Khimki, non è solo Shved. I russi possono essere la variabile impazzita.

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Talentuosa. Questa è la migliore definizione per il Khimki Mosca, squadra capace di impensierire fino in fondo il CSKA Mosca nei playoff della scorsa stagione di EuroLega. Un paio di episodi quantomeno discutibili allora indirizzarono la serie nelle mani di Rodriguez e compagni, respinti poi alla Final Four dal Real campione. Quattro gare in cui il Khimki mise in mostra tutto il bello del proprio repertorio, conducendo per larghi tratti nei 160 minuti ma rimanendo poi con il classico cerino in mano.

Il rammarico allora venne accentuato dal fatto che il miglior Alexey Shved di sempre non riuscì a staccare il pass per una Final Four che avrebbe indubbiamente meritato più di ogni altro dei fuoriclasse rimasti a guardare dal divano di casa l’evento di Belgrado. Proprio lo Zar resta il fulcro della manovra dei russi, il deus ex machina che deciderà- nel bene e nel male – fin dove potrà spingersi la squadra di Bartzokas. Il supporting cast è, per certi versi, ancora migliore rispetto a quello della passata stagione: Dee Bost è un giocatore affidabile che ha voglia di riscatto dopo essere stato respinto dall’EuroLega nella passata stagione e dopo le grandi cose fatte vedere in Francia, Stefan Markovic è un eccellente metronomo in grado di dettare i tempi e giocare insieme o in alternativa, nei pochi minuti di fiato che avrà, a Shved. Interessanti poi gli arrivi di Casey Prather e Tony Crocker, due giocatori che hanno tanti punti nelle mani e che possono contribuire al gioco del coach greco, che spesso e volentieri – nel corso delle sue esperienze – ha preferito un gioco lento e ragionato a uno fatto di corsa, transizione e contropiede.

L’aumentata potenza di fuoco del reparto esterni – completato poi dallo zoccolo duro russo formato da Vialtsev e Zaytsev – in cui avranno un ruolo importante anche Charles Jenkins, autentico mastino difensivo della formazione, e Anthony Gill, ala americana in rampa di lancio e già abile nella passata stagione a mettersi in mostra sul massimo palcoscenico continentale, fa crescere l’imprevedibilità del roster, talvolta troppo Shved-dipendente nell’EuroLega 2017/18.

Interessante la scelta di puntare su Jordan Mickey come centro titolare della squadra: il giocatore, comparsa in NBA, ha già dimostrato di potere essere un fattore incisivo a un piano leggermente inferiore ed è pronto a confrontarsi con l’EuroLega. Insieme a Malcolm Thomas avrà il compito di formare una front line di grande valore, fatta di atletismo ed esplosività, che dovrà bilanciare il ricorso al tiro da tre punti, vero e proprio marchio di fabbrica di diversi degli esterni in squadra. Completano poi il pacchetto lunghi Monia, Zubkov e Gubanov, elementi di sostanza e qualità che potranno dare il proprio contributo nei minuti in cui verranno chiamati a scendere in campo da coach Bartzokas.

Entrare nei playoff è l’obiettivo stagionale del Khimki, anche se la concorrenza rimane forte e agguerrita, forse anche più che nel recente passato: aumentare il numero di vittorie esterne sarà un aspetto necessario e doveroso per evitare patemi di ogni sorta e giocarsi fino in fondo le proprie carte. I russi, secondo il parere di chi scrive, saranno una delle incognite – in senso positivo – della nuova stagione: capaci di battere chiunque, rappresentano un avversario tosto e fisico in grado di recitare un ruolo da grande protagonista

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