Cosa ci rimane delle Nba Finals?

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È finita come ci si aspettava finisse: 4-0. Troppo lampante la superiorità di squadra di Golden State, perfino più lampante del totale dominio di LeBron James. Un dominio che però non basta per vincere. Cosa ci lasciano queste Nba Finals?

-Prima di tutto ci lascia la conferma di un concetto base della pallacanestro: da solo non vince nessuno.

Non ha vinto da solo Jordan, non ha vinto da solo Kobe e non vince da solo LeBron. Il 23 predica letteralmente nel deserto, circondato da alcuni giocatori di talento (Love) terribilmente incostanti, altri (JR Smith) che vivono su mondi paralleli e per finire una serie di personaggi palesemente inadeguati a un livello come le Nba Finals. Eppure DA SOLO ha portato questa banda improponibile alle finali. C’è del clamoroso nel tragicomico.

-Forte, fortissimo LeBron, ma un giorno sentii una persona (molto più competente di me) dire: LeBron è un giocatore fenomenale, un discreto allenatore e un terribile General Manager. Il problema di James in fondo sta tutto qui, perchè se la squadra era questa (rivoluzionata anche a gennaio) in fondo è anche colpa sua. Senza sminuire minimamente la sua grandezza, quella di giocatore però.

-Squadra, SuperTeam, chiamateli come volete, non si può non ammirare la costruzione e l’organizzazione dei Golden State Warriors, la quale è il vero punto di forza prima ancora del talento immenso a disposizione. È facile parlare di Durant, ma Curry-Green-Thompson arrivano dal Draft e neanche dalle primissime scelte. È saper scegliere con occhio, amalgamare una squadra e trovare chi è in grado di gestirli. La grandezza di Kerr è prima di tutto carismatica, in grado di esaltare e di ipnotizzare qualsiasi giocatore, star o gregario che sia. Curry (uno che di fatto ha cambiato il gioco della pallacanestro) lo ascolta come un figlio ascolta il padre, KD arrivato da star si è messo al servizio di un sistema. Che poi insomma parliamo di uno che è riuscito a rendere Javalone un giocatore dall’impatto importante nelle Nba Finals, questo basta e avanza per la Hall of Fame.

-Ci rimane il futuro, quello che vede altri anni importanti per gli Warriors (si lavora sempre in prospettiva, già si discutono i rinnovi e gli incastri). Il futuro incerto di Cleveland, destinata ad anni bui in caso di addio di LeBron ma con già una scelta alta al draft. Il futuro di LeBron: Phila? Lakers? Spurs? Heat? Cavaliers? The Decision 3.0, e forse è anche un filo stucchevole. Ma quanto sarebbe bello vederlo in mano a un coach di alto profilo? Se lui concorda ovviamente…

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Antonio Mariani

Laureando in Lettere presso La Sapienza di Roma e appassionato di Sport Business, viaggio ossessivamente per studiare le culture sportive nel mondo. Amante della narrazione, la studio, la ammiro e la pratico in ogni sua forma.
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