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Primo squillo di un Barcellona convalescente. Bayern, ma i rimbalzi?

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«We didn’t rebound, we didn’t box out today…» Le parole di Maodo Lo sono la perfetta sintesi di una gara dal livello decisamente rivedibile, se paragonato a quanto già visto nei primi 8 giorni di Eurolega. Vince il Barça, o forse meglio dire che perde il Bayern.

E’ uno zuccherino blaugrana in una situazione in cui i sapori amari sono di casa in Aristides Maillol. Una surreale conferenza stampa nel giorno precedente la gara aveva messo in chiaro come fosse percepito l’inizio di stagione “culè”: per la stampa e l’ambiente catalano, Pesic ed i suoi sono al momento senz’anima e si prefigura l’ennesima stagione pessima. Se è vero che siamo alla terza gara, come è vero che si è cambiato moltissimo, è altrettanto chiaro che le proporzioni della sconfitta a Mosca ed il disastro con Gran Canaria hanno tracciato una linea netta di separazione tra quanto atteso e quanto messo in atto.

Il Bayern difende, a sprazzi, alla maniera che vorrebbe Radonjic, ma è chiarissimo che senza l’esplosione di Derrick Williams, saranno più luci che ombre a livello di risultati. Non esattamente la situazione migliore per chi si appresta ad accogliere un licenza pluriennale da parte dell’ECA.

I nosti abituali 5 punti, per leggere una gara non certo travolgente.

Nota  a parte. Il calendario gioca brutti scherzi ad un Barça non attualmente in grande spolvero. Prima di ricevere Milano e Fenerbahce alla 9a e 10ma giornata, sono previste ben 4 trasferte in 5 gare. Darussafaka, Khimki, Zalgiris e Pana, intervallate solo dal Maccabi al Palau l’1 novembre. Momento complicato, per usare un eufemismo, in cui tenere duro è il mantra. Di contro, 4 gare casalinghe nei prossimi 5 turni  per i ragazzi di Radonjic.

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