello che lo rende uno sport vivo, dinamico. Dopo 30′ di controllo dell’Efes, i padroni di casa sono riusciti a ribaltare una partita giocata con l’acqua alla gola, tirando e stando in campo con la leggerezza di chi sta vivendo un flusso emotivo di positività.
- Mickey, l’inaspettato. In 20 minuti di parquet, fa 18 di valutazione, tanta presenza in difesa e voglia di emergere. Il coach greco farà crescere questo giocatore e darà un ottimo contributo al miglioramento del sistema.
- Beaubois. Il leader dei turchi, pronto ad aiutare i compagni e prendere responsabilità. Non demorde mai, non ha paura degli avversari e sa bene qual è il suo ruolo e quali sono i suoi limiti. La sua consapevolezza è un’arma in più per il suo Efes.