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Non è mai facile ricostruire una dinastia vincente dopo la fine di una che ha portato tanto successo e tanti campioni al Pala Blaugrana. Non lo è neppure per un club come il Barcellona che ha una mentalità vincente da sempre, trasmessa da padre in figlio, e una cantera sempre pronta a sfornare nuovi talenti. Nella gara di ieri contro Gran Canaria si è visto come i catalani abbiano perso quel cinismo figlio di una mentalità vincente che li ha portati a cedere di una lunghezza 87-86.
Analizziamo il 5 nei consueti 5 punti:
- Cinismo. Elemento già accennato nell’introduzione e fondamentale per un club abituato a vedere la classifica dai piani alti. Le ultime stagioni sono state deleterie per i catalani e la ricerca costante di trovare un’alternativa valida alla fine del ciclo di Pascual sta fallendo stagione dopo stagione. I giocatori che devono prendere il ruolo di leader mancano di quel carisma e di quella personalità che aveva Navarro e la lentezza con cui i giocatori si adattano ai sistemi degli allenatori è fonte di frustrazione. L’idea trasmessa dal Barça è quella di un cane che si morde la coda, senza uscire da un tunnel sempre più lungo. Nella gara contro Gran Canaria è mancato il cinismo di chiudere la partita nei momenti di controllo e questo ha dato fiducia a una squadra che voleva a tutti i costi la prima vittoria in EL.
- Pangos. Troppo presto per dare giudizi sul gioiellino canadese, ma sta subendo il trauma del passaggio da un sistema Jasi a un sistema diverso, meno geometrico e organizzato. Essere playmaker di una squadra con il Barcellona non è affatto facile e doversi adattare a delle abitudini diverse da quelle che hanno portato tanto successo lo è ancora di meno. Se le giustificazioni agli errori possono essere tante, sono invece pochi i tempi che ha per fare bene e far fare bene alla squadra. Nella gara contro Gran Canaria ha dato dei segnali positivi, speriamo siano l’inizio di una crescita individuale e, per osmosi, collettiva.
- Benzina sul fuoco. Punto per entrambe le squadre: il calore dentro la Gran Canaria Arena dei 6000 presenti ha dato una carica fondamentale ai propri beniamini, spingendoli per tutta la gara a non cedere mai agli avversari e a intimorire una compagine in difficoltà. Benzina sul fuoco anche per il Barça che si trova 0-2 e con una pressione negativa che circonda l’ambiente. Era plausibile aspettarsi una sconfitta a Mosca, anche se non con un margine così ampio, ma cedere nelle Canarie non era quanto di più scontato ci si potesse aspettare.
- Evans. Che grinta! Che coinvolgimento! Sul 77-82 in favore dei catalani i 6 punti di Evans hanno cambiato la partita abbattendo gli avversari, ormai non più in grado di tenere a distanza i padroni di casa, e ha caricato tutta l’Arena. Se questo giocatore continuerà così per tutta la stagione, alle Canarie ci si divertirà molto.
- Kuric. Realizza 24 punti alla sua ex squadra con una facilità imbarazzante; è sfacciato, non ha paura e guarda il campo e il canestro a testa alta. Lo ritengo un’arma fondamentale per i blaugrana e il triangolo Pangos, Kuric, Tomic può diventare interessante durante la stagione. Staremo a vedere. Siamo sempre all’inizio.
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