L’Eurolega che sarà… La sfida dell’Olympiacos di David Blatt

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Atene e l’Eurolega, un legame indissolubile che nemmeno una stagione di polemiche strumentali è alla fine riuscita a scalfire: tra Oaka ed il Pireo si giocheranno sempre sfide decisive, con David Blatt e Xavi Pascual alla guida di due squadre che hanno scritto la storia di questa competizione e non smetteranno di farlo.

I “reds” si apprestano a vivere una stagione che, visto il mercato, si attende come eccellente. Ed allora vediamo le mosse che ne hanno composto il nuovo roster, a partire dal coach.

Basterebbe appunto il nome di David Blatt per garantire competitività assoluta  e pallacanestro qualitativa come poche, da ogni punto di vista. Nome tanto importante da mettere, per certi versi, quasi in un angolo lo straordinario impatto che gli “dèi” Spanoulis e Printezis continueranno ad avere dalle parti del “Pace ed Amicizia”. Perché David Blatt è un allenatore straordinario, garanzia di rendimento totale nelle squadre allenate e con il vizietto delle grandi imprese da sfavorito: quando mai la Russia del 2007, pur forte di un Kirilenko d’annata, avrebbe potuto tenere a 59 punti la Spagna dei due Gasol, di Calderon, Reyes, Rudy, El Chacho, Garbajosa e Navarro, trionfando a Madrid? Mai, come mai il Forum avrebbe pensato di incoronare il Maccabi di Hickman e Rice nel 2014: Real, CSKA e Barça parevano di altra categoria… Il recente trionfo in Eurocup col Darussafaka non è che la conferma del valore del tecnico nativo di  Boston, che compirà 60 anni il 22 maggio, pochi giorni dopo le Final 4 di Vitoria… Altra coincidenza che poi non lo è? Gli anni del college spesi a Princeton, un posticino dove qualcosa del gioco lo hanno inventato…

Essere un grande coach vuol dire attrarre grandi giocatori, perché carisma e progetto tecnico pagano più di ogni altra cosa, soprattutto in una lega, come quella europea, in cui vincono sempre e solo grandi, grandissimi allenatori, che incidono in modo straordinario. Ed allora ecco un mercato stellare per l’Oly: dentro in ordine sparso, Nigel Williams-Goss, Zach LeDay, Janis Timma, Axel Toupane ed Aleksandar Vezenkov. Rifirmati Spanoulis e Papanikolaou, nonché zittite le sirene NBA per Milutinov, sotto contratto l’ottimo Strelnieks, sono stati lasciati McLean, Tillie, Hollis Thompson, Bobby Brown, Roberts e, più clamoroso, Papapetrou, approdato sulla sponda “green” rivale. Squadrone! E questo anche perché la capacità e la competenza dei dirigenti Oly ha fatto sì che la separazione da Sfairopoulos, coach il cui valore non verrà mai apprezzato per quello che è realmente (molto…), avvenisse in piena continuità tecnica su almeno un lato del campo. La difesa che ha contraddistinto l’era Ivkovic, quella Bartzokas e quella appunto di Sfairopoulos, continuerà ad essere eccellenza continentale, riconfermando una traccia tecnica di assoluto spessore. Fare mercato in questo modo vuol dire capire cos’è la pallacanestro.

Nigel Williams-Goss (192cm, 1994), cercato da mezza Europa, arriva da un’ottima annata col Partizan. Ex “Zags” di valore assoluto, è profilo che può fare moltissimo nel vecchio continente. Tiratore mortifero dall’arco, possiede un piazzato dal palleggio mica male, con quel mezzo secondo di “hesitation” che crea lo spazio necessario per concludere al meglio. Non clamoroso al ferro, si fa però rispettare pure lì. Sarà grande presa se entrerà nel sistema difensivo di Blatt con attenzione. E quel gioco nel “mid range” può fare il vuoto, perché è soluzione oggi molto atipica dal “p&r”.

Zach LeDay (201cm, 1994) arriva dall’Hapoel Gilboa a 19,5 + 8 di media, con un record clamoroso di una gara da 22+22 lo scorso dicembre contro l’Hapoel Jerusalem. Sostituisce McLean e lo fa a ritmo di atletismo notevole e di capacità di metter palla a terra in modo “caracollante”, ottimo nel concludere anche in modo sporco senza alcuna paura. Ex South Florida e Virginia Tech, è giocatore di notevole impatto in transizione.

Axel Toupane (201cm, 1992) deve solo confermare l’impatto dell’annata a Kaunas: se  migliora ulteriormente la comprensione tecnica del gioco, può divenire  arma impropria dalla panchina.

Janis Timma (210cm, 1992) non necessita di alcuna presentazione. Tecnico, duro, pare fatto su misura per una squadra allenata da Blatt. 

Aleksandar Vezenkov (206cm, 1995) arriva da stagione travagliata a Barcellona, ma resta profilo di grande intelligenza cestistica, che si muove alla perfezione nello scacchiere offensivo, è tiratore ottimo dall’arco e, grazie a letture di gioco notevoli, sa sfruttare anche un discreta forza fisica vicino al ferro. Non è necessariamente esplosivo, ma sa usare il corpo. Tutto ciò che lo mise, poco tempo fa, in orbita Brooklyn Nets.

E’ squadra costruita, come si diceva, perfettamente ad immagine e somiglianza del suo coach. Una sorpresa, che poi tanto non lo dovrebbe essere? Una “death lineup” con V-Span, Williams-Goss, Timma, Printezis e Leday: poesia. Senza scordarsi di Strelnieks, Papanikolaou, Mantzaris, lo stesso Milutinov e Bogris.

L’Olympiacos è una “contender”? La accendiamo.

 

 

 

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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