Fenerbahce: il presente non è in discussione, ma l’era d’oro continuerà?

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E’ il tema dell’estate ed ha preso il posto di qualsiasi colpo di mercato che le 16 squadre di Turkish Airlines Euroleague non hanno fatto mancare: cosa sta succedendo in Turchia e che influenza potrà avere la grave crisi finanziaria sul futuro del Fenerbahce, ad oggi una delle tre maggiori potenze cestistiche del continente?

Si sono rincorse voci, al solito molte assai fantasiose ed alcune prive di ogni fondamento, quindi riteniamo, sulla base di quanto abbiamo potuto raccogliere direttamente in Turchia, che un minimo di chiarezza debba essere fatta, cercando di limitarci ai fatti odierni, senza spingersi in considerazioni che oggi non hanno alcun senso.

I fatti, quindi.

Il 25 luglio apprendiamo da un’intervento su Fenerbahce TV del  nuovo presidente del club, Ali Koc, uomo dalle disponibilità finanziarie pressoché illimitate, che i sia “grande imbarazzo” verso Obradovic, cui si era promesso il pagamento puntuale di tutti gli stipendi della sezione basket, cosa non rivelatasi possibile. Accennando al debito della sezione basket stessa , che si aggirerebbe intorno ad 8 milioni di €uro, il presidente chiarisce come il primo intervento della sua reggenza (in carica da inizio giugno) abbia saldato i biglietti delle Final 4, allora ancora pendenti.

Eskisehir, Yesilgiresun ed Usak rinunciano nel frattempo al campionato, così come farà in seguito anche Antalyaspor per la seconda serie. Ma cosa sta succedendo?

Il discorso va ben oltre la pallacanestro: la crisi finanziaria turca è dovuta ad un cambio della lira locale nei confronti del dollaro che ad inizio gennaio era di 3,7875 mentre oggi, 13 agosto, si attesta a 6,8822. Evidenti le conseguenze. Anche su un mondo dello sport, segnatamente quello del basket, il cui silenzio sta facendo molto, molto rumore.

Dalle colonne de “Il Messaggero”, ad inizio agosto è Gigi Datome a rassicurare l’ambiente, chiarendo di essere a posto con la sua retribuzione e che alla fine è lo stesso Obradovic la garanzia: «Se sapesse di non poter svolgere il proprio lavoro, sarebbe il primo ad andarsene».

Mentre si scatena la fantasia, soprattutto nel nostro paese, sullo stesso Datome e su Melli, che sarebbero sul mercato, secondo alcune voci che le nostre fonti in Turchia catalogano come un «inutile parlare di ciò che oggi non è», è chiaro che quanto accade a livello mondiale non può non avere un impatto devastante sullo sport turco, a partire da quelle realtà, come quella elencate che rinunciano al campionato, meno solide finanziariamente. Trump ed Erdogan sono tema che va ben oltre la palla a spicchi, sul quale non vogliamo inoltrarci se non, appunto, per le conseguenze che potrebbe avere sul nostro gioco.

In tutto questa complicata e delicata faccenda abbiamo avuto modo di confrontarci con le nostre fonti sul Bosforo, le quali, confermando una situazione di notevole importanza, ci informano di qualcosa che riteniamo fondamentale. Ad oggi non vi sono pendenze per il Fenerbahce, tutti gli stipendi sono in regola,  e vi è un cauto ottimismo sul regolare svolgimento della stagione, secondo il progetto societario e tecnico in corso. Oggi, appunto.

E’ ovvio come non si possa andare oltre le certezze di questi giorni, come non si possa dare credito a voci fantasiose e come la situazione vada monitorata con una certa costanza, laddove riteniamo che le prossime 5-6 settimane siano fondamentali per capire quale tipo di futuro attenderà, nel medio più che nel breve termine, la polisportiva di Istanbul. Senza dimenticare che è la storia dello sport turco stesso ad insegnarci come vi siano stati esempi di crescita clamorosa (basti ricordare la potenza di un Tofas Bursa a fine anni ’90?) e di ridimensionamenti abbastanza clamorosi. In una situazione che si definisce drammatica a livello nazionale, ad esempio, come si inquadra un mercato scintillante come quello della neopromossa Turk Telekom di Ankara, che firma Kenny Gabriel, Vladimir Stimac, Sylven Landesberg e Reggie Redding? Difficile capire.

Oggi quello che possiamo dire è, verificato attraverso fonti che non ci hanno mai minimamente distorto la realtà dei fatti, è che in casa dei finalisti di Belgrado si vuole essere ottimisti senza spingersi oltre.

Ovviamente fondamentale ciò che riguarda l’Eurolega stessa, della quale (ECA) il Fenerbahce è parte importante con licenza decennale. Come si muoverà il commissioner Bertomeu? Che impatto potrebbe esserci sul sodalizio tra le squadre con licenze pluriennali, anche dal punto di vista puramente contrattuale?

E’ il tema dell’estate del basket europeo, in attesa di tornare in campo, che in fondo è quello che ci interessa ed appassiona di più.

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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4 thoughts on “Fenerbahce: il presente non è in discussione, ma l’era d’oro continuerà?

  1. Nel frattempo però non passa inosservata la assordante immobilità sul mercato dei Turchi. Escluso l’arrivo di Lauvergne in sostituzione di Thompson, Wanamaker e Nunnally non sono ancora stati sostituiti. Per fare economia immagino si punti sul pieno recupero di Kalinic e su una sperata esplosione di Guduric per sostituire (con caratteristiche diverse) l’ex Avellino, ma il problema resta nello spot di play, visto che il Fener rimane con i soli Sloukas e Dixon (peraltro 36enne e reduce da una stagione ai box), davvero poco per replicare le ultime due annate.

    1. Lauvergne è un netto upgrade rispetto a Thompson, mentre lo spot di play è stato coperto con l’arrivo di Tyler Ennis, che credo sarà molto gradito soprattutto sul lato difensivo. Nunnally è stata questione anche regolamentare per il cambio di numero di stranieri imposto dal campionato turco. E Kalinic a pieno servizio, come giustamente sottolinei, al pari di una crescita di Guduric, penso possa offrire ampia copertura rispetto alla partenza dell’ex Avellino.

      1. Chiedo venia, mi ero completamente perso l’arrivo di Ennis. Resta da vedere l’impatto che potrà avere alla sua prima esperienza europea in una piazza parecchio esigente; resto dell’idea che una certezza, una scommessa e Dixon siano, in un ruolo fondamentale come il playmaker, un po’ un azzardo in ottica Final4. Su Lauvergne, gran presa come cambio del 5, la grossa incognita riguarderà la convivenza con Veselij nei quintetti con le Twin Towers che tanto piacciono ad Obradovic.

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