La nuova Olimpia Milano e la necessità di alzare l’asticella

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Nuova stagione, stessa sfida per l’Olimpia Milano che nel terzo anno della nuova Euroleague cerca di raggiungere con costanza quel livello che la introdurrebbe definitivamente nelle grandi d’Europa.

Le ultime due stagioni europee dell’unica rappresentante italiana sono state sicuramente deludenti: un ultimo posto e cui è seguito un penultimo (davanti all’Efes Istanbul) con pochi alti e tanti bassi soprattutto a livello di costanza del gioco espresso. Degne di nota le doppie vittorie con Barcellona (altra delusione stagionale) e Baskonia (con Buzzer Beater di Jordan Theodore non più in squadra) ma poco altro.

Allora l’Olimpia dopo aver vinto lo scudetto decide di confermare un’ossatura di base con gli importanti rinnovi di Tarczewski e Gudaitis (per il lituano, forse il migliore dell’Olimpia, contratto fino al 2021 e Nba Escape), la conferma di Kuzminskas, Micov, Bertans, Jerrells (pupillo di Pianigiani) e Cinciarini. Viene però rivoluzionato il parco italiani con il solo capitano confermato (insieme al rientrante Simone Fontecchio) mentre salutano Dada Pascolo, Awudu Abass, Marco Cusin, per diversi motivi mai incisivi in Europa.

Allora spazio ad Amedeo Della Valle (fresco miglior realizzatore di Eurocup), Christian Burns (solidissimo a Cantù) e Jeff Brooks, quest’ultimo naturalizzato al pari di Burns.

Ma il passaporto per l’Euroleague non ha significato, giocano i migliori, e infatti l’Olimpia Milano si assicura un pezzo pregiato del mercato come Mike James, in uscita dal Panathinaikos dopo una piccola esperienza ai Phoenix Suns. Oltre a lui arriva l’esperto Nemanja Nedovic da Malaga.

Cosa aspettarsi dalla “nuova” Olimpia? Sicuramente gioco in transizione (e si è già visto in amichevole) con Mike James leader designato a guidare la squadra con le sue forti accelerazioni. Transizione vuol dire corsa e a correre sono molto bravi Mindaugas Kuzminskas (meglio da 3 ma in situazione dinamica è assolutamente indifferente) e Jeff Brooks che possono sfruttare bene queste situazioni, mentre i tiratori si possono posizionare per il più classico dei penetra e scarica. Ecco, guardando il roster appare evidente che Milano può schierare quasi sempre 4 tiratori (più o meno affidabili) e un centro di stazza: Bertans e Della Valle sono in grado di punire con facilità(e anche Curtis Jerrells), Nedovic e James sono più discontinui ma sempre pericolosi, mentre Vlado Micov sa essere semplicemente chirurgico pur mantenendo il suo ritmo di gioco.

La transizione però parte dalla difesa, nota dolente della scorsa stagione dove Theodore e Goudelock si sono dimostrati poco compatibili. La sensazione è che il reparto esterni sia meglio assemblato. James e Nedovic sono in grado di alzare il livello difensivo, soprattutto il serbo mentre l’ex Pana deve trovare più continuità soprattutto se si vuole “proteggere” chi è meno dotato. Amedeo Della Valle non sarà mai un grande difensore (non ne ha proprio la struttura fisica) ma neanche Jaycee Carroll lo è, la differenza sta nel sistema di gioco che protegge i proprio giocatori nascondendone i difetti ed esaltandone i pregi. Milano deve riuscire a fare questo, ed è una cosa che fin’ora non le è mai riuscita.

Per Amedeo Della Valle non sarà una stagione semplice ma la via da percorrere è questa, ci sarà da lavorare duro su ogni pallone e su ogni azione (dividendosi il ruolo con Bertans probabilmente) e sarà fondamentale crescere nel gioco senza palla, mentre dal palleggio è un tiratore già estremamente affidabile.

I lunghi invece dovranno dimostrare solidità in area e dovranno essere supportati di fronte a quintetti pesanti o atipici. Se Gudaitis o Tarczewski vengono portati lontano dal canestro non deve rimanere il vuoto a rimbalzo, e in questo senso diventa importante l’apporto di Jeff Brooks (il suo atletismo parla da solo) e Kuzminskas che sono si giocatori dalle caratteristiche perimetrali ma in grado anche di agire vicino al ferro. Qui subentra Burns, giocatore di sostanza e impegno che potrebbe sguazzare molto bene a rimbalzo anche in Euroleague, ambiente totalmente nuovo per lui. Potrebbe essere un Jolly importante per Pianigiani ma sicuramente sarà da utilizzare con particolare attenzione.

A chiudere le rotazioni ci sono Andrea Cinciarini (ennesimo anno in cui parte indietro nelle rotazioni ma dotato di carisma e grinta per risalire), Curtis Jerrells (glaciale quando conta) e Simone Fontecchio (che però non è affatto certo di trovare campo in Euroleague). Giocatori di sostanza in grado di incarnare un ruolo di supporto sfruttando le loro occasioni, e spesso molto passa da questa consapevolezza.

Forse manca un 4/5 perimetrale ma sicuramente l’Olimpia si presenta alla nuova stagione con un roster solido, competitivo e di grandi investimenti. L’obiettivo deve essere quello di lottare per i playoffs in una competizione spietata, le qualità ci sono ma metterle in campo è tutt’altro che semplice.

E per stare leggeri il calendario è fin da subito impegnativo: Real Madrid, Olympiakos e Cska nelle prime sei giornate. Gli uomini di Simone Pianigiani dovranno essere pronti subito, senza esitare in nessuna occasione.

Per l’Olimpia è ora di alzare l’asticella

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Antonio Mariani

Laureando in Lettere presso La Sapienza di Roma e appassionato di Sport Business, viaggio ossessivamente per studiare le culture sportive nel mondo. Amante della narrazione, la studio, la ammiro e la pratico in ogni sua forma.
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