Meo Sacchetti : Milano è favoritissima, Buscaglia è un grande allenatore ed il Real Madrid ha vinto l’Eurolega difendendo alla grande.

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La Finale #LBA 2018 è alle porte e se la giocano le due squadre assolutamente più meritevoli: se volgiamo la più forte ed accreditata sin da inizio stagione, contro quella che ha lavorato meglio, raggiungendo un livello qualitativo che pochi le attribuivano. Ne ho parlato con Meo Sacchetti, coach della Nazionale.

– Buongiorno Meo, è innanzitutto un piacere ritrovarti in forma, ci hai fatto preoccupare. Tutto bene ora, pronto a tornare in sella con gli azzurri?

Tutto a posto ora, sto decisamente meglio ed i dolori stanno passando. Poteva andare peggio… Bisogna usare il casco, sempre, quando si va in bicicletta.

– Milano e Trento, che finale ti aspetti?

Milano ha tantissime carte da giocare. era favorita ad inizio anno e lo è anche oggi. Se Trento la batte compie un’impresa miracolosa. Quindi favori, anche netti, all’Olimpia, ma non bisogna dimenticare che i giocatori trentini sono veri guerrieri e non hanno paura di nulla. Con loro non è mai finita.

– L’Olimpia è dove doveva essere, mentre l’Aquila se l’aspettavano in pochi, dopo un altro inizio non esaltante come risultati.

Il ritorno di Hogue è stato fondamentale, così come far capire il sistema, molto ben organizzato, ai nuovi come Silins, Gutierrez. Lavorano molto bene atleticamente e, così facendo, eliminano le carenze rispetto a tanti avversari. E poi sono proprio bravi a passarsi la palla.

– Buscaglia è, a mio parere, un grandissimo allenatore. Possiamo aggiungere che lavora in uno dei pochissimi ambienti realmente organizzati, che programma e crede nel percorso prima conta che nell’approdo?

Sì, Maurizio è un grande allenatore e non potrebbe essere altrimenti: non fai due finali in questo modo se non sei un grande. La società ha lavorato benissimo, crescendo negli anni e costruendo un sistema basato su una grande serenità. Veramente un bell’esempio.

– Pianigiani è passato attraverso le forche caudine dell’ennesima stagione europea assai deludente, poi c’è stato il disastro di Coppa Italia e dopo, con scelte non preventivatili, vedi l’esclusione di Theodore, sembra aver rimesso insieme i cocci. Oggi Milano è la squadra che ci si attendeva?

La squadra milanese ha tali e tante armi che è decisamente difficile andarla a prendere. Non conosco le ragioni dell’esclusione di Theodore. Micov è un professore e Kuzminskas, recentemente al suo vero livello, fa grande differenza. Possono esserci due giocatori che bucano la gara, ma con tante soluzioni la quadra la si trova sempre.

– Il gioco milanese è parso spesso legato troppo alle iniziative individuali ed al tiro da tre. Oggi quell’eccesso di conclusioni dall’arco rimane, ma l’impressione è che vi sia una costruzione reale e si possa parlare di sistema. Tu hai vinto uno scudetto con tante, tantissime “triple”, cosa ne pensi?

Milano non va quasi mai spalle a canestro. Se lo avessero provato a fare da inizio stagione, magari oggi la struttura sarebbe stata diversa, ma oggi è questa e quindi la squadra gioca in questo modo per scelta.

– Chi sono i due giocatori che ritieni fondamentali, da una parte e dall’altra?

Micov e Forray.

– Trento pressa moltissimo sulla palla e sul perimetro in genere. Jerrells e Cinciarini sono due playmaker non eccessivamente ragionatori e, come tutti quelli con tali caratteristiche, sono portati a scegliere meglio quando lo fanno più velocemente. Potrebbe accadere che la forza trentina nell’aggredirli diventi quasi arma a doppio taglio, favorevole a Milano?

Come ragionamento ci potrebbe  stare, ma non credo che Buscaglia rinunci ad utilizzare quelle armi che sono tra le caratteristiche migliori dei suoi. Rubare qualche palla subito, mettere le mani su qualunque possesso e quindi, esercitare quella pressione che è tipica dell’Aquila. Sarà invece molto importante capire che scelte farà sul pick and roll.

– La taglia dei due centri milanesi può essere “ingiocabile” per i lunghi trentini, oppure può accadere il contrario, ovvero che un pivot sottodimendionato come Hogue porti i due pivot rivali fuori dal territorio preferito, scombinando l’organizzazione meneghina?

Non credo sia un problema per l’Olimpia seguire Hogue, poiché quest’ultimo non ha tiro dalla media. Piuttosto sono curioso di capire cosa faranno i biancorossi sui pick and roll che coinvolgono Shields.

– Taluni sostengono che la squadra di Buscaglia sia oltremodo aggressiva, talvolta perfino “meni” sonoramente. Detto che credo sia un pensiero figlio di una sindrome da “playoff light” come quelli di questi anni, ci sono i numeri. Nei PO, su 100 possessi, Milano commette 27,47 falli e ne subisce 27,55, mentre Trento ne commette 28,76 e ne subisce 29,2. Quindi se è vero che l’Aquila è aggressiva, è altrettanto vero che questa aggressività, quando oltre il regolamento,  viene sanzionata con regolarità dagli arbitri. Che importanza avrà il metro arbitrale in una serie così, soprattutto dopo una semifinale calda come quella tutta del nord-est?

Credo che la cosa fondamentale sia avere un metro arbitrale che sia costante all’interno della serie. I giocatori devono poter capire cosa è concesso e cosa no. Fisicamente Milano ha taglia assolutamente superiore e questo è un fattore molto importante. Siamo in finale, è basilare che gli arbitri indirizzino la serie su binari chiari, senza sconvolgimenti tra una gara e l’altra.

– Detto tutto ciò, chi vince?

Milano. Come ti ho detto, sarebbe un’impresa titanica per Trento.

– Chiudiamo con due domande sulla “mission” del nostro sito, ovvero l’Eurolega. La prima riguarda Belgrado ed il Real campione: verdetto chiaro e meritato?

Da ragazzino guardavo le sfide di Varese col Real, tifavo per i primi, ma ho imparato ad amare i secondi, quindi sono felice. Una grande squadra, un ambiente vincente, una città bellissima.  Dopo il rovescio di gara 1 col Pana hanno saputo crescere insieme, bravissimi. Mi ha impressionato positivamente vedere una squadra del genere, con così tanto talento, vincere l’Eurolega attraverso una difesa spettacolare in finale. Meritato? Sai che io penso che chi vince abbia sempre ragione, quindi… Mi è spiaciuto per Nick e Gigione, due grandissimi. Non avevamo bisogno della splendida prova di Nick per conoscerne il valore, ma di certo ci ha ricordato quanto forte sia diventato.

– Infine Milano e l’Europa: quanto e cosa manca ai biancorossi per poter almeno competere per i Playoff?

Penso che manchi solo un leader vero, un campionissimo che trascini squadra ed ambiente. Magari prendere qualche giocatore in meno e, potendo spendere, farlo per un giocatore fortissimo, invece che due-tre in più di livello medio.

 

Così parlò il Coach della nostra Nazionale, così parlò Meo. In un mondo spesso nebuloso, pieno di dubbi, scuse e recriminazioni,  un piacere sentire chi è sempre chiaro e diretto.

 

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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