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Il Maccabi Tel Aviv fiuta l’ennesimo fallimento. Spahija con le spalle al muro

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Tre stagioni senza vincere il titolo nazionale. Nessuna presenza ai playoff nella New Era di EuroLeague. Primo posto in Winner League, ma in coabitazione con Unet Holon (che ha tagliato Glen Rice Junior, per fortuna gialloblù) e Maccabi Ashdod. Una serie di due successi in fila che in patria manca dal 2 gennaio, l’Europa chiusa con cinque sconfitte in fila, sette nelle ultime otto gare. Questo è il Maccabi Tel Aviv di oggi, un altro dramma.

Ve la ricordate le Final Four del 2014? Bene, da allora è successo di tutto. Senza David Blatt il Maccabi Tel Aviv si è perduto, volando da Guy Goodes (che oggi è assistente) a Zan Tabak, da Rami Hadar a Ainars Bagatskis sino, appunto, a Neven Spahija.

Il coach di Sebenico pareva aver riportato il «rigore» dei tempi andati, puntando sul talento di Pierre Jackson e Norris Cole, e sul rilancio di un ex leggenda «gialla» come Alex Tyus. Un campionato da subito condotto, un’EuroLeague nata con risultati importanti…

E invece la Coppa d’Israele è andata all’Hapoel Holon, e qualcosa ha iniziato a scricchiolare. Neven Spahija ha rotto totalmente con il gruppo «israeliano», levando la fascia a Itay Segev, e certamente non «flirtando» con i vari Jake Cohen e John Dibartolomeo.

Il club, impossibilitato a vivere un’altra stagione fallimentare, non si è tirato indietro, sostenendo Spahija in una presa di posizione forte contro la Federazione israeliana e le sue imposizioni, peralto simili a quelle di campionato come LBA, ACB e anche VTB.

Ma qualcosa si sta muovendo. Anche Norris Cole e Pierre Jackson non paiono più in sintonia con il coach croato, che non a caso avrebbe spinto non poso per il tesseramento di Jeremy Pargo. Un elemento fondamentale per alzare il livello in allenamento, e soprattutto per mettere sotto pressione lo stesso Jackson, parso sempre più in flessione (6 palle perse e 2 punti nell’ultimo ko con l’Eilat).

Il club si starebbe guardando intorno, e avrebbe sondato la posizione di Andrea Trinchieri, smentendo poi ogni mossa. Logico, perchè chiudere con Spahija non è semplice, visti i due anni di contratto ancora in essere a 750.000 dollari a stagione.

Ma una cosa è certa. In caso di mancato titolo, Neven Spahija perderà il posto, a qualsiasi costo. E Andrea Trinchieri potrebbe essere l’uomo giusto.

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